venerdì, aprile 23, 2010

Per tutta la vita

Stavo leggendo dei commenti sul blog di Igort riguardo al suo ultimo post dove pubblica alcuni disegni inediti di un progetto di libro che non sa ancora se prenderà forma e sarà mai realizzato e pubblicato. andando avanti Igort riflettendo sui libri da fare diceva:
"Ho, nel cassetto, qualcosa come 11 libri inediti. che resteranno tali ancora chissà per quanto. Vediamo, come dice Ben Katchor."
nel commento sottostante Gherardo L. chiedeva:
"11 libri inediti? La domanda allora viene spontanea: cosa ti spinge a pubblicare un libro e a tenerne nel cassetto un altro?"
al momento Igort non ha ancora risposto ma comunque la riflessione ha uno spunto universale che mi coinvolge direttamente in quanto autore che fa e progetta libri.
Mi sono messo a contare i libri che non ho fatto e che in qualche forma esistono. Sono 13. certi li dovevo fare tutti io, altri sarebbero dovuti essere il frutto di collaborazioni. Mi sono chiesto perché non li ho fatti. ancora fatti. mai fatti.
i fattori più frequenti sono mancanza di tempo, urgenza, problemi editoriali, declino dell'interesse, disinteresse di un editore, erano solo chiacchiere da bar, imprese titaniche.
di contro mi chiedo qual è il criterio che mi spinge a pubblicare un libro e tenerne nel cassetto un altro.
a volte è anche il caso. a volte capita che lavoro su più fronti e poi metto in cantiere quello che ha trovato un riscontro editoriale. A volte scelgo di istinto. a volte è il libro a scegliermi, a trascinarmi dentro, a obbligarmi a raccontarlo. ed è la variante più bella. l'innamoramento.
Altre volte mi rendo conto che per certi progetti mancano dei pezzi, degli approfondimenti. manca quel qualcosa che mi fa stare in pace con la coscienza di autore. non sto barando, non me la sto raccontando. La storia è proprio questa.
l'altro giorno Umberto Palazzo rispondeva a una mia domanda sul rapporto che un artista ha con lavori di 10, 15 anni fa e magari oltre. io spesso mi sono confrontato con le cose che ho fatto con enormi sbalzi di umore. sarei voluto intervenire per cambiare una vignetta, un naso, uno sfondo, una parola. Avrei voluto colmare i bug come in un sistema operativo. con il passare del tempo mi sono reso conto che ogni lavoro è a se stante, da inserirsi in un contesto storico. l'equilibrio sta nell'imperfezione, nella testimonianza di un momento, di un periodo del percorso. Sto imparando a sopportarmi.
tornando a Umberto mi ha detto:
Ho sempre pensato che dovevo fare canzoni che potevo cantare per tutta la vita.
Penso sia un concetto bellissimo. Da applicare a ogni canzone a ogni libro.
vediamo...

Disegni fatti in piedi



è assodato che per quanto mi riguarda La giustizia siamo noi è il romanzo più complicato che abbia mai fatto. Perfino di Esperanto che mi sembrava impossibile. con la Giustizia mi sono (e mi sto) addentrando in territori ostici sia come tematiche da raccontare che cose e luoghi. armi, poliziotti, violenza. e poi c'è il discorso del segno. mi sono preso responsabilità e coraggio e sto usando la matita. ho rotto definitivamente i legami con i disegno finito, strutturato. ecco è poco rassicurante, è molto sporco, non è grazioso. però è aggressivo, istintivo, forse rabbioso. per certi versi è la modulazione a fumetti di quanto ho fatto di recente con Sarti Antonio, come cavare un ragno dal buco. sto portando avanti il discorso applicato a una narrazione con un altro rimto con un altro montaggio.
il bello è che scopro diverse cose, faccio ragionamenti, teorizzo mentre faccio la pratica. Mai come in questo caso mi sento in laboratorio, forse officina. se fosse musica direi che sento la Giustizia vicino a diverse cose per ragioni diverse. Ecco un elenco in ordine sparso: Sonic Youth, Pixies, My Bloody Valentine, Massive Attack (Danny the Dog), the Wire, santo Niente (che sto ascoltando molto in questi giorni).
Vado avanti, tra il timore della scommessa e l'entusiasmo dell'esplorazione quotidiana.
come per Sarti Antonio disegno spesso in piedi con matite grasse, sfumino e gomma pane.
Vi mostro un assaggio. un'immagine che ho appena finito.

venerdì, aprile 16, 2010

Gabos a Parma

Indefesso continuo il tour promozionale. domani 17 aprile sarò a Parma al POP Store di via Bixio 51/C.
ecco il comunicato ufficiale:
Parma, aprile 2010 – Ritorna il bel fumetto, al POPstore di via Bixio: sabato prossimo, ospite speciale sarà Otto Gabos, in occasione dell'uscita del suo ultimo lavoro, sceneggiato questa volta dal grande giallista Loriano Macchiavelli. In Come cavare un ragno dal buco, edito dalla parmigiana Leonardo Publishing, Macchiavelli riporta sulla scena il sergente Sarti Antonio, in una nuova avventura arricchita dalle tavole di Otto Gabos che, dopo svariate pubblicazioni nel mondo del fumetto italiano e internazionale, si è dedicato qui per la prima volta all’illustrazione di un romanzo. Un giallo avvincente, per adulti e ragazzi. Un libro creato a quattro mani, dove scrittura e illustrazione hanno la medesima importanza: le parole scritte s’interrompono per lasciare il racconto alle immagini.
Otto Gabos sarà ospite di POPstore, il negozio di fumetti e pop-culture, sabato 17 aprile dalle 16.30 Sarà possibile ricevere autografi e disegni originali.

Per info:
POP STORE
Via Bixio, 51/C
43100 Parma
tel. 0521 20 70 77
info@popstore.it

mercoledì, aprile 14, 2010

anteprima con Sarti Antonio




Prima dell'incontro di oggi altre due immagini tratte dal romanzo.
mi sono imbottito di antibiotici, miele, propoli e pappa reale. spero di essere sufficientemente presentabile. la voce invece sarà di sicuro bassa e e nasale.o magari pure meglio....

Loriano Macchiavelli e Otto Gabos, oggi mercoledì 14 aprile alle 18 presso la libreria Coop Ambasciatori in via orefici 19, Bologna

lunedì, aprile 12, 2010

Macchiavelli e Gabos a Bologna

Per la prima volta insieme a Bologna Loriano Macchiavelli e Otto Gabos parleranno del loro nuovo romanzo: Sarti Antonio, come cavare un ragno dal buco, Leonardo Publishing.
Parleranno in pieno centro, in una bella libreria a un orario non impossibile davanti a un pubblico attento e, si spera, numeroso.
seguiranno domande e fime con dediche.
Modera Armando Minuz, uno dei curatori del volume.

Macchiavelli e Gabos
mercoledì 14 aprile ore 18, Libreria Ambasciatori, via Orefici 19, Bologna

domenica, aprile 11, 2010

Grazie a Malcom



Qualche giorno fa è morto Malcom McLaren. senza di lui non ci sarebbero stati i Sex Pistols. senza di lui il punk sarebbe stato forse diverso. O non sarebbe mai esploso come fenomeno sociale oltreché musicale. senza i Sex Pistols e quelli dopo di loro forse non avrei mai capito che per fare le cose oltre al talento serviva anche la grinta, la volontà, il coraggio di osare e di provocare. Ed è probabile che a vent'anni non mi sarei trasformato in otto gabos e non avrei fatto i fumetti.
Tutto questo invece è successo e fa parte di me. per fortuna.
Per cui un grande saluto al genio e soprattutto un grandissimo grazie!