mercoledì, novembre 30, 2011

Gabos Walks

Da qualche parte dovrei avere il mio biglietto da visita. Anzi c'è di sicuro. Mi ricordo che ho usato quest'immagine del Viaggiatore Distante che nel mentre è in corso d'opera nel suo nuovo e ultimo e definitivo volume. è un disegnino molto ma molto piccolo, fatto a pennello d'istinto senza pensarci. Ora lo metto qui e magari vado alla ricerca del biglietto da visita, che come si sarà capito, non uso mai o quasi. Me ne dimentico proprio. Più o meno come l'agenda. Un Gabos che cammina, che passeggia, chissà dove, molto presto, visto che è inverno come nel disegno.

sabato, novembre 26, 2011

Some Girls. Storia di Carmela

Collezione Some Girls. Questa volta un ritratto contemporaneo. Circa una settimana fa. Ancora una storia piccola. Alta, bionda con gli occhi azzurri. Spesso un obiettivo per essere al top. Oppure un fastidio come per Carmela. Stanca di essere scambiata per tedesca, svedese, lituana, finlandese. Una volta anche per la groenlandese l'hanno presa. ma chi ci abita in Groenlandia? Smilla e qualche altro. Carmela è di Palermo, di stirpe normanna come si dice. Ma chi se ne frega dei normanni, io sono così e basta. Quelli del muretto l'aspettano, fanno la fila a vederla passare in quartiere. C'è l'attesa dello spettacolo. Ma non sarà di certo l'unica ragazza bionda con gli occhi azzurri. Le strade sono piene di ragazze così. Ma lei, c'è poco da fare, sembra venire dal nord più lontano. C'è pure andata in questo nord profondo. Con Elda, una studentessa erasmus che veniva da Riga. Ci sono andate insieme a Riga. Era bella e non faceva così freddo come credeva anche perché era agosto. Anche a Riga la prendevano per una del nord e le parlavano direttamente per lettone e le parlavano in lettone. A volte anche in estone. poteva a starsene comodamente a Riga ma invece Carmela ritorna a casa. Con un nome così non puoi tornare a casa. Sei condannata a tornare a casa. Intanto i ragazzi, quelli balordi e chiassosi, non si erano mossi dal loro muretto. Sembravano che l'avessero aspettata per tutte queste settimane. A vederla erano a dir poco euforici. Carmela nei mesi successivi si è fatta mora, corvina, rossa, con i colpi di luce, le meches, il caschetto, pure con il cappello quand'era inverno ma la musica non era cambiata. Fischi e commenti si sprecavano. Una poesia.
Così eccola qui in questa mattina di un sabato di fine novembre, davanti alla bottega di Pasquale il barbiere in pensione ma per finta, che tagliava i capelli a suo padre e suoi fratelli. Pasquale è sulla porta che fuma, gli sono rimasti pochi capelli ma continua a tirarseli all'indietro unti di brillantina come ha sempre fatto in tutta la sua vita. A pasquale non interessano le mode, solo lavorare per bene.  Butta giù il mozzicone e guarda stupito Carmela mentre lei si accomoda sulla poltrona. Fuori i ragazzi fischiano e fanno la solita gazzarra. Sono disperati.

Otto Gabos
Carmela è sempre bionda
China su cartoncino grigio, Fx
cm. 7x12, anno 2011


giovedì, novembre 24, 2011

La strega di Nottingham

Quest'estate mi sono divertito moltissimo a illustrare un racconto della serie Kattivi uscita come allegato su Il Giornalino. Si tratta di una bellissima idea che vede impegnati ottimi scrittori e ottimi disegnatori alle prese con racconti in cui si narra dell'infanzia o la giovinezza di quelli che poi diventeranno i cattivi dei romanzi. Ci sono Stati long John Silver, Moriarty per esempio. Io mi sono confrontato niente meno che con lo Sceriffo di Nottingham in un racconto di Beppe Ramello intitolato Il cervo del re. oltre allo Sceriffo, che qui non è ancora sceriffo, ci sono anche Robin Hood che non è ancora fuorilegge e Marian che invece è già bella. Qui su Radio Herzberg ne propongo uno in cui ritraggo una strega come si deve (in alto ci sono anche le mazzinas inserite anche in altre immagini). L'illustrazione è attualmente in mostra al Bistrò 18 di Bologna.


Otto Gabos
La strega
china, acquerello su cartoncino da 220 gr.
cm. 20 X 30, anno 2011



mercoledì, novembre 23, 2011

Nuovo reperto di Esperanto

Avevo scelto questo ritratto a matita di Isidore Bemporad come immagine per un invito di una mia mostra personale. Poi non mi ricordo più perché l'invito è diventato un altro. Se mai farò una nuova edizione  di Esperanto (edito in Italia da Black Velvet) mi piacerebbe mettere in copertina quest'immagine, semplice e sobria, assolutamente inattuale. Tuttavia, nel mentre che aspetto, l'immagine torna qui con qualche leggero ritocco. E magari mi viene pure voglia di scrivere il prequel del romanzo. In realtà il soggetto c'è però...

Otto Gabos
Isidore Bemporad ti guarda
matita su cartoncino leggero, fx
cm. 20 X30, anno 2011



martedì, novembre 22, 2011

Some Girls. Storia di Adele


Un altro ritratto dalla collezione Some Girls. Anno 1986 o dintorni. 
Adele la trovavi sempre a tutti i concerti, quasi sempre da sola o qualche volta con un amico alto o un'amica moretta che parlavano poco. Anche Adele parla poco. Preferisce fumare e quando ne ha voglia bere. Alterna vino rosso o birra, mai nient'altro. Se ne va sempre tra le ultime ai concerti visto che ha la macchina e può tornare a casa in tutta tranquillità. Si sa che lavora alle poste, ma non fa la postina. A lavoro non si mette mai il chiodo di pelle con le scritte di gruppi punk che pochi conoscono e una volta un tipo con cui aveva preso una birra al concerto dei Breathless non l'aveva riconosciuta. per farsi perdonare il tipo l'aveva invitata a uscire una sera. Non è che avesse poi tanta fantasia e dopo un paio di birre, uno di fronte all'altro senza dirsi quasi niente, le chiede di salire un po' sui colli. Guida Adele perché la macchina è sua e non la presta a nessuno. Arrivano su in cima in uno spiazzo dove d'estate c'è una discoteca all'aperto affollata di gente e che invece in pieno inverno, come si era in quella sera, è deserto. Continuano a dirsi poco o niente e il dramma è che non hanno nemmeno altre birre e neanche una canna. Allora il tipo pensa se sia il caso di baciarla o meno. Adele ha la faccia sempre un po' triste ma una bellissima bocca pensa ancora il tipo che a proposito si chiama Ezio. In fondo questa serata pallosissima potrebbe anche essere bella. Ezio si avvicina a lei e cerca di sorriderle. Gli manca un premolare superiore che gli trasfoma il sorriso goffo in una specie di ghigno di cane.
Qualche giorno dopo Adele è di nuovo appoggiata al suo solito angolo con la birra in una mano e la sigaretta nell'altra. è di nuovo sola e di Ezio, o come cavolo si chiama, non è con lei. Anzi non c'è proprio al concerto. Né a quello né a nessun altro concerto che ci sarà nei mesi a seguire. Non lo vede più nessuno e siccome non è che fosse proprio un figo straordinario viene dimenticato pressoché da tutti, amici suoi compresi. Chissà se qualche volta Adele pensa a lui quando ritorna sullo spiazzo sui colli con altri tipi che non l'hanno riconosciuta a lavoro in posta. Chissà.

lunedì, novembre 21, 2011

Giù per la scogliera a piedi nudi

Dagli Archivi Gabos. A rivedere questa disegno ero convinto do averlo colorato con i retini e invece con sorpresa scopro di avere usato ancora una volta i pastelli derwent. Nella prima metà degli anni Ottanta usavo quasi esclusivamente loro, poi sono arrivati i pantone, le ecoline, l'olio e il revival dei pastelli a cera come alle elementari. La china violenta con un pennino sfinito dalla pressione. Il segno è larghissimo, deformato dalla sforzo e dall'impeto. Un disegno pieno di ingenuità formali che è rimasto quasi isolato nella mia produzione. Poteva essere l'inizio di un percorso e invece non si è sviluppato. Resta però forte una carica sensuale, anche a distanza di anni, che prende forma nella gamba destra nuda e nervosa nella sua tensione. La ragazza scende lungo la scogliera con le scarpe da sera in mano. Sembra una fuga, oppure è ubriaca, non me lo ricordo bene. Una serie di dettagli che non mi ricordo bene. Solo la sensazione, forse bizzarra o peggio improbabile, che si un disegno imparentato con Intrigo internazionale, oppure un rimando a qualche dipinto simbolista, corrente che avevo scoperto e di cui mi ero invaghito con passione. Tanti anni dopo il disegno è finito sottovetro in mezzo a due lastre unite da una cornice di stagno saldato. Impossibili da smembrare, difficilissimi da scansionare. Ormai cornice e disegno fanno un tutt'uno. è comunque possibile che da qualche parte esista anche la versione gemella colorata a retino. Quella, ne sono sicuro, non è sottovetro.

Otto Gabos
Giù per la scogliera a piedi nudi (ma con pumps in mano)
china e pastelli derwent su carta
cm. 30X40 (cornice indissolubile inclusa), anno tra 1983 e il 1985

domenica, novembre 20, 2011

Madame Voodoo

Da bambino ero spasso malato. Mancanza di ferro, di calcio, allergie varie, il favismo e non mi ricordo più cos'altro. Oltre a essere cliente fisso di pediatri e specialisti vari ero anche oggetto delle attenzioni di nonne, zie parenti e di zie acquisite che mi impartivano scongiuri, formule magiche, preghiere sacre e preghiere profane per guarirmi da tutti i mali e per proteggermi da possibili altri mali in agguato. mi mettevano in testa un piatto colmo d'acqua in cui versavano qualche goccia d'olio. Se questo precipitava voleva dire che ero sotto l'effetto del malocchio e allora vi con litanie in sardo stretto. Era la medicina dell'occhi preso, traduzione letteraria di ogu pigau, ossia malocchio. Ogni tanto cercavano sotto al letto, sotto al materasso, fin dentro l'imbottitura dei cuscini alla ricerca della prova. Una bambolina fatta di stracci, pezzi di vestiti rubati, capelli raccolti che rappresentava la vittima che poi era stata trafitta da aghi e chiodi vari. Mia nonna mi raccontava di poveretti belli e sani che nel giro di poco tempo appassivano vittime di un male oscuro fino a morirne. Solo dopo la morte a volte venivano trovate le bamboline del malocchio. In pratica era il voodoo mediterraneo. Le bamboline voodoo in Sardegna erano Is Mazzinas. Nella seconda metà degli anni Ottanta, ai tempi della mia collaborazione con Frigidaire ho realizzato una serie di mazzinas che numerate in serie venivano pubblicate sulla rivista. progettavo di inserirle in un contesto narrativo ma poi, come per tante altre idee, non era stato possibile realizzare. Poco più tardi ai confini con gli anni Novanta mi son messo a fare illustrazioni come questa che vedete in cui coabitavano diverse mie passioni. Il glamour, l'espressionismo, il fauve, le texture, le mazzine, l'esotismo creolo e ovviamente le narrazioni.  Piccole storie in una sola immagine realizzate a china e con i waxoil, pastelli colorati meravigliosi che univano le migliori qualità del pastello a cera con le migliori qualità del pastello a olio. Per la cronaca ogni tanto il piatto sulla testa me lo faccio ancora mettere. Non si sa mai.

Otto Gabos
Madame Voodoo
China e pastelli waxoil su carta
cm. 30X20, anno 1989


venerdì, novembre 18, 2011

Ignazio prima degli Gnummo Boys

La seconda prova per l'approccio grafico degli Gnummo Boys. Ancora tecnica mista con acquerello e matita. In primo piano Ignazio in una versione abbastanza diversa da come sarà poi sul libro. Dietro di lui una versione di Cosetta che nei miei piani doveva avere l'aria da maschiaccio. Stavo progettando la periferia immaginaria che avrebbe dovuto racchiudere un'insieme di periferie ordinarie. Avevo pensato anche di trasformare la "steppa" piuttosto in una savana bruciata invasa dalle spighe di qualche graminacea. Una periferia decisamente più mediterranea e vicina alle mie origini. alla fine è andata come va spesso nei miei libri: ho attinto dall'enorme serbatoio dei ricordi cagliaritani per poi innestarli in un contesto urbano a trazione bolognese e padano. Viene fuori questa città oscillante, in bilico perenne che è un po' il ritratto del mio rapporto con il vissuto personale che tende a inglobare, piegare in un'amalgama geografico ormai senza confini. Basta dare uno sguardo alla mappa inserita alla fine del libro e disegnata da  poldo e ignazio che è una sorta di diario intimo (il mio) che diventa dichiarazione di intenti, quasi un manifesto.

giovedì, novembre 17, 2011

Giuliana aspetta

Con la nascita di Carbonia nel 1937 arrivarono dalla penisola dirigenti, ingegneri in grado di governare e far lavorare le miniere di carbone di quell'area del Sulcis molto povera. Con gli ingegnere arrivarono le mogli e le famiglie al seguito. Magari una vita di agi in un luogo avaro di mondanità. Giuliana, nel ritratto, è moglie di un ingegnere idraulico. Arrivano da Brescia e l'entusiasmo di lui va di pari passo alla noia di lei. Giuliana si lava continuamente quasi avesse timore di rimanere macchiata per sempre di quel nero vischioso della polvere di carbone. Si lava e si trucca, si trucca e aspetta. Nel mentre il volto si fa sempre più duro e spigoloso. Come un pezzo di carbone. Carbone fossile.
Otto Gabos
Giuliana aspetta
matita, pastelli o olio e fx, su carta leggera
13 X 21, anno 2010



mercoledì, novembre 16, 2011

Respiro

Qualche mese fa ho saputo che l'amministrazione di Cagliari avrebbe dato ordine di abbattere e rimuovere i baretti della spiaggia del Poetto (la spiaggia cittadina, un tempo lunghissima e dalla sabbia bianchissima). Le ruspe ora sono già al lavoro e si prevede una ristrutturazione di tutta l'area con la speranza di renderla il fiore all'occhiello della città. anni fa era successa una cosa analoga con i casotti. I casotti erano costruzioni in legno, dipinto con colori vivaci adibiti a spogliatoio ma che diventavano anche delle piccole casette sul mare. Casette minuscole, senza servizi igienici. un giorno arrivarono le ruspe e li rasero al suolo tutti. lo scenario del Poetto cambiò per sempre. in peggio direi e non solo da inguaribile nostalgico quale sono. la storia che si ripete mi ha fatto venire voglia di ripercorrere quegli ultimi mesi con i casotti. siamo nella prima metà degli anni ottanta, che non erano ancora da bere, né lo sono mai stati in una città come Cagliari. Erano piuttosto anni di risveglio, il mio e quello di altri che vivevano per la musica senz'altro.  ho iniziato a disegnare questa sequenza, a biro su carta da stampante, un disegno muscolare ma di getto. C'è anche il titolo, provvisorio ma c'è. Respiro forte. è un progetto, uno dei tanti nel cassetto, che attende solo la possibilità concreta e seria di farsi libro.

martedì, novembre 15, 2011

F. sul divano con borsa gialla e scarpe nuove (rosse)

Continuo con altri ritratti di donne. Una serie di immagini di donne sedute. In posa, stanche, morbide, annoiate, occupate, assorte, distratte, erotiche, sciatte. Donne in uno spazio intimo e privato. Questione di un attimo, magari anche Prezioso. Qui c'è F., una ragazza algida, distaccata, quasi diafana nella sua eleganza minimalista. Lei le scarpe le indossa. Ha qualche dubbio sulla moda del plateau; perché comunque lo si voglia stravolgere rimane sempre la suola a zeppa della mamma quand'era giovane.
Otto Gabos
F. sul divano con borsa gialla e scarpe nuove (rosse)
cm. 45 X 33, china  ed ecoline su cartoncino da 220 gr.

lunedì, novembre 14, 2011

La prima Some Girls

Questo di oggi è il primo ritratto in assoluto della serie Some Girls. Fa parte del blocco ritrovato e, a andando a ritroso con la memoria, risale all'ultimo scorcio del 1986 e alla prima parte dell'87. Come tutti gli altri della serie che presenterò su Radioherzberg si tratta di un disegno fatto su carta leggerissima e inchiostrato a pennello. Il formato è piccolo, un A5. Per l'occasione l'ho ripresentato con qualche modifica grafica ma non escludo di postarne altri della serie nella versione nuda e cruda senza grossi aggiustamenti. Some Girls è una collezione di volti di ragazze e di donne. A distanza di tanti anni non mi ricordo più se e quanti fossero frutto di fantasia o di osservazione sul campo. Di sicuro non sono pinup classiche secondo gli standard del fumetto glamour, sono persone normali, infatti andavo alla ricerca della persona carina che raccontasse qualcosa, più o meno persone che puoi incontrare a lavoro, in un supermercato, in metro, autobus. Persone con cui fare amicizia e in certi casi magari anche innamorarti.

sabato, novembre 12, 2011

Some Girls 2

La ragazza immagine odierna di Some Girls. Anche questo disegno è recentissimo, giusto qualche giorno fa. Ho usato per inchiostrare un pennello da tempera piatto, abbastanza inusuale per la china ma che mi consentiva la stesura a pettine, piuttosto materica.

venerdì, novembre 11, 2011

Poldo com'era

Questo è uno dei primi studi per Poldo, il protagonista di Arrivano gli Gnummo Boys. Pensavo di continuare con una tecnica che seguiva Banana Football Club con la variante del segno a matita invece dell'uso della china. Rimaneva l'acquerello e la bicromia porpora, color gnummospalma. In seguito ho deciso per una svolta più pop con bianco e nero steso a pennello e grigi piatti a sostegno. un recupero rinnovato e aggiornato di una tecnica che ho praticato a lungo.


giovedì, novembre 10, 2011

il blocco ritrovato

Questo disegno fa parte dello stesso blocco che raccoglie la collezione di Some Girls. Risale alla seconda parte del 1986 quando ormai mi ero trasferito a Bologna da quasi un anno. Avevo frequentato l'ormai mitica scuola di fumetto Zio Feininger e qua e là nel blocco se ne vedono tracce. C'è qualche disegno della Ghermandi, un mio disegnino inchiostrato da Ottavio Gibertini. Il blocco poi era scomparso. Mi ricordavo di qualche disegno ma ero convinto fosse tornato a Cagliari durante qualche trasloco. Questa convinzione è durata anni, fino a una serata di fine luglio quando a casa di Massimo Semerano è ritornato alla luce. Era finito in cantina, nella sua cantina, forse durante il periodo in cui ho vissuto a casa sua. è rimasto in cantina quasi quindici anni e della cantina ha l'aroma. Di polvere e muffa come le cose vecchie o antiche. Il disegno è fatto a pastello, i derwent che richiedono un approccio decisamente muscolare. non mi ricordo perché l'ho disegnato e chi è il personaggio. E la cosa che mi turba è che sono quasi sicuro di averlo disegnato con la mano destra. L'altra mano.

Some Girls 01

Some Girls era un disco dei Rolling Stones di parecchi anni fa. Da poco ho ritrovato un mio blocco da schizzi risalente alla seconda metà degli anni ottanta. Conteneva una serie di volti di ragazze per lo più inchiostrati a  pennello. Tutti i disegni erano accorpati in un'unica etichetta che era appunto Some Girls. Sto pensando se postarli o meno su questo blog. Nel mentre mi è tornata la voglia di disegnare altre ragazze, così ho ripristinato il progetto Some Girls e questa che vedete è la prima ragazza della nuova serie. Forse sarà un personaggio di un altro libro, per ora è la pinup di oggi. Magari se qualcuno vuole scrivere delle storie per ogni ritratto potrebbe anche venire fuori un racconto interessante.