giovedì, ottobre 29, 2009

Appuntamento con Otto Gabos a Lucca 2009



Ho messo in quarantena il raffreddore e domani mattina presto prendo il treno per Lucca. Ci starò fino a domenica mattina e sarò abbastanza reperibile allo stand della Black Velvet dove sarò al lavoro per Esperanto. Firme , disegni con dedica e chiacchiere con i lettori, poi una serie di inziative interessanti e carine che troverete direttamente sul sito della Black Velvet. Passerò a salutare amici, autori, editori e libraio. Un piacevole rituale che si ripete ogni anno da tanti anni. la mia prima Lucca fu nel 1984, al palasport. Avevo una cartella gigantesca che strisciava per terra in mezzo alle foglie arancioni. Faceva molto freddo e forse ne sentivo ancora di più perché ero emozionato di vedre anche se solo di striscio i miei autori preferiti. Emozionatissimo di mostrare i miei lavori a Fulvia Serra e Vincenzo Sparagna che ai tempi dirigevano Alter Alter e Frigidaire, che per me, new waver incallito erano il massimo.
domani partirò senza cartella gigante e con altre emozioni. molto diverse ma sempre emozioni. e finché ci sono vale la pena andare a Lucca Comics.

Otto Gabos firma Esperanto: venerdì 30, sabato 31 ottobre, domenica 1 novembre allo stand Black Velvet

sabato, ottobre 24, 2009

Acquista Esperanto online dal sito Black Velvet

Da oggi puoi acquistare Esperanto direttamente dal sito della Black Velvet. Avrai la tua copia prima degli altri e pure con uno sconto. mi sembra ottimo. poi già che ci sei puoi dare un'occhiata al resto del catalogo. troverai di sicuro altri libri che ti interesseranno e se non li hai già anche le altre mie produzioni per Black Velvet:
Apartments
Apartments. Gente Comune
Il Viaggiatore distante 1. L'inverno atlantico
Il Viaggiatore distante 2. Esilio Interiore
Frontiera

Clicca sul titolo di questo post ed esplora il catalogo Black Velvet!

venerdì, ottobre 23, 2009

Fumetti al DIMA



Per gli amici di Bologna e dintorni.

Vi volevo dire che questo weekend al centro commerciale DIMA c'è uno speciale fumetto. incontri, mostre e vendite libri. C'è anche un laboratorio creativo per bambini con Otto Gabos .
è gratuito e se venite mi farete un gran piacere.
sabato mattina alle 10.30.
Nel pomeriggio alle 18, Gianni Barbieri incontra Alessandro Poli e Andrea Venturi.
domenica 25 alle 10.30 ci sono i caricaturisti e poi alle 18 incontro con Kappa edizioni che parleranno dell'Enciclopedia dei mostri giapponesi.

presso la libreria del Dima troverete una selezione sceltissima degli ultimi volumi delle più prestigiose case editrici di fumetti con sede a Bologna.
Fumetti al Dima, un modo diverso di fruire il centro commerciale.

martedì, ottobre 20, 2009

Aspettando Esperanto 15. Mods Skarabos



I Lord Skarabos sono una mia rivisitazione dei Mods. non vanno in giro in lambretta né usano il parka verde. hanno tuba e mantello che li riconduce alla Carboneria, alle società segrete. Gli Skarabos sono stati tra i personaggi di Esperanto che mi hanno più intrigato dal punto di vista grafico. Forse avrebbero potuto avere il respiro giusto per un ruolo di spicco, da protagonisti. ma forse sarebbe stata un'altra storia come ho già scritto in un post precedente, quello intitolato: Le Seconde Linee.
penso spesso ai Mods, al loro periodo storico carico di tensione immediatamente precedente alla contestazione studentesca. gli ultimi baluardi di un'eleganza ricercata e rigorosa. belli da vedere e belli da ascoltare. quando c'erano i Mods originali ero troppo piccolo. sono arrivato con la seconda ondata, quella post punk dei Jam. Peter Weller mi folgorò. da allora ho praticamente tutto di Paul Weller, nelle sue varie avventure musicali. non escludo di affrontare il movimento Mods in una prossima storia che sia più ampia e articolata che solo dal punto di vista musicale. c'era il fermento delle periferie, insieme ai mods nasceva anche il suo rovescio: il movimento skinheads con diverse analogie musicali, gli stessi malumori ma risolti in maniera radicalmente opposta e non condivisibile. C'erano i rockers e c'erano tanti altri ragazzi che di tutto ciò non ne sapevano assolutamente niente. forse parlerei proprio di questi ultimi. ragazzi un po' come mio padre che negli anni Cinquanta suonava ma non ascoltava Elvos e il Rock'n'roll. suonava la fisarmonica che non era uno strumento molto rock'n'roll. i suoi miti erano maestri Gorni Kramer. A me sembrava strano e incredibile che un ragazzo degli anni cinquanta non fosse rock'n'roll, così come mi sembrava strano che tra la fine degli anni Settanta e la prima parte degli Ottanta ci fossero dei ragazzi che non ascoltassero punk, new wave, post punk. E invece erano in tanti che ascoltavano tutt'altro.
A distanza di anni a rileggere la storia, la mia, è stato un po' come svegliarsi da un lunghissimo sogno.

lunedì, ottobre 19, 2009

Aspettando Esperanto 14. Un equivoco linguistico



Mi è capitato, prima in occasione dell'edizione francese, e ora in attea dell'edizione italiana, di ricevere alcune lettere di studiosi e appassionati esperantisti. Lettere molto accorate e puntuali che vertevano sui miei errori sintattici e grammaticali presenti nel romanzo. apprezzo l'entusiasmo e faccio tesoro delle precisazioni, però tengo a precisare alcuni dettagli del mio libro che poi non son marginali.
Esperanto non è un testo di grammatica esperantista, né tantomeno si arroga (e mai ne avrebbe il fine) di essere scritto in esperanto. Esperanto è n'opera di fantasia, un romanzo, un'ucronia, anzi una distopia ambientata in un altro continuum spaziotemporale dove le guerre sono state soppiantate dal gioco d'azzardo e l'esperanto ha avuto la diffusione analoga, (anzi maggiore) di quanto l'inglese ne abbia nel nostro continuum (il Terra 1218 secondo la classificazione dell'indice ufficiale Marvelcomics). e allora potrebbe capitare che la lingua subisca delle evoluzioni (involuzioni o de-evoluzioni) imponderabili e incontrollabili. del resto l'esperanto è rimasta (purtroppo) una lingua con pochi parlanti e mai inserita in un contesto dinamico come la lingua parlata e deformata liberamente. nessuno può sapere quali derive avrebbe potuto prendere la lingua creata da Zamenhof calata in un contesto sociale come quello caspico in cui di fatto è ambientato il mio romanzo.
la mia esigenza di uso dell'Esperanto si è concentrata sulla sottolineatura per un desiderio di un mondo migliore, di un mondo più unito, che supera le guerra e qualsiasi barriera territoriale. il mio uso dell'esperanto era piuttosto un atto di amore. Non voleva essere una cialtroneria né tantomeno un'invasione di campo. Non voleva essere oltraggio, nè voleva mancare di rispetto a coloro i quali si prodigano nella diffusione linguistica. tutt'altro. la mia speranza (già in parte esaudita) è che la gente che non sa si chieda cosa sia l'esperanto, che possa capire che esiste una lingua universale che potrebbe risolvere non pochi problemi sia culturali che politici. E magari tra questi qualcuno ce ne sia una buona quantità che voglia apprendere e diffondere. Vorrei tanto questo.
poi se fra gli studiosi ci fossero degli interessati a tradurre in esperanto tutto il libro, non potrei che dire grazie ed esserne davvero entusiasta!

domenica, ottobre 18, 2009

aspettando Esperanto 13. E allora si corre!



è domenica e c'è la sesta pagina di Esperanto. ieri ho avuto un problema e non sono riuscito a metterla on line come promesso.
il libro è in stampa, speriamo venga bene con colori e registri al loro posto. c'è sempre un po' di paura alla vigilia della stampa. probabile lo vedrò a Lucca allo stand Black Velvet o magari se ci sono i tempi qualche giorno prima.
da domani riprendo con disegni inediti e qualche riflessione.
nel frattempo oggi ci sono i sotterranei, la Grande Cloaca, l'eldorado delle discariche , il regno degli oggetti perduti e da recuperare. non ci son mondi perduti in Esperanto, è il mondo che si sta perdendo. sta sprofondando nelle sue stesse viscere colme di scorie velenose. un impasto globale. forse è quello che ci aspetta. c'è sempre un blob da qualche parte.
E allora si corre.

venerdì, ottobre 16, 2009

Aspettando Esperanto 12. La Seconda Guerra Mondiale



Siamo alla pagina del gioco. Forse il fulcro del libro. All'interno ho spiegato poco o niente. giusto qualche frammento. lascio spazio alla fantasia e alle interpretazioni. anche perché io stesso non le conosco bene le regole. Non sono appassionato del gioco. A Esperantia sarei di sicuro un ribelle moralista nemico di una società basata sull'azzardo. Io sono per il lavoro come pratica e come autodeterminazione. una questione di dignità quella di avere la possibilità al lavoro.
sarebbe bello se qualcuno illuminato o dotato di particolare creatività ludica progettasse il gioco, che poi si chiama Seconda Guerra Mondiale. è un parente del Risiko, ma anche degli scacchi, del subbuteo, dei trenini elettrici e delle piste polystil. Cose rapinate all'infanzia. Dei giochi moderni non s niente. Ho giocato un paio di volte con la playstation con effetti penosi. Sto ai video giochi come sto al poker. potrei sentirmi anche disadattato, ma ho deciso di no. Ho un sacco di altri motivi per sentirmi disadattato. Quindi lasciamo che Isidore Bemporad faccia i suoi milioni di milo ( la moneta di Esperantia) e che il giovane Xabu diventi il campione.

giovedì, ottobre 15, 2009

Aspettando Esperanto 11. La catarsi del divertimento



il momento di un colloquio du lavoro. convincere l'altro che la tua idea è vincente. tu lo sai che è la verità e anche se sai che non è vero ci devi credere lo stesso. l'altro è il nemico, il tuo benefattore, il tuo insegnante all'esame. Bemporad è bravo e intelligente soprattutto superiore. usa con spregiudicatezza cinica, ironica e sublime la sua stessa disgrazia. fa diventare, gioco, veicolo di divertimento l'oggetto della sua sofferenza. sofferenze umiliazioni, torture, la morte nella moglie, sublimate e trasformate nel futile. l'azzeramento totale, autolesionismo o punizione. Oppure semplicemente catarsi. ridere di se stessi per guarire una ferita altrimenti inguaribile. Bemporad monda la propria etica costruendone un'altra. è un delitto creare divertimento? perché il divertimento dev'essere etico? chi l'ha detto? perché bisogna avere quasi un senso di colpa a confessare di essersi divertiti? a volte lo spessore delle cose sta nella sua impalpabilità intrinseca. mi ricordo quanti sensi di colpa provavo nell'apprezzare la disco musica. l'ascoltavo di nascosto a casa dalla radio. ballavo anche. male e goffo, ma ballavo anche. poi a scuola invece litigavo con il mio compagno di banco. lui in discoteca ci andava sul serio. non pensava ad altro che a ballare a alle ragazze. si pettinava e usava già acqua di colonia. e io a prendere le distanze serioso e palloso che sembravo un trombone a 16 anni. nella mia ipocrisia sconfinata ero arrivato a dire che Claudio Lolli faceva belle canzoni-e non era vero, e mi perdoni Lolli. Era bella la colonna sonora di Saturday Night Fever, era bello Gino Soccio e gli Chic. Inarrivabili, elegantissimi. stilosi.
nel 1980 in gita scolastica a Palermo gettai la maschera. scesi in pista e ballati come un pazzo Upside Down di Diana Ross con musiche degli Chic. Di Claudio Lolli non trovai neanche più la cassetta audio...
Chissà se Isidore Bemporad ha mai ballato.

mercoledì, ottobre 14, 2009

Aspettando Esperanto 10. Il respiro della città



Mio suocero dice perché mai dovrebbe vivere in un posto lurido, puzzolente e caotico come New York. molto meglio il giardino a Valhalla o la vista sul mare a Cariati. io invece di essere circondato da alberi e svegliarmi al canto del gallo o dell'upupa non è che ci tenga poi tanto. anzi. per anni sono stato svegliato dall'arrivo dei camion che scaricavano le merci al mercato di San Benedetto a Cagliari. iniziavano a far chiasso che non erano ancora le 6. per me era un momento bellissimo quello. era la fine della notte, la fine dei fantasmi, dei demoni e degli incubi. con i rumori che annunciavano l'arrivo della luce riuscivo finalmente a dormire tranquillo. sono abituato al caos e ai rumori ed Esperantia è chiaramente la mia città ideale, o almeno quella a cui sono più abituato. Esperantia è illogica come sono solo le città di mare, arroccate a ridosso del porto con vie strette e buie. Esperantia ha la stessa puzza della subway di New York e di Istanbul. tutto così intimo che ci sono stato anche senza sapere dove collocarla. Nel continuum del racconto invece ha una sua collocazione: Mar Caspio, dove da noi forse c'è Baku. ma lì non ci sono mai state Iran e Unione Sovietica.

martedì, ottobre 13, 2009

Aspettando Esperanto 9. Gloria al caos!



Seconda puntata. la città è stata presentata. ora è il momento della divinità con le sue estensioni di culto. Gesta e frasi guida, la redenzione santa attraverso il peccato e la realizzazione del sé attraverso la pratica. la pratica del gioco, l'affidarsi al grande manovratore. accettare di essere strumento. e poi la ricompensa. tutti possono desiderarla, tutti possono ottenerla, ma solo a pochi, pochissimi viene attribuita. tra il sacro e profano accenni, rimandi, tributi alle religioni rivelate in un percorso assolutamente laico. anche il santino di Sahalimar Koglia è laico ma al contempo sacro in quanto santo. affidarsi al grand'uomo e grande peccatore, affidarsi a chi ha già compiuto la strada e allora le vie accidentate del caos fanno meno paura, anzi ti seducono e ti cullano in uno stato che al'estasi sublime ha poco da invidiare.
per sempre Gloria al Caos!

Vino e fumetti a Bologna!



Mercoledì 14 0ttobre, chiacchiere, disegni e aperitivo!
Un altro modo per incontrare amici e lettori. Un altro modo per presentare i libri.

Luana Vergari

Massimo Semerano

Luca Genovese

Otto Gabos

lunedì, ottobre 12, 2009

Aspettando Esperanto 8. Una pagina al giorno



Da oggi per 6 giorni le prime pagine di Esperanto in anteprima.
come un racconto d'appendice a puntate, come a suivre.
entrare nell'atmosfera, conoscere i personaggi, trovarsi di fronte alla città che apre la storia e che è la vera anima di questa narrazione lunga e a suo modo epica.
Note tecniche: gabbia tradizionale, senza sbordature al vivo. china colorata in digitale dalla bravissima Laura Congiu. per certi versi una linea molto classica. Rispetto all'edizione francese è cambiato il formato, qui nel classico libro stile graphic novel,è cambiata la grafica sia interna che di copertina, frutto del fitto carteggio con Ottavio Gibertini che ha proposto, interpretato e realizzato una linea che mi sembra davvero in sintonia con tutto il progetto.
ormai ci siamo. il libro sta andando in stampa e lo vedrò direttamente allo stand Black Velvet a Lucca dove sarò presente per firmare, disegnare e chiacchiere nei giorni di venerdì 30 e sabato 31 ottobre.

domenica, ottobre 11, 2009

A notte fonda

a parlare fino a notte fonda. a parlare con Claudio in una casa in campagna dove fa già autunno da giorni. notte dopo la serata a Schio con persone in gamba, spaghetti allo scoglio, birra artigianale e la lettura dei miei testi. poi il tema del lavoro, della dignità umana e altro. Notte fonda con grappa alle prugne e tante parole. Siamo partiti da uno dei miei ultimi post, quello che avevo intitolato L'anomalia del ribelle. atto individuale e atto collettivo. adesione a un'ideale e ricerca solitaria. Abbiamo posizioni distanti su questo con Claudio, esperienze di vita altre, è il bello delle differenza, schietta e articolata. amicizia è anche questo. e ne sono felice.

giovedì, ottobre 08, 2009

Aspettando Esperanto 8. Le seconde linee



Nelle pagine di Esperanto Bugo è destinato a stare dietro le quinte. È un personaggio secondario, quello che in cinema viene chiamato caratterista. Cos'è che ha in meno Bugo rispetto agli altri interpreti che hanno più spazio? Forse niente, forse la faccia. Il fatto è che per Xabu era necessaria una spalla fedele e giudiziosa e di solito personaggi del genere non fanno molta strada. Un po' come certi compagni di scuola, destinati a diventare oggetti di confidenza e struggimento. Ma non certo per loro. Bugo è fatto così. Avrà anche un suo giro di amici, un amore da qualche parte e pure qualche soddisfazione personale addirittura professionale. Dalla sua ha la tenacia, il metodo, la costanza. Sarà uno di quelli che si potranno guardare sempre allo specchio senza vergognarsi di qualcosa se non di una volta in cui si era ubriacato. Ma era stato per caso. Cose che capitano.
Magari Bugo sarebbe mio amico, non un amico del cuore, ma uno di quelli che restano.
Insomma uno normale, che fa cose normali. Che non avrà mai la battuta fulminante e stronza, che non farà mai girare ala testa alle ragazze più carine e sveglie. Uno così. Una perfetta seconda linea.

E allora mi piacerebbe afferrare queste seconde linee e darmi da fare a togliere fuori quello che di forte avranno nascosto dentro da qualche parte. E allora scavi, scavi in fondo e cerchi di leggere e di capire. E allora scopri un sacco di cose di Bugo. Invidie, maldipancia, sogni, incubi ricorrenti. Scopri che quando è solo gli piace ruttare e scorreggiare, gli piace ballare davanti allo specchio, gli piace pensare che questa e quell'altra ragazza sono solo delle troie e che farebbe tutto per loro. Scopri che da anni frequenta il poligono di tiro e che una volta ha sparato a un cane ammazzandolo. Scopri anche che la sua amicizia per Xabu è vera e sincera.
Scopri che di un'onesta seconda linea può venire fuori un personaggio a tutto tondo con una storia importante da raccontare e interpretare.
Pensate a quale storia poderosa si potrebbe fare con un a solo interpretato da Kit Carson, che miniserie intrigante potrebbe essere quella con l'Uomo Sabbia diviso tra la strada del crimine e la redenzione.
Del resto anche Kay Scarpetta nasce come seconda linea e anche e soprattutto Popeye.
Castor Oil adesso va in giro con Poldo. Uno suona la fisarmonica e l'altro canta.

mercoledì, ottobre 07, 2009

Aspettando Esperanto 7. L'anomalia del ribelle




In Esperanto ci sono le bande. Bande di ragazzi che vanno alla scoperta dei tesori nascosti nella città di sotto. Ma non sono né tomb raiders, né tanto meno predatori di arche perdute. Cercano e poi recuperano pezzi di ricambio finiti giù nei sotterranei dell'Immensa Cloaca. Motori di lavatrice, compressori di frigoriferi, carburatori, pneumatici e quant'altro possa essere riciclato e venduto alla borsa nera. La banda con cui opera Xabu si chiama La Pattuglia Blatte. Sono in quattro. Sono amici e Garrabald è il leader. Il più esperto, quello più coraggioso e saggio che vive di sotto già da parecchio tempo. È molto arrabbiato per le iniquità del mondo e della sua condizione quasi miserabile. È quasi ovvio che Garrabald diventi un ribelle. Ribellarsi a qualcosa è una tappa obbligata della vita di ogni individuo. Se non ti ribelli a qualcuno o a qualcosa è come se fossi già nato vecchio. La ribellione è un atto individuale e assoluto. Devi essere contro, sentirsi solo contro tutti. Combattere una causa persa per orgoglio e moralità personale. Questo è il ribelle.
La cosa più frequente è che invece si parli quasi sempre di ribelli. Al plurale. Il ribelle si consorzia con altri apparentemente come lui. Al momento stesso dell'alleanza il ribelle è un po' meno ribelle, un po' più strutturato e mediato. Un'anomalia in termini in pratica.
Però i ribelli hanno fascino. Quando ho visto a 7 , 8 anni lo sceneggiato La Freccia Nera ho capito subito che essere ribelli, anche se consorziati, era molto meglio che essere soldati, seppur dotati di elmo e armatura mica male. E poi è stato un susseguirsi di adesioni a gruppi ribellisti vari. È successo a me e qualche altro milione di bambini. Una generazione di ribelli. Non possiamo farne a meno. Per questo le piazze sono sempre piene.
Tempo fa una mia amica mi disse con amarezza: perché altrimenti cos'altro ci resta?
Il ritorno al ribelle solitario dico io.
La fine di un'anomalia in termini.
Sempre meglio Batman, Devil e l'Uomo Ragno.
In giro di notte. Da soli.

Gabos e Baronciani a Schio



Sulle tracce del romanzo a fumetti.
SCHIO (VI) 9-11 Ottobre

Venerdì 9 ottobre ore 21.00 presso lo Spazio Autogestito Arcadia - Otto Gabos: Reading multimediale "Viaggio di un camminatore".

Sabato 10 ottobre ore 17.00 presso Palazzo Toaldi Capra - Alessandro Baronciani presenta "Una storia a fumetti" e "Quando tutto diventò blu", entrambi usciti per Black Velvet Editrice. A seguire Claudio Calia, Valentina Rosset e altri autori presentano il libro "Sherwood Comix - Immagini che producono azioni" (Nicola Pesce Edizioni, 2009).

Domenica 11 ottobre ore 17.00 Palazzo Toaldi Capra - Andrea Plazzi presenta: Contratto con Dio - La Trilogia (di Will Eisner, Fandango Libri).

Per tutta la tre giorni: Esposizione tavole tratte da Sherwood Comix - Immagini che producono azioni.

L'evento su Facebook:
http://www.facebook.com/home.php#/event.php?eid=135249853806&ref=mf

lunedì, ottobre 05, 2009

Aspettando Esperanto6. L'artefice



questo è l'artefice di tutto il mondo di Esperanto. clui che ha cambiato il sistema, che ha eliminato la guerra come concetto di conflitto. Shalimar Koglia era un baro, un biscazziere, giocatore d'azzardo. poi si è redento.
di tutti i santi, quelli che preferisco sono queli con un passato da peccatore incallito, una carogna, ciarlatano. sono i più complessi, i più potenti, quella a cui la gente, i fedeli si affezionano di più.
Shalimar Koglia è un po' così. un santo laico di un mondo laico.

per disegnarlo mi sono ispirato un po' ai cantanti della new wave. specialmente a Midge Ure, cantante degli Ultravox nel periodo più new romantic. Midge Ure mi piaceva tanto. avevo preso a vestirmi come lui. il problema erano i capelli e i baffetti. I miei capelli erano , a quei tempi, ricci e indomabili e i baffetti, quando me li sono lasciati crescere, non piacevano proprio a nessuno.
così a malincuore li ho tagliati.

domenica, ottobre 04, 2009

Aspettando Esperanto5. Una coppia inedita




I disegni che vedete qui sopra sono stati fatti ieri pomeriggio, tra una chiacchiera e l'altra con l'amico Piero Ruggeri durante l'inaugurazione della nuova sede a Bologna della Polisportiva Giardini Margherita, che ne corso degli anni è diventata sempre meno sportiva e sempre più orientata verso un'offerta di servizi culturali, tra cui l corso di fumetto di cui Piero è anima e artefice incontrastato.
Tekla di spalle è a matita, secondo lo schema che ho scelto di usare per questa serie di ritratti tratti da Esperanto. L'altro, quello con il ritratto di Xabu, invece è frutto del trattamento a ecoline di Piero. Una coppia inedita che appare qui per la prima volta.

La serata di ieri è continuata al Palazzo del re Enzo in centro dove si svolgeva la 24 ore del fumetto organizzata da Flash Fumetto. Tanti partecipanti, facce conosciute e persone, quasi tutti giovani, mai viste. Poi l'incontro con amici a parlare di progetti nuovi, lavori in corso.
per chi si è lasciato perdere l'evento, ricordo che continua anche oggi (domenica 4 ottobre) fino alle 14.
fateci un salto, sostenete che disegna!

venerdì, ottobre 02, 2009

Aspettando Esperanto 4. Gli stivaletti di Xabu e John Romita



Quando ho iniziato a leggere i supereroi Marvel a 8 anni, il mio disegnatore preferito era John Romita Sr. In realtà avrei votato di sicuro per Wally Wood ma la sua apparizione su Devil era stat troppo breve per amarlo del tutto. E poi anche perché avevo iniziato a comprare Devil dal n.7, quello con il costume nuovo che combatte contro Namor. John Romita mi piaceva perché aveva un cognome italiano, perché era netto nei contorni e perché faceva calzare a Devil dei meravigliosi stivaletti. Sembravano l'incarnazione della comodità. Forse per via delle suole che apparivano piatte e di un materiale gommoso ultra sottile, ultrarapido e ultraresistente. Con l'arrivo di Gene Colan Devil cambiò gli stivaletti, sostituendo a suola piatta di gomma con una più tradizionale di cuoio con un accenno di tacco. Insomma una scarpa meno fantastica e più adulta. È stato proprio nel cambio di calzature di Devil che ho notato un processo di crescita decisivo. Devil era l'oscurità e l'oscurità me la rendevano in maniera assai più netta quegli stivali di cuoio che i giochi di chiaroscuro in cui Colan è sempre stato maestro. Per un po' sperai in un ritorno di John Romita, poi mi abituai anche se continuavo a pensare che Gene Colan non fosse tanto adatto ai supereroi classici. Infatti il suo Dr. Strange era fenomenale e pure Dracula non era da meno. Ma ormai era già diventato ragazzo istruito in materia.
Però quegli stivaletti gommosi mi sono rimasti nel cuore.
Così quando dovevo disegnare Xabu, il protagonista giovane di Esperanto ho deciso di mettergli gli stessi stivaletti di Devil in versione Romita.
Fare le scene di salti e acrobazie sui tetti mi ha esaltato. Stavo facendo quello che sognavo di fare da bambino: il disegnatore di supereroi (possibilmente Marvel). Per i misteriosi e imprevedibili casi della vita fino a questo momento l'unico supereroe che ho disegnato è stato Flying Hope per Apartments che pur apparendo nella forma come un supereroe davvero classico in realtà è molto più vicino ai personaggi malsani di Rick Veitch.
Xabu invece è proprio quello intendo per giovane supereroe. Coraggioso, impetuoso, passionale, egoista e generoso allo stesso tempo.
Ho deciso di farlo senza costume perché era fuori luogo con il tono della storia. L'ho vestito comodo, da battaglia. Un po' vigilantes, un po' fighetto suo malgrado.
Lìho attrezzato per la guerra di gang, le discese notturne nei sotterranei. Ho messo insieme frammenti di altre storie, di altri personaggi. In Xabu e nei suoi amici della Pattuglia Blatte c'è molto di quell'immaginario assimilato in anni di letture forsennate.

Aspettando Esperanto3. La collocazione forte



Avevo pensato questo personaggio per affidargli un ruolo da cattivo, da villain in perfetto stile Silver Age. Mi intrigava quella mano ad artigli tentacolari estraibili e pure la conformazione torva che riprendeva e sviluppava le fattezze dell'Avvoltoio, uno dei nemici più noti dell'Uomo Ragno. Il risultato ottenuto mi piaceva parecchio e avevo deciso di usarlo a un certo punto della storia per dargli una collocazione forte. Scrivendo mi sono accorto che questo “certo punto” faceva fatica ad arrivare. Sono arrivato alla fine che del personaggio uncinato in Esperanto non c'è la minima traccia. Appare in una tavola scartata realizzata all'inizio del progetto come sample e che ho poi inserito nell'appendice finale. E poi compare qui.
Penso a cosa avrebbe potuto fare, cosa avrebbe potuto pensare. Magari sarebbe potuto diventare uno dei perni narrativi del romanzo e invece si riduce a un ruolo di nemmeno comparsa.
Un po' come quelle persone che conosci di vista, di cui non hai un'idea e che poi scopri all'improvviso in maniera del tutto fortuita e nasce pure una grande amicizia o almeno un rapporto di stima. Oppure il caso Wolverine che da sfigatissimo nemico, vestito come il Chievo Verona e peggiorato nel suo essere dal disegno legnoso del modesto Herb Trimpe, si trasforma in un colosso narrativo sotto la gestione di Chris Claremont.
A volte l'impresa sta nello scavare dentro le figure periferiche, quelle marginali, assolutamente antiglamour e portare alla luce ciò che hanno dentro. Perché anche i personaggi di finzione hanno una vita loro privata a prescindere dall'autore.
Ti lasci prendere, ti lasci andare. Ascolti e poi scrivi.
Pensa a chissà quali storie si potrebbero scrivere usando per protagonisti il nocchiero nero e gay della nave dei pirati di Asterix, di un viaggio in Patagonia di Charlie Brown, di un vero racconto noir con il Groucho di Dylan Dog.
Io vorrei raccontare di Poldo Sbaffini durante la grande depressione. Un giorno, in una strada di provincia della Pennsylvania incontra Castor Oil. Ha la barba lunga, il vestito a pezzi, ma il papillon, seppur macchiato, è perfettamente al suo posto...