Ho partecipato con piacere a questa edizione del MI AMI festival di Milano. La scommessa di Davide Toffolo (questa volta in veste di direttore artistico) era difficile. É da parecchio tempo che si cerca di mettere in contatto il mondo della musica con il mondo del fumetto. Due linguaggi diversi, è chiaro, ma che in questo caso avevano diverse possibilità di contatto. Il festival si occupa di etichette indipendenti (e qua si può aprire il dibattito sul significato di “indipendenti”), comunque lontane dalle politiche aziendali delle major. La libertà espressiva è più tutelata e diventa il punto di forza degli artisti. Atteggiamenti simili possono manifestare una certa sintonia istintiva o perlomeno di vedere le cose. MI AMI è diventato così un momento di studio, in cui realtà parallele si sono annusate in attesa di un passo in avanti. Io che ho sempre sostenuto questo gemellaggio, questa comunicazione e influenza reciproca sono stato ben lieto di parlare durante gli incontri a un pubblico misto. Siamo stati semplici e diretti nell’esposizione, un po’ come la musica che entrava nella saletta adibita a foyer per gli incontri. Rapporto musica e fumetto. Penso che sia più facile per un autore di fumetti trovare punti di contatto con la music che non viceversa. Se non altro per la diffusione della musica, universale, capillare. Non sempre lo scambio funziona e mi è capitato spesso di rimanere deluso quando faccio la fatidica domanda sul cosa ascolti a un fumettista o sul cosa leggi a un musicista. Eppure continuo a essere convinto che un maggior dialogo interdisciplinare fa solo bene all’evoluzione dei linguaggi reciproci.
È stato bello incontrare autori di area bolognesi che incontro più spesso in campo neutro (continuo a seguire e sponsorizzare Francesco Cattani che ha carattere e cosa dire) e altri autori che vedo meno come Gabriella Giandelli. In un clima rilassato e quasi di festa si fanno discorsi interessanti, nascono le idee, ci si confronta. Con Davide (Toffolo) e poi impossibile non mettersi in discussione, non affrontare in maniera intima e vigorosa il mestiere e l’essere autore. Di sicuro al termine di questa due giorni mi sono sentito arricchito e durante il viaggio di Ritorno con Omar “Black Velvet” Martini abbiamo un po’ fatto il punto e buttato giù qualche idea che si potrà sviluppare in un prossimo futuro. Una cosa che ci è sembrata evidente è l’assoluta necessità di un’intensificazione di riunioni, meeting, momenti di dibattito e riflessione, non solo in luoghi deputati e istituzionali, ma soprattutto in momenti informali.
C’era della buona musica. Ho sentito, dato che passavo la maggior parte del tempo al banchetto a disegnare, i concerti di Bugo, Moltheni e dei Giardini di Mirò che apprezzo già da qualche anno, ma mi spendo per i Diaframma, gruppo nato con new wave. In pratica siamo cresciuti insieme. Ho scambiato qualche battuta con Federico Fiumani che dei Diaframma è l’anima, il cuore e i muscoli. C’è anche lui tra i ringraziamenti in Gente Comune. Le sue canzoni mi hanno accompagnato durante le sessioni di scrittura. Ha suonato in un palco piccolo ad altezza del suolo, eppure non si è risparmiato, ci ha dato dentro con la chitarra e le parole sempre con quella voce strozzata, quasi stonata eppure appassionata. Fiumani ci crede davvero e va avanti. La musica è la sua vita e la sua forza mi ha dato forza.
Abbiamo portato in anteprima alcune copie del Viaggiatore. Ceri sono rimasti stupiti da un inatteso mutamento di stile. Io non so se ho cambiato stile, di sicuro ho lottato non poco per seguire questa direzione. Per quelli che mi chiedono quando uscirà in libreria rispondo che sarà reperibile all’incirca tra una settimana.
Mentre penso alla sceneggiatura del secondo capitolo disegno un omaggio a un mito dell’infanzia: Fantomas. La storia la sta scrivendo Emidio Clementi, ex Massimo Volume. Ancora una volta mi trovo a lavorare in parallelo con chi la musica la fa sul serio.
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