venerdì, ottobre 24, 2008

L'autunno greve

Maria quando è andata in prima elementare a White Plains sapeva poche parole d'inglese. Maria è perfettamente bilingue. Dice che la scuola è stata determinante. il contatto quotidiano con altri bambini, la pratica sta alla base dell'apprendimento.
è raro che usi questo blog per comizi o cose simili, però questa volta non posso farne a meno.
creare classi specifiche per immigrati mi sembra una carognata, un ennesimo segnale verso l'imbarbarimento. l'aria è carica di segnali. Tutti molto brutti, molto grevi.
Questa Italia che si sta materializzando è sempre meno l'Italia che vorrei, sempre meno l'Italia che sognavo da bambino a Cagliari dove immaginavo una città piena di gente proveniente da tutto il mondo perché era più bello osservare e vivere la varietà (non conoscevo ancora il termine multietnico).

Marc quest'anno va in prima elementare. La scuola gli piace, si applica. Fatica e si diverte.
Devo dire grazie a lui e grazie alle insegnanti che fanno con cura e competenza il loro lavoro.
non è come dice qualcuno che mentre una insegna in una classe l'altra se ne sta fuori senza fare niente.
Non è così. Nossignore.
Mia madre ha fatto l'insegnante elementare per anni. Ha insegnato nelle miniere del Sulcis, nelle multiclassi con i maggiorenni, nelle stalle insieme alle galline. Ha fatto chilomentri sotto la pioggia, attraversato strade sterrate in lambretta, preso la littorina ogni giorno alle 5 del mattino. Si è fatta il culo per un lavoro che amava e che è stato avaro di soddisfazioni economiche e professionali ma ricco di gratitudine umana. Insomma mia madre è stata ciò che la società definisce come perdente. Una delle tante. Per me invece è stata un modello di vita.
Grazie Maria Teresa.

5 commenti:

Luana Vergari ha detto...

Bello il blog.
Bello soprattutto quest'ultimo post.
L.

ottogabos ha detto...

grazie luana.
è che ieri dopo Anno Zero non ce l'ho fatta proprio a resistere.
i barbari sono arrivati.

francesca ha detto...

per non parlare di come lavorano al di fuori della scuola... riunioni fino a sera tardi e pile di quaderni da correggere ogni giorno. Mia madre insegna da più di trent'anni e continua a farlo, con passione e dedizione.
Negli altri settori maggiore è la responsabilità che una professione comporta e maggiore è la considerazione sociale e la retribuzione economica. Perché in questo caso deve essere l'esatto contrario?

Eri in piazza ieri sera?

Un abbraccio.

ottogabos ha detto...

No in piazza non ci sono andato. faccio fatica ad andare coretie e manifestazioni. mi sento ancora più impotente. tempo fa, al tempo dei girotondi, una mia cara amica abbastanza fumantina e pasionaria alla mia obiezione che con i girotondi e i cortei non si andava da nessuna parte mi ha risposto con: è l'unica cosa che ci resta da fare.
mi si è gelato il sangue.
non si tratta più nemmeno di resistere come diceva il poeta, ma forse solo di esistere.
non so come andrà a finire questa storia. forse qualcosa verrà smussato, ma sarà qualcosa messa in conto preventivamente.
spero davvero di sbagliarmi e che da lunedì la scuola diventi il futuro (radioso) di tutti noi.

Anonimo ha detto...

Sono d'accordissimo. Se metti insieme dei bambini che non sanno l'italiano e che vengono da tutto il mondo, che cosa impareranno? Meglio sostenerli con lezioni aggiuntive solo per loro ma tenerli in classe con gli altri bambini italiani. L'Universita' va riformata pero che e' una scandalo noto da troppo tempo.
Ciao.
Patrizia