martedì, marzo 17, 2015

L'illusione della terraferma. Quasi una tavola finita.

Cominciamo a tirare le somme. Dopo tanto lavoro è tempo di mostrare qualcosa di finito o di quasi finito. Niente di meglio che una tavola, ancora priva del lettering con il testo, ma abbastanza definita. C'è molta terra, la mia idea di Sardegna e di Sulcis molto immaginario e soprattutto ricordato quando da bambino lo attraversavo in treno con mia madre per andare a Iglesias dove insegnava alle scuole di Campo Romano, il villaggio di minatori. Me lo ricordo così il Sulcis, un posto dal nome evocativo, che sembra lontano e denso di storie. Per farlo ho usato la grafite, lo sfumino, tanta china, i colori liquidi e poi le rifiniture preziose di Ilio Leo che hanno reso tutto più omogeneo e caldo. Caldo come la terra, anche quella che scende nelle viscere e che diventa miniera. Perché L'illusione della terraferma è anche storia di miniera e di minatori.

lunedì, marzo 16, 2015

Il migliore amico del koala

Il più delle volte sono i bambini ad andare in giro con i peluche. Ce ne sono tanti davvero bellissimi, c'è un negozio sulla 5th Avenue, vicino a Central Park, che ne ha così tanti e tutti così fantastici da riempire l'intero negozio a più piani. In quel paradiso dei peluche in un giorno di pioggia avevo perso moglie e figlio inghiottiti dalla folla prenatalizia. Non è che invece mi ricordi di peluche che se ne vadano in giro stingendosi tra le braccia o trascinandoselo dietro un bambino. Romeo, che è un bambino, è anche eccezionalmente il migliore amico del suo peluche, un koala fornito di papillon.


sabato, marzo 14, 2015

Koala e Romeo.
Prove tecniche di trasmissione 01

Koala l'avevamo inventato da bambini mio fratello e io. Era molto aristocratico, molto british che nel tempo passa da una fase di grande fervore religiose in cui si dichiarava piissimo a una successiva dove si lasciava andare alle passioni estemporanee delle clienti che si fermavano alla sua pompa di benzina, visto Koala faceva il benzinaio.
Romeo invece non ride e questo vi basti.
Romeo nel mondo di Koala è il suo migliore amico immaginario.
Koala nel mondo di Romeo è un peluche che gli ha regalato la signora Dina di cui parleremo un'altra volta.
La signora Dina spera di essere rapita da un pilota di un jet da caccia americano, ma anche inglese. L'importante è che sia alto, con i capelli e romantico come lei.

sabato, marzo 07, 2015


Gli occhi grandi si inseguono sempre.

Sull'autobus affollato che va verso il grattacielo di periferia due ragazzine del Nord Africa ridacchiano. Sono giovani, andranno alle superiori. Una ha il fazzoletto che le nasconde i capelli, l'altra no. Occhi intensi scuri e accento bolognese. Parlano fitto fitto delle cose che parlano le ragazze quando scoprono il mondo. C'è tutto quell'entusiasmo per la vita che anche quando sale sopra le righe è un piacer ascoltare. Ridono e le risale fanno sempre bene all'anima, specie quando è incarognita come ci si incarognisce sugli autobus. Parlano di ragazzi, ne parlano male ma si capisce che ne pensano bene. 
Mentre l'autobus si avvicina alla nuova fermata noto due ragazzi che si danno un gran da fare correndo per raggiungerlo. Vengono notati anche dalle ragazzine che dicono cose tipo "non ci posso credere.... hai visto ci hanno seguito, vogliono salire sull'autobus, cosa facciamo? dai scendiamo? ma ce la facciamo ascendere c 'è troppa gente, dai scusi permesso, fateci scendere!" Non è che sono poi tanto convinte di scendere queste ragazzine, anzi dopo un timidissimo tentativo restano al loro posto appese alle maniglie come quasi tutti a bordo. I presunti inseguitori salgono sull'autobus all'ultimo momento. Ansimano, affannano piegati in due dallo sforzo. Poi si tirano su. Hanno loro occhi grandi e dai tratti potrebbero venire dal Bangladesh. Si guardano intorno spaesati, poi si illuminano e si danno di gomito. Si aggiustano i capelli che sono nerissimi e drittissimi cosparsi di gel. Cominciano a darsi un tono a parlottare dandosi un tono. Le ragazzine smettono di ridacchiare e bisbigliano. Si danno un tono anche loro e gli sguardi continuano a incontrarsi. C'è la gioia della gioventù, quella gioia universale senza confini etnici, geografici, culturali. Sono ragazzi che fanno i ragazzi com'è giusto che i ragazzi facciano. 
In qualche modo mi sento partecipo anch'io e proprio non vorrei scendere da quell'autobus diretto al grattacielo di periferia. Vorrei seguire l'evolversi di quegli sguardi, vedere nascere un'amicizia o soltanto un ricordo buffo di una sera d'inverno padano. Avrei voluto filmare tutto e poi caricare il video su you tube come un esempio di quanto sia bella la vita con una dedica particolare a tutti quegli imbecilli invasati che imperversano nel mondo e sul web che vorrebbero invece un altro mondo decisamente più triste, senza sorrisi e soprattutto senza gioia.