martedì, ottobre 21, 2008

Halifax



Usufruisco di questo stato di grazia improvviso per scrivere ancora.
Un giorno di fine agosto ad Halifax, Nuova Scozia.
fa davvero un effetto straniante andare in uno di quei posti lontani che hanno un nome che inizia con Nuova o Nuovo.
La Nuova Scozia incarna alla perfezione questo straniamento.
Una penisola che si spinge con forza verso l'oceano atlantico quasi in un tentativo disperato di raggiungere la madre patria.
I colori il colpo d'occhio intorno e soprattuto la zona del porto mi ricorda in senso inverso Inverness un altro porto della Scozia settentrionale che invece sembrava protrarsi al di là dell'Europa verso l'America.
è questo istinto di andare oltre, di cambiare festa anche quando ti stati divertendo da matti che mi attrae sui moli, alla fine della banchina.
ho sempre desiderato passare un po' di tempo ina casa che è alla fine di qualcosa. Di una città, di un pese, di un continente.
Halifax è un po' alla fine di un continente. Andando più in là non è che ci siano poi così tante città.
Mentre Maria e Marc facevano un giro in uno di quei battelli con la faccia da pupazzo, una specie di trenino Thomas acquatico io sono andato a spasso per il porto. Poche facce da porto, nessun pirata, rari i marinai, molti i turisti. Anch'io in quel momento ero un turista. Però alla fine del molo non c'era nessuno. di fronte l'isolotto con il faro. Una storia maledetta di morti impiccati lasciati a marcire ben visibili alla navi in transito. Morti impiccati come monito per i pirati e malfattori. L'isola con il faro ha anche un nome perfetto per una bella storia: Devil Island.
Adesso è chiusa e non ci vive più nemmeno il guardiano del faro.
Peccato.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Finalmente! Che bello leggerti....ben tornato! ;) Ebe

ottogabos ha detto...

ciao Ebe.
fra un po' sarò di nuovo in Sardegna.