giovedì, ottobre 15, 2009
Aspettando Esperanto 11. La catarsi del divertimento
il momento di un colloquio du lavoro. convincere l'altro che la tua idea è vincente. tu lo sai che è la verità e anche se sai che non è vero ci devi credere lo stesso. l'altro è il nemico, il tuo benefattore, il tuo insegnante all'esame. Bemporad è bravo e intelligente soprattutto superiore. usa con spregiudicatezza cinica, ironica e sublime la sua stessa disgrazia. fa diventare, gioco, veicolo di divertimento l'oggetto della sua sofferenza. sofferenze umiliazioni, torture, la morte nella moglie, sublimate e trasformate nel futile. l'azzeramento totale, autolesionismo o punizione. Oppure semplicemente catarsi. ridere di se stessi per guarire una ferita altrimenti inguaribile. Bemporad monda la propria etica costruendone un'altra. è un delitto creare divertimento? perché il divertimento dev'essere etico? chi l'ha detto? perché bisogna avere quasi un senso di colpa a confessare di essersi divertiti? a volte lo spessore delle cose sta nella sua impalpabilità intrinseca. mi ricordo quanti sensi di colpa provavo nell'apprezzare la disco musica. l'ascoltavo di nascosto a casa dalla radio. ballavo anche. male e goffo, ma ballavo anche. poi a scuola invece litigavo con il mio compagno di banco. lui in discoteca ci andava sul serio. non pensava ad altro che a ballare a alle ragazze. si pettinava e usava già acqua di colonia. e io a prendere le distanze serioso e palloso che sembravo un trombone a 16 anni. nella mia ipocrisia sconfinata ero arrivato a dire che Claudio Lolli faceva belle canzoni-e non era vero, e mi perdoni Lolli. Era bella la colonna sonora di Saturday Night Fever, era bello Gino Soccio e gli Chic. Inarrivabili, elegantissimi. stilosi.
nel 1980 in gita scolastica a Palermo gettai la maschera. scesi in pista e ballati come un pazzo Upside Down di Diana Ross con musiche degli Chic. Di Claudio Lolli non trovai neanche più la cassetta audio...
Chissà se Isidore Bemporad ha mai ballato.
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