sabato, marzo 29, 2014


Archivi Gabos.
Trittico Miranda per segnalibro. Pastello e carboncino su carta, fx, 2014.
La storia è in cantiere, sarà messa in produzione nel 2015. Per ora ogni tanto qualche assaggio.

mercoledì, marzo 26, 2014

 Cop shoot cop

Archivi Gabos.
Studio per "La giustizia siamo noi", scritto da Pino Cacucci, edito da Rizzoli, 2011.
Matita, china, acquerello su cartoncino, fx.



martedì, marzo 25, 2014

Dagli Archivi Gabos. 
Abbastanza noia, matita, china diluita, fx su carta, anno 2012 circa.


domenica, marzo 16, 2014


Prove di faccia a china

Domenica multitasking. Ho squadrato i fogli pensando allo storyboard che sto per intraprendere. Il momento più bello, quello di totale comunione con il flusso narrativo che da caotico si deve fare ordinato e fluido. Forse, anzi di sicuro il ragazzino protagonista di questa storia finirà svenuto a terra, sull'asfalto. Poi penso all'altra storia che si fa corpo su carta. Mi appassiona scoprire come definire le matite con questi tentativi ancora approssimativi a china. Perché di scoperta si tratta. Il progetto creativo si scontra e si fonde con ciò che la mano sa fare. Comunque sarà un segno robusto e sintetico e nero rabbioso su una bella carta robusta leggermente ruvida abituata a sopportare maltrattamenti e cambi di umore in corsa. Intorno alle facce compaiono anche i nomi che verranno. I loro ruoli si riveleranno pian piano.

mercoledì, marzo 12, 2014

Lo spartito del disegno

Questo è il momento che preferisco quando compongo una storia. Quando sei dentro, immerso con eventi, luoghi e persone. Ti muovi come loro, diventi loro. La matita rabbiosa su carta povera e poi i primi approcci con il colore appena abbozzati. Come provare al 
piano o alla chitarra gli accordi per una nuova canzone.

Matite tratte da L'illusione della terraferma, Prossima pubblicazione Rizzoli-Lizard.


domenica, marzo 09, 2014

Ineluttabilmente noi

Nell'immagine: Livia Dossi e Luciano Parmes sul palco a ricevere gli applausi per quello che sarà il loro ultimo concerto. Circa un'ora dopo saranno arrestati con l'accusa di spionaggio e cospirazione e tradotti in carcere. Saranno fucilati la mattina del 18 maggio 1944. Si dice che di fronte al ristretto plotone d'esecuzione cantassero insieme il refrain di 
"Ineluttabilmente noi", uno dei loro grandi successi.

sabato, marzo 08, 2014


Gabos Vintage Collection.

Notte insonne. Mia figlia si è svegliata e non ne vuol sapere di tornare a letto. Nemmeno i teletubbies hanno potuto ipnotizzarla. E allora piuttosto che addormentarmi io sul divano mi sono messo a finire un disegno iniziato su carta qualche giorno fa ma lasciato in sospeso a mente da circa trent'anni. Quando ero ragazzo e volevo conquistare il mondo con una serie bellissima ispirata alla vita avventurosa e molto inventata di mio bisnonno Enrico. Per esigenze poetiche gli avevo messo il cognome di mia nonna ed era diventato Enrico Fiorenza. Volevo raccontare dei suoi viaggi, delle sue imprese in Etiopia e del suo commercio di tulipani, dei suoi amori e della ricerca di un amico disperso nella savana e ridotto in fin di vita da attacchi violenti e pertinaci di febbri maltesi. Tra il 1983 3 e l'anno seguito avevo disegnato in totale trance entusiastica circa una trentina di tavole che portai alla prima Lucca Comics della mia vita. Le msotrai a Fulvia Serra allora direttrice di Alter Alter e poi anche a Vincenzo Sparagna direttore di Frigidaire. La storia non uscì mai ma qualche anno dopo degli episodi slegati dal progetto apparvero prima su Tempi Supplementari e poi proprio su Frigidaire. Tutto finì travolto dal tempo e da altre urgenze dei vent'anni. Ogni tanto però ci pensavo al bisnonno Enrico. Avrei voluto raccogliere del materiale, appunti, ricerche, magari un viaggio in Etiopia dove Enrico aveva avuto un figlio. Pare si chiamasse Giovanni. C'era tanto da fare e mai tempo per farlo. Poi comicinciai a chiedere notizie alla filgia di Enrico ormai novantenne, stremata dalla vita eppure così attaccata ed entusiasta. Qualche chiacchiera in un letto d'ospedale, qualche sorriso, un abbraccio che sapevamo come ultimo e zia Maria se n'è andata ed Enrico è rimasto lì sui miei fogli ad aspettare.
Forse ci voleva una bella mostra del fine settimana scorso, il ritrovamento dei pastelli colorati Derwent e una bambina insonne a farmi riprendere, anche magari solo per un attimo, un dicorso interotto, un filo da riannodare, il piacere della matita sul foglio, lo sforzo gioioso di incontrare un me stesso di un mondo parallelo dove la serie di Sudori d'Africa è ormai arrivata al quattordicesimo volume. E così eccoci qua, l'immagine è finita e la condivido con chi è ancora sveglio a quest'ora assurda della notte con i Teletubbies.


lunedì, marzo 03, 2014

Grandi occhi profughi bambini

In anteprima un dettaglio di un'illustrazione realizzata per una campagna di sensibilizzazione riguardo i centri di accoglienza di profughi e migranti di Lampedusa.
Gli occhi raccontano e quasi mai non hanno bisogno di parole.