mercoledì, novembre 29, 2006
Il mare come antidoto
Oggi trovavo il grigio e l'uggia davvero insopportabili. mi sentivo come gli antichi galli di Asterix che se ne andavano in giro con lo scudo a ripararsi la testa dalla caduta del cielo pesante e di piombo. Meno male che novembre sta finendo. Riguardando tra i disegni fatti in estate ho trovato questa tavola che pubblico e potrei usare come antidoto. C'è il mare, c'è il tempo dilatato, c'è la lentezza. è la prima pagina di una fiaba per mio figlio. Per ora c'è solo questa, il resto è da qualche parte, magari in un'altra estate.
L'ho disegnata poco prima di Fantomas, anzi sono le prove generali fatte su formato ridotto. ho lavorato alla cieca, guidato solo da un'idea e dalla ricerca di un segno il più intimo possibile.
playlist:
Peter Gabriel: Up
Radio Head: ok Computer (era da molto che non l'ascoltavo e il tipo della lettura del gas ha apprezzato molto la mia scelta)
Depeche Mode: Playing the Angel
David Bowie: Reality
sabato, novembre 25, 2006
Gli incontri con gli autori
Questo è un periodo denso di iniziiative, di mostre, di festival, di uscite. un perido in cui il contatto con pubblico è stato molto più frequente del solito. sono stato protagonista o spettatore di incontri con i lettori dalle modalità molteplici. certi più riusciti di altri. certi più consoni alla mia sensibilità.
la riflessione che ho fatto riguarda alla necessità assoluta che provo nell'avere un contatto diretto con legge le mie cose, una necessità che però va oltre la canonica presnetazione che prevede il sottoscritto seduto dietro a un tavolo in compagnia di un intervistatore e gli altri a seguirmi in paltea.
mi attira fare altro. qualcosa che vada sempre più verso la direzione spettacolo. non so come definirlo e allora uso un generico e forse improbabile spettacolo.
ho delle idee.
però prima di raccontarle qui sul blog mi piacerebbe sentire qualche vostro suggerimento. ecco qualche domanda
come vorreste gli incontri con gli autori?
cosa ne pensate di quelli che mi hanno visto come protagonista?
preferite un incotro basato su un solo libro con molta narrazione o preferite qualcosa di più tecnico e ampio?
perché il pubblico è restio a interagire?
consigli.
vi ringrazio e vi lascio alla playing list quotidiana.
the seahorses: do it yourself
roland orzabal: tomcats screaming outside
talking heads : the name of this band... CD 2
la riflessione che ho fatto riguarda alla necessità assoluta che provo nell'avere un contatto diretto con legge le mie cose, una necessità che però va oltre la canonica presnetazione che prevede il sottoscritto seduto dietro a un tavolo in compagnia di un intervistatore e gli altri a seguirmi in paltea.
mi attira fare altro. qualcosa che vada sempre più verso la direzione spettacolo. non so come definirlo e allora uso un generico e forse improbabile spettacolo.
ho delle idee.
però prima di raccontarle qui sul blog mi piacerebbe sentire qualche vostro suggerimento. ecco qualche domanda
come vorreste gli incontri con gli autori?
cosa ne pensate di quelli che mi hanno visto come protagonista?
preferite un incotro basato su un solo libro con molta narrazione o preferite qualcosa di più tecnico e ampio?
perché il pubblico è restio a interagire?
consigli.
vi ringrazio e vi lascio alla playing list quotidiana.
the seahorses: do it yourself
roland orzabal: tomcats screaming outside
talking heads : the name of this band... CD 2
giovedì, novembre 23, 2006
Il Viaggiatore a Padova
Un appuntamento per questo pomeriggio. alle 18 sarò alla libreria Feltrinelli di Padova in via san Francesco. Con Omar Martini parleremo del Viaggiatore e delle prossime iniziative editoriali. Al termine chiacchiere con il pubblico.
per quelli che sono a Bologna invece ricordo che oggi è la giornata dedicata alle celebrazioni del primo decennale di attività di Kappa edizioni. per ulteriori ragguagli visitate i sito Kappa www.kappedizioni.it
Domani alle 12 invece il mio alter ego Mario Rivelli parlerà all'Università di Modena all'interno dell'insegnamento della prof. Crippa di Storia delle religioni. tema dell'incontro: dal divino al mostruoso. da Prometeo a mr. Hyde.
playlist:
Roxy Music: Avalon
The Go Betweens: Ocean Apart
A.A.V.V.: Glam+Glitter
Ladytron
mercoledì, novembre 22, 2006
Il bambino e il drago
il bambino vuole salire sul drago. è un drago molto grande di plastica gonfiata. color azzurro o forse verde come di solito sono i draghi. per arrivare alla testa del drago, alla sua bocca enorme, bisogna scalare le viscere alte fino all'esofago. il bmbino si toglie le scarpe mentre la mamma paga il prezzo di tre euro. il padre, poco più in la, parla con un amcioc e collega di come i luoghi degradati se opportunamente riqualificati da un efficace offerta culturale cambi la sua fisionomia e la sua ragion d'essere. quella mattina infatti in quella piazza non c'era traccia alcuna di punkabbestia con cani e cacca, di tossici, di spacciatori e di bottiglie rotte. ancora una volta il padre e l'amico ribadiscono il concetto che con il manganello brandito in nome della legge e della legalità non si ottiene poi così tanto. soddisfatto di questi bei discorsi il padre si avvia verso il drago. estrae dalla custodia la piccola macchina fotografica e si aprresta a immortalare il figlio bambino nella scalata. la sclata è dura e impervia e il bambino che è picoclo d'età e quindi piccolo anche nel suo corpo arranca. gli altri bambini, tutti più grandi nell'età e nel corpo spingono e premono impazienti. il figlio comincia ad andare nel panico. è brutto sentirsi il fiato sul collo. ansia. la sua agià difficile scalata è resa ancora più complicata da un accidente. la scala di gomma che si inerpicava attraverso le viscere si stacca nei gradini più alti, mostrando la superficie assolutamente liscia e periva di appigli. il figlio scivola, nonostante gli sforzi tenaci e reiterati e alla fine viene scavalcato, pestato dagli altri bambini impazienti. il padre, che a questo punto non pensa più né alla macchina fotografica, né all'adeguata offerta culturale, vorrebbe intervenire, vorrebbe salire anche lui e aiutare il filgio. commenta ad alta voce la situazione, incita il figlio e mentre parla si rende conto di sbagliare di fare danni, ma di non riuscire a non farli. la madre e moglie egli dice di lasciar stare, che se la deve cavare da solo il filgio. è abbastanza brutto. la madre e il padre fanno notare al custode del drago che per 3 euro di pedaggio questo drago dovrebbe essere efficiente e in ottima salute e che perlomeno potrebbe salire e aggiustare quie gradini pendenti. il custode è troppo impegnato a osservare le scarpe degli altri bambini disposte ordinate su un tappeto di erba sintetica per potere intervenire. nel frattempo il figlio è riuscito ada rrivare all'imboccatura delle fauci del drago e piange a dirotto. si butta giù per lo scivolo ormai senza gioia solo per inerzia o per far finire il supplizio. . il padre non fa la foto con la piccola digitale ma con la retina collegata a gangli e neuroni. una foto indelebile e straziante di un bambino che piange e che scivola piangendo. è un ennesimo viaggio nel tempo e negli abissi del rimosso. affiorano in tutto il loro splendoro squarci improvvisi di un altra infanzia, fotografie mai viste. e compare il padre del padre con le sue mani enormi. un padre del padre onnipotente e salvatore. e la vita da adolescente sfila davanti crollando su se stessa come le pedien del domino. il bambino è arrivato , in braccio alla madre. il padre è lì immobile e si sente fuoriposto. vorrebbe dire le parole giuste che iniziano sempre con l'appellativo "figliolo" e invece niente se non una carezza al figlio. gli infila le scarpe mentre il custode del drago si decide a salire e tenere fermi i gradini nelle viscere del drago.
il cielo è azzurro e non sembra autunno inoltrato. la famiglia va e cammina da un'altra parte e nella testa del padre risuona una frase forse di Pasolini.
Er monno è per chi c'ha li denti.
sente dolore.
martedì, novembre 21, 2006
Jack Psycho Killer
questa pare fosse la faccia di Jack lo Squartatore. un buzzurro con i baffi e il mascellone, mica un medico aristocratico come ci aveva fatto credere Alan Mooore. ci sono voluti anni di studi per arrivare a questa faccia. che dire? una faccia d'altri tempi, una faccia da oggi le comiche, faccia di vecchie foto, una foto come tante di una persona come tante e quindi anche probabile in veste di archetipo serial killer. preferisco comunque continuare a aimmaginarlo come l'ho sempre immaginato, ossia una figura cangiante umorale e per questo indescrivibile. è il buio è il male è la volgarità celata.
meglio parlare d'altro. per esempio dei Talking Heads. L'altro giorno avevo proprio volgia di ascoltarli. era da tempo che non mettevo più su un disco loro. Li ho tutti in vinile e a Cagliari per giunta, così ho comprato The Name of this Band... in versione ampliata. nel secondo CD c'è in pratica tuta la versione live di Remain in Light quando Byrne e soci andarono in tour con una band di una decina di elementi. un'orchestra. Leggendo tra i credits mi accorgo che la prima parte della raccolta era stata registrata Live il 17 novembre 1977 a Maynard nel Massachussets. Ho comprato il disco sabato 18 novembre esattamente 29 anni e un giorno dopo. Io ero un ragazzino del liceo che aveva appena scoperto in una botta sola il primo disco dei Devo, il primo degli Ultravox e il primo dei Talking Heads per l'appunto. tutti prodotti da Brian Eno. a riascoltare quei suoni dopo tanto tempo non ho provato quel senso di datato di malinconica nostalgia un po' patetica che mi prende che so con i Visage o altre leggerezze dei primi '80. Ci sono ancora passaggi, atmosfere, soluzioni armoniche che hanno mantenuta intatta tutta la loro freschezza ed è questo che fa la differenza. dall'avvento del punk in poi c'è stata un'accelerazione improvvisa durata sei o sette anni e poi un quasi congelamento che dura tutt'ora. troppo veemente è stata la spinta per poter reggere con la stessa intensità nei decenni successivi. si va a passo compassato, quasi di lumaca in un continuo esercizio di ripasso e di recupero. siamo già al revival del revival della new wave (Blur prima metà anni '90, un'infinità di gruppi, Franz Ferdinand su tutti adesso). in uno dei miei corsi viene un ragazzo sui sedici anni con tanto di cresta, chiodo, anfibi dr. martens, pantaloni stretti scozzesi con cerniere e borchie, ttuo in perfetto stile Punk 77. ci sono pochi punk in giro e la loro apparizione desta sutpore, curiosità a volte timore. Oggi come allora. qualcosa vorrà anche dire.
è strano che alla fine gli zii ascoltano la stessa roba dei nipoti, quasi senza litigare, quasi in armonia totale.fa sorridere che sia il punk nichilista a individuare e sancire un accordo transgenerazionale.
venerdì, novembre 17, 2006
Low Life
Low Life era un titolo di un album dei New Order di parecchi anni fa. uno dei miei preferiti. per anni avevo pensato di fare qualcosa usando queste parole. un giorno mi è venuto un disegno a matita con un omino triste che guarda per terra mentre cammina. perché anche se non si vedono le gambe sta camminando. è rimasto lì per un sacco di tempo, poi in seguito l'ho disegnato di nuovo e gli ho messo pure un nome Isidore Bemporad. era chiaramente di origine ebrea. intorno a questa immagine si sono aggregate idee, appunti e suggestioni che sono diventate una storia che ora sto disegnando. non si chima però Low Life. questa vita di basso profilo che tanto mi intriga raccontare deve ancora attendere, deve ancora trovare i suoi attori.
ancora su vecchi dischi. ogni volta che c'è la nebbia mi viene in mente Desire dei Tuxedo Moon. mi sembrava un disco che si muoveva attraverso la nebbia. mi sembra che fosse la colonna sonora di un balletto. invece per me era diventato la base per una storia mai fatta. avevo appena scoperto frigidaire e alter e avevo capito che si poteva disegnare in un altro modo. c'era un tipo che aspettava la fidanzata sotto un lampione che non illuminava più niente, tutto fagocitato dalla nebbia. la ragazza si era persa, veniva inseguita da un furfante con la coppola dalla faccia molto inglese e c'era anche un poliziotto che cercava di capire la provenienza di quelle urla straziate di donna e che invece trova un uomo sotto al lampione con un mazzo di rose avvizzito in mano. Forse l'uomo era vecchio e pure morto.
quando torno a cagliair mi capita di mettere mano a disegni vecchi, a pezzi di storie ad agende di appunti. in certi quaderni non ero ancora diventato Otto Gabos. provo sentimenti contrastanti che vanno dalla tenerezza al fastidio. non li butterei mai via però. non capita quasi mai che fra autori si parli del periodo che viene prima della pubblicazione, di tesori, cadaveri, reliquie o peluche ammaccati. forse è un peccato.
martedì, novembre 14, 2006
Incontro Gabos Vs Semerano
vi segnalo l'incontro di domani mercoledì 15 novembre.
Massimo Semerano e il sottoscritto converseranno su temi inerenti al fumetto. Gianni Barbieri "modererà" l'incontro con la consueta sagacia.
è un'occasione per parlare ad alta voce di fronte a un pubblico di storie, riflessioni, intuizioni che di solito affollano le nostre chiacchierate informali. una condivisione con altre persone che potranno interagire con noi. l'evento, di per sé affatto rivoluzionario, è tuttavia raro nell'ambito degli operatori del fumetto. spesso incontri e dibattiti si svolgono tra critico/esperto/giornalista che intervista autore e quasi mai tra autore che intervista autore. insomma un altro punto di vista. al termine della serata saremo a disposizione del pubblico per domande e dediche.
agli utenti della provincia di Bologna segnalo una mia partecipazione alla trasmissione odierna di Humus condotta da Piero santi sulle frequenze di Radio Città del Capo. dovrei essere in onda intorno alle 18.
segue il comunicato ufficiale dell'incontro:
FUMETTI SUL DIVANO - PRIMO APPUNTAMENTO
Mercoledì 15 novembre avrà luogo presso la libreria Modo Infoshop (Via
Mascarella 24b - 40126 Bologna) la terza e ultima serata della rassegna
"Fumetti sul divano", che offre la possibilità di incontrare alcuni degli
autori che pubblicano per Black Velvet e per conversare su quello che fanno
e sui fumetti che realizzano.
Durante questo appuntamento (la cui impostazione è in continua evoluzione)
Otto Gabos, autore di libri come "Apartments", "I camminatori", "Il
viaggiatore distante", chiacchiera con Massimo Semerano, il creatore del
"Dottor Cifra", "Rosa di strada" e "Europa", introdotti e "guidati" da
Gianni Barbieri.
Per informazioni: tel. 051/5871012 - fax. 051/5871013
info@modoinfoshop.com
www.modoinfoshop.com
Massimo Semerano e il sottoscritto converseranno su temi inerenti al fumetto. Gianni Barbieri "modererà" l'incontro con la consueta sagacia.
è un'occasione per parlare ad alta voce di fronte a un pubblico di storie, riflessioni, intuizioni che di solito affollano le nostre chiacchierate informali. una condivisione con altre persone che potranno interagire con noi. l'evento, di per sé affatto rivoluzionario, è tuttavia raro nell'ambito degli operatori del fumetto. spesso incontri e dibattiti si svolgono tra critico/esperto/giornalista che intervista autore e quasi mai tra autore che intervista autore. insomma un altro punto di vista. al termine della serata saremo a disposizione del pubblico per domande e dediche.
agli utenti della provincia di Bologna segnalo una mia partecipazione alla trasmissione odierna di Humus condotta da Piero santi sulle frequenze di Radio Città del Capo. dovrei essere in onda intorno alle 18.
segue il comunicato ufficiale dell'incontro:
FUMETTI SUL DIVANO - PRIMO APPUNTAMENTO
Mercoledì 15 novembre avrà luogo presso la libreria Modo Infoshop (Via
Mascarella 24b - 40126 Bologna) la terza e ultima serata della rassegna
"Fumetti sul divano", che offre la possibilità di incontrare alcuni degli
autori che pubblicano per Black Velvet e per conversare su quello che fanno
e sui fumetti che realizzano.
Durante questo appuntamento (la cui impostazione è in continua evoluzione)
Otto Gabos, autore di libri come "Apartments", "I camminatori", "Il
viaggiatore distante", chiacchiera con Massimo Semerano, il creatore del
"Dottor Cifra", "Rosa di strada" e "Europa", introdotti e "guidati" da
Gianni Barbieri.
Per informazioni: tel. 051/5871012 - fax. 051/5871013
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martedì, novembre 07, 2006
Memorie naif
una pagina di questa piccola storia apparsa su Mondo Naif 28. Più che una storia un pezzo di un diario mai scritto. forse invece potrei iniziare a scriverlo davvero. Quando ne ho voglia e senza la presunzione di farlo diventare necessairmante qualcosa di diverso. Continuare a ripercorrere tutti questi anni passati a fare fumetti. In merito avevo già scritto qualcosa sul sito. Ricordi ma non solo. Ogni tanto mi capita di vivere cose più interessanti di altre, cose che magari anche altri potrebbero condividere. Vediamo un po'.
Nel frattempo ho ripreso a lavorare a pieno regime. il problema è riuscire a far convivere in un'unica giornata diverse cose, spesso molto distanti l'una dall'altra. scrivere sul blog, oltre che un impegno (piacevole e che mi sono deciso di prendere in totale autonomia) è anche uno di quei bei momenti di stacco assolutamente necessari.
lunedì, novembre 06, 2006
un'altra Lucca
Un’altra Lucca
Vivere Lucca comics in centro città è molto meglio, a tratti defaticante rispetto ala bolgia tra gli stand. E soprattutto non ti sporchi le scarpe con la ghiaia e la polvere che flagellavano il piazzale che conteneva le tensostrutture. Ieri ho letto sulle prime pagine dei giornali che si era superata la quota 63.000 utenze. Con la giornata di ieri saremo arrivati a 70.000 almeno. Lo stande della Black Velvet dotato di un comodo e pratico appendiabiti ha fatto un salto di qualità. Non solo estetico ma di concezione. C’era un buon numero di autori che a turno o in batteria dialogava con i lettori, faceva le dediche. Semerano, Corona, Bacilieri, Baronciani, Francesco Mattioli, Genovese, Catacchio, Bernardi, più graditi ospiti di passaggio.Vendita e contatto con i lettori è forse l’aspetto principale di Lucca. Certo in mezzo ci sono riunioni incontri pubblici e segreti, ma alla fine quello che conta è stare in mezzo.
Il momento in cui mi sono più sentito in mezzo è stato lo show case del pomeriggio. Non sapevo quanto doveva durare e ho finito che c’era buio da un pezzo. Disegnavo e parlavo davanti al pubblico. Ho raccontato un po’ del Viaggiatore, dei suoi personaggi, di com’è nata l’idea e poi imbeccato da moderatore (anche se non c’era niente da moderare) ho svelato anche gli attrezzi del mestiere. Il tutto in un clima davvero molto piacevole e rilassante. Prima di me c’era lo show del cast fumetto di XL. Più che un incontro sul fumetto sembrava autentico cabaret. Un’ulteriore conferma a quanto vado dicendo da qualche tempo, ossia che nelle apparizioni pubbliche, si deve andare oltre alla semplice presentazione del libro, con domande del moderatore e domande (quasi sempre poche) del pubblico.
Come sempre c’erano molte novità spesso libri belli, certi molto belli. Il mio contributo l’ho dato con la partecipazione all’antologia di Fantomas di Alta fedeltà e al ventottesimo numero di Mondo Naif, che poi è anche l’ultimo, almeno di questa sua incarnazione. Mi sembra forse il numero più bello, quello di sicuro più naif e spontaneo. Con il dietro le quinte degli autori, le loro confessioni, gli schizzi, i nuovi progetti, tavole inedite e poi scritti di altri su Mondo Naif, ricordi, pareri, accenni critici. Su tutti i pezzi di Giovanni Mattioli (ma perché diamine non ti rimetti a scrivere?) e di Luigi Bernardi. Parole davvero toccanti. Io ho contribuito con qualche pagina realizzata per l’occasione. Sembrano punti, sembrano pagine di diario (che non c’è). Sono un po’ con lo stesso stile usato per Fantomas. Ditemi voi cosa ne pensate. Per me è un atteggiamento, un approccio liberatorio.
Quando finisce qualcosa ti rimane un po’ di tristezza. Con un film riavvolgi il nastro o fai il rewind con la vita ti metti a lavorare con i ricordi. Ti costruisci il tuo tempietto museale da frequentare nei momenti di ubbia e di sconforto.
Poi di notte dopo avere sbaraccato tutti all’autogrill di Santerno. Mentre si adddentava un panino Fattoria, Camogli o Rustichella c’era ancora la forze soprattuto la curiosità di dare un’occhiata all’edicola. Io ho comprato addirittura un libro scovato nella cesta delle offerte. Forse è in questo finale di partita in questo riflesso condizionato che è racchiusa parte dell’essenza di essere autore.
Vivere Lucca comics in centro città è molto meglio, a tratti defaticante rispetto ala bolgia tra gli stand. E soprattutto non ti sporchi le scarpe con la ghiaia e la polvere che flagellavano il piazzale che conteneva le tensostrutture. Ieri ho letto sulle prime pagine dei giornali che si era superata la quota 63.000 utenze. Con la giornata di ieri saremo arrivati a 70.000 almeno. Lo stande della Black Velvet dotato di un comodo e pratico appendiabiti ha fatto un salto di qualità. Non solo estetico ma di concezione. C’era un buon numero di autori che a turno o in batteria dialogava con i lettori, faceva le dediche. Semerano, Corona, Bacilieri, Baronciani, Francesco Mattioli, Genovese, Catacchio, Bernardi, più graditi ospiti di passaggio.Vendita e contatto con i lettori è forse l’aspetto principale di Lucca. Certo in mezzo ci sono riunioni incontri pubblici e segreti, ma alla fine quello che conta è stare in mezzo.
Il momento in cui mi sono più sentito in mezzo è stato lo show case del pomeriggio. Non sapevo quanto doveva durare e ho finito che c’era buio da un pezzo. Disegnavo e parlavo davanti al pubblico. Ho raccontato un po’ del Viaggiatore, dei suoi personaggi, di com’è nata l’idea e poi imbeccato da moderatore (anche se non c’era niente da moderare) ho svelato anche gli attrezzi del mestiere. Il tutto in un clima davvero molto piacevole e rilassante. Prima di me c’era lo show del cast fumetto di XL. Più che un incontro sul fumetto sembrava autentico cabaret. Un’ulteriore conferma a quanto vado dicendo da qualche tempo, ossia che nelle apparizioni pubbliche, si deve andare oltre alla semplice presentazione del libro, con domande del moderatore e domande (quasi sempre poche) del pubblico.
Come sempre c’erano molte novità spesso libri belli, certi molto belli. Il mio contributo l’ho dato con la partecipazione all’antologia di Fantomas di Alta fedeltà e al ventottesimo numero di Mondo Naif, che poi è anche l’ultimo, almeno di questa sua incarnazione. Mi sembra forse il numero più bello, quello di sicuro più naif e spontaneo. Con il dietro le quinte degli autori, le loro confessioni, gli schizzi, i nuovi progetti, tavole inedite e poi scritti di altri su Mondo Naif, ricordi, pareri, accenni critici. Su tutti i pezzi di Giovanni Mattioli (ma perché diamine non ti rimetti a scrivere?) e di Luigi Bernardi. Parole davvero toccanti. Io ho contribuito con qualche pagina realizzata per l’occasione. Sembrano punti, sembrano pagine di diario (che non c’è). Sono un po’ con lo stesso stile usato per Fantomas. Ditemi voi cosa ne pensate. Per me è un atteggiamento, un approccio liberatorio.
Quando finisce qualcosa ti rimane un po’ di tristezza. Con un film riavvolgi il nastro o fai il rewind con la vita ti metti a lavorare con i ricordi. Ti costruisci il tuo tempietto museale da frequentare nei momenti di ubbia e di sconforto.
Poi di notte dopo avere sbaraccato tutti all’autogrill di Santerno. Mentre si adddentava un panino Fattoria, Camogli o Rustichella c’era ancora la forze soprattuto la curiosità di dare un’occhiata all’edicola. Io ho comprato addirittura un libro scovato nella cesta delle offerte. Forse è in questo finale di partita in questo riflesso condizionato che è racchiusa parte dell’essenza di essere autore.
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