mercoledì, febbraio 28, 2007

una mattina con Mario Biondi

Che dire?
questo disco mi fa venire il buonumore. mi fa lavorare in scioltezza. direte che Mario Biondi non fa niente di nuovo, che fa standard arrangiati in maniera ultraclassica con quel tipico sound a metà tra il bossanova e nujazz, che canta a metà strada tra Barry White, Isaac Hayes e Chris Rea. ma alla fine chi se ne frega. forse è anche per tutto questo che mi piace e me lo ascolto in continuazione.
la giornata è iniziata con il politologo Sartori che parla del bunker ideologico di Prodi, di mio figlio che ha sognato che eravamo inseguiti da lupi e volpi e bastava un albero a nasconderci e proteggerci e la giornata continua fra poco dopo l'upload di queste righe con una nuova pagina di Esperanto da inchiostrare. Sto facendo la scena di uno sciopero di massa con fischietti, megafoni (mica facili da disegnare) e manganelli in azione. a metà mattina riunione telematica con Laura che sta colorando alla grande. pomeriggio a inchiostrare e a soffrire per il mio Cagliari che gioca a Torino. Serata a preprarmi un intervento oratorio che farò domani pomeriggio in un convegno organizzato dal CADIAI di Bologna. titolo del convegno: Il castello dei mostri, Attività espressive e intervento educativo in psichiatria dell'età evolutiva.
buona giornata e torniamo a lavorare in compagnia di Mario Biondi.
handful of soul...

martedì, febbraio 27, 2007

Going in style

per chi disegna fare la notte è una prassi comune. dico purtroppo perché è una cosa pesante. fare la notte significa stare svegli e lavorare. tra domenica e lunedì ho quasi fatto la notte. erano le 6 circa quando sono andato a letto. lavoravo alternandomi tra la tavola di carta e il computer e ascoltavo in sottofondo la lunga maratona per la notte degli oscar. Mi sono quasi commosso quando è salito sul palco Ennio Morricone a ritirare un premio che poneva un rimedio seppur tardivo a una carriera strepitosa. era davvero curioso e bizzarro che uno come lui non avesse mai vinto l'oscar. Invece Celine Dion che cantava la colonna sonora di Titanic sì. E Celine Dion era di nuovo lì a interpretare Morricone. Non mi è piaciuta affatto la versione. Non mi piacciono affatto queste interpretazioni dove si fa sfoggio di virtuosismo vocale spennellato da una dose appiccicosa di pathos a buon mercato. è un po' una costante comune a buona parte degli interpreti americani. Lo ammetto sono sempre stato più incline alla secchezza elegante britannica.
Tra una pagona di lavoro e l'altra ho gioito per Martin Scorsese. Forse insieme a Coppola e Lynch è il regista dell'America contemporanea che preferisco. Anche in questo caso si tratta di un premio tardivo e riparatore. Se si pensa alla filmografia di Scorsese c'è solo da farsi venire i brividi. è la storia del cinema.
Invece c'è stato un film visto nel pomeriggio che forse non ha fatto la storia del cinema ma che mi ha colpito parecchio.
è del 1979 per la regia di Martin brest ( quello che anni dopo avrebbe portato al successo la serie di beverly Hills Cop). In italiano si chiama Vivere alla grande, ma è il titolo originale Going in style a rendergli giustizia. è una storia di 3 vecchietti che vedono consumarsi il loro ultimo spicchio di vita su una panchina di Queens. una panchina come tante, come quelle di Bologna, di Cagliari ecc. la noia si fonde con l'inutilità. I 3 vecchietti sono attori straordinari. George Burns, Art Carney e Lee Starsberg. per dare un senso all'inutile e dignità a un'esistenza soffocata decidono di fare una rapina a una banca. e ci riescono pure. da lì si alterna un gioco sottile tra commedia e dramma. dialoghi secchi e calzanti come lo sono stati quelli del decennio in questione. Una fotografai quasi sciatta da periferia, da canicola estiva, Hotter then july cantava Steve Wonder. e in quell'unidità afosa vengono fuori le persone e le storie.
non so perché, ma è da un po' di tempo che mi attraggono le storie al termine della carriera. sarà per le chiacchierate con mia madre che vive sola e lontano da me ma che va aavanti con grinta e curiosità. la vecchia terza età mi offre stimoli e riflessioni narrative che non avevo mai considerato appieno. c'è un oceano di ricordi, di esperienze e anche di speranze che aspettano solo di essere raccontate. storie lo sono già da un pezzo.

martedì, febbraio 13, 2007

Il figlio della notte

Spesso non mi ricordo la trama dei libri che ho letto e dei film che ho visto. ci sono persone che invece si ricordano per filo e per segno tutto (o quasi ) e a volte addirittura i dialoghi. io no. pIù che altro mi rimane ciò che chiamo l'essenza, il mood, lo spirito, ma poi tutto si sfilaccia. capita così che periodicamente legga libri già letti o riletti. Stessa cosa dicasi per i film. é uscito da poco la ristampa de Il figlio della notte di Jack Williamson. ho comprato il volume ( anche se lo possedevo già) perchè fa parte di Urania Collezione, unica serie da edicola di cui facccio effettivamente la raccolta. e non ho fatto a meno di rileggerlo. a distanza di circa 6o anni ha ancora intatto tutto il suo fascino, in bilico tra noir, horror, fantascienza(poca) e romance. è parente strettissimo el film cult Cat People uscito nello stesso periodo. se lì il fascino era nelle immagini e nella spelndida fotografia qui invece è nella forza visionaria e oserei dire sensuale di certe sequenze. come ho detto non mi ricordo le trame. e rileggere Il figlio della notte diventa una scoperta che si rinnova. Me lo porto in giro in autobus o le leggo nei ritagli di tempo o durante le sessioni allo scanner (avete presente quan'è noioso stare dietro agli scanner?)
è da anni che pesn sarebbe bello scriverne il seguito. Mi chiedo perché Williamson non l'abbia mai fatto e perché la versione anni '80 di Cat People sia così brutta.
lo leggo e lo vedo in bianco e nero con solo l'aggiunta dei capelli rossi della protagonista April. . nella mia mente si manifesta un po' film un po' graphic novel (ma non m'immagino disegnata da chi, forse Kaluta?)
Consigliato vivamente.

venerdì, febbraio 09, 2007

My Beauty?

Capita a volte, mentre spulci tra gli scaffali dei negozi di cd usati di trovare cose che quando erano uscite anni prima ti erano sfuggite. Possono essere delle vere e proprie perle come Outernational di Billy Mackenzie, trovato in un negozietto di Berlino, o i misteriossimi Morning Star, bizzarro incrocio tra country e stile Canterbury, scovato in una cesta di CD sfigati in un secondamano nei pressi della PAM di via Bellaria, oppure come questo che vedete qui sopra. è lui, Kevin Rowland, quello di C'mon Eileen, dei Dexy's Midnight Runners. anni '80, poprock celtico (ma assai poco leghista). poi anni di oblio. tanti. pare i soliti problemi di droga. La grande chance gli capita nel'99 con questo My beauty. ti spiazza già dalla copertina. sono lontani i tempi cui kevin si presentava con tanto di salopette rurale e aria assorta sul gradio della casa della fattoria. rimani davvero spiazzato anche quando scorri il booklet interno. anche lì è tutto un gioco di boa piumosi. poi mentre metti su il cd cominci a leggere qua e là . traduco. "Queste canzoni mostrano la mia definizione di bellezza. Ho capito che avevo bisogno di inciderle prima che potessi fare qualsiasi altra cosa". Accidenti! ascolto. si apre con The greatest love of all. sì, quella canzone di Whitney Houston. quella canzone zuccherosa. l'inizio è al dichiarazione d'intenti. un equilibrismo pericolosissimo tra kitsch assoluto e passione sublime. il dubbio ti assale e ti cattura fino alla conclusione dl disco. in mezzo anche Beatles e Burt Bacharach. Non capisco. lo rimetto su e continuo a non capire. mi capita di rado di non riuscire a a catalogare, a definire. mi dà abbastanza fastidio. E allora leggo recensioni in rete. O lo stroncano senza pietà, o lo osannano. io continuo ad ascoltarlo sperando. Oggi però mi sono dedicato di più alle Scissor Sisters (il primo disco).
ieri sera invece una bella scoperta. in un pub vicino a casa, con Omar, Semerano e l'architetto Ruggeri. una bella canzoncina che sembra suonata da Bregovich e cantata da David Byrne e ambientata nei Caraibi. chiediamo al barista informazioni. Beirut. Postacards from Italy. Sono di New York. oggi ho ascoltato altri loro brani in rete, tutti vari, ricchi di fantasia e con strumenti atipici. strumenti poveri e desueti e per questo forse assolutamente originali. Vivamente consigliati.

mercoledì, febbraio 07, 2007

ecco Esperanto!

Questa che vedete è anche uno dei motivi di questa mia ingiustificata ed ennesima latitanza prolungata. è una pagona del mio nuvo libro. si intitola Esperanto e lo sto realizzando per KSTR una nuova etichetta di Casterman. è un libro lunghissimo che mi sta impegnando davvero tanto. uscirà in autunno in Francia e spero quanto prima anche in Italia. Il formato sarà il solito, quello che mi piace più di tutti: il comic book. Esperanto lo sta colorando Laura Congiu, che è giovanissima, già brava e da come suggerisce il nome sarda anche lei. Guarda caso di Cagliari come me. Ho tanto da dire su questo libro, su Cagliari, sul Viaggiatore che continua a viaggiare anche se molto lentamente e a intermittenza. cercherò di essere più presente. Sono giornate intense e sto scoprendo la mattina quando fuori c'è ancora buio. Disegno e mi sento partecipe di quel popolo che produce e che fa andare avanti il mondo. anche questa è una sensazione di appartenenza.
p.s. grazie a tutti quelli che mi hanno consigliato immagini e fonti dove andare recuperare il ghetto di Varsavia.