venerdì, ottobre 16, 2009
Aspettando Esperanto 12. La Seconda Guerra Mondiale
Siamo alla pagina del gioco. Forse il fulcro del libro. All'interno ho spiegato poco o niente. giusto qualche frammento. lascio spazio alla fantasia e alle interpretazioni. anche perché io stesso non le conosco bene le regole. Non sono appassionato del gioco. A Esperantia sarei di sicuro un ribelle moralista nemico di una società basata sull'azzardo. Io sono per il lavoro come pratica e come autodeterminazione. una questione di dignità quella di avere la possibilità al lavoro.
sarebbe bello se qualcuno illuminato o dotato di particolare creatività ludica progettasse il gioco, che poi si chiama Seconda Guerra Mondiale. è un parente del Risiko, ma anche degli scacchi, del subbuteo, dei trenini elettrici e delle piste polystil. Cose rapinate all'infanzia. Dei giochi moderni non s niente. Ho giocato un paio di volte con la playstation con effetti penosi. Sto ai video giochi come sto al poker. potrei sentirmi anche disadattato, ma ho deciso di no. Ho un sacco di altri motivi per sentirmi disadattato. Quindi lasciamo che Isidore Bemporad faccia i suoi milioni di milo ( la moneta di Esperantia) e che il giovane Xabu diventi il campione.
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