sabato, dicembre 20, 2008

L'ufficio mobile di Natale

Dopo giorni di buio, un po' di schiarita. Troppe mattine che fuori sembrava notte. pausa di natale, pausa dai corsi, pausa dalle parole, dai discorsi, dalle corse. ho preparato lo zainetto ufficio. dentro un laptop, telecamera, macchina fotografica, l'astuccio, gli acquerelli, una sceneggiatura e due scalette, un album da disegno con le tavole del Viaggiatore e due libri sul denta del Po. l'ufficio mobile è pronto per mettersi in viaggio. a Cagliari dov'è bello fare il Natale. Gli amici di sempre, quelli che vedi un paio di volte all'anno ma che va bene anche così.
ora vado ci sono i bagagli da finire. però prima faccio gli auguri a chi capita su queste pagine:
Auguri di Buon Natale e anche di un Nuovo Anno (spero bellissimo).
ciao

lunedì, dicembre 15, 2008


oggi con inizio alla 19 presso la Libreria Modo Infoshop in via Mascarella Bologna ci sarà un'asta per recuperare fondi per il quotidiano Il Manifesto.
sarà un'asta d'eccezione tenuta da due battitori d'eccezione: Giuseppe Palumbo e Andrea Plazzi. saranno messi in vendita al miglior offerente disegni originali di autoria cui sta a cuore la causa del Manifesto. Semerano, Ponchione, Ghermandi, Corradi giusto per citare i primi che mi vengono in mente.
Una cosa buona. Invece che un giornale chiuda è una cosa brutta, che poi chiuda il Manifesto che ha tra le pagine culturali migliori in circolazione (e dei titoli strepitosi) è ancora un peccato maggiore. In certi casi poco importa l'appartenenza politica conta la pluralità d'informazione. e più voci ci sono meglio si riesce a sentire.
io non ci sarò per impegni scolastici, ma spero ci siano davvero tante persone.

giovedì, dicembre 11, 2008

Banana Football Club a Parma

Comunicazione importante:
domenica 14 dicembre alle 17 presso la Libreria Feltrinelli del Barilla Center di Parma (Via Emilia Est 46 e oltre),
farò la mia prima presentazione di Banana Football Club.
con me ci sranno Silvia Teodosi e Francesca Rimondi di Studio Grado Zero di Bologna.
Al termine dell'incontro sarò a disposizione del pubblico per chiacchiere e disegnare dediche sui libri.
se venite sarò davvero molto contento!
qua sotto altri dettagli dell'evento:

DOMENICA 14 DICEMBRE
dalle ore 17:00 alle 20:00
Vino e cioccolato
degustazione
Una selezione di oltre 40 vini da meditazione, che possono abbinarsi al cioccolato
A CURA DELL'ASSOCIAZIONE GO WINE
Galleria Barilla Center
* Si potrà prendere parte alla degustazione acquistando un ticket di 5,00 euro (con calice e taschina in omaggio) che consente la degustazione libera di tutte le etichette protagoniste. Fino ad esaurimento scorte.

ore 17:00
Presentazione del libro fumetto "Banana Football Club " di Otto Gabos
(Rizzoli) - sarà presente l'autore, introducono Francesca Rimondi e Silvia Teodosi di gradoZero
A CURA DI GRADOZERO
La Feltrinelli Village Barilla Center


ore 18:30
Concerto Le Quartier Amèlie
dal favoloso album di Amèlie Poulain
A CURA DI LEGGERE STRUTTURE FACTORY
Piazzetta Centrale Barilla Center

martedì, dicembre 09, 2008

what's going on?

arriva la censura su you tube, censura su wikipedia, anatemi vaticani contro l'omosessulità antico crimine immondo, inutili discussioni ideologiche sulle vittorie ai reality show, la questione morale che nasconde la realtà della questione politica, murdoch che diventa icona della sinistra, di pietro che diventa alfiere della sinistra, libri che potrebbero diventare beni di lusso come il caviale, i gioielli e i cd.
tutto si agita, tutto sembra folle e bizzarro.
mi chiedo e chiedo:
cosa sta succedendo?
what's going on?

venerdì, dicembre 05, 2008

Perle



Non riesco a resistere quando camminando trovo luoghi di libri e dischi usati. per dischi intendo sia vinile che cd.
è più forte di me. al di là del possibile affare ( che a volte capita) sono alla ricerca del tesoro perduto. la perla rivelata.
un cd in un negozietto dell'East Village e un libro in un altre negozietto nel centro di Bologna.
il cd l'ho preso solo per la copertina. Un ritratto di cocteau in uno splendido contrasto di bianco e nero. poi quando l'ho avuto tra le mani ho letto che era prodtto dall'etichetta di David Sylvian, la Samadhisound. Sylvian per me è una garanzia. un artista che amo e che seguo da quando faceva il divo bello e bravo con i Japan.
The Opiates di Thomas Feiner & Anywhen mi ha conquistato dal primissimo ascolto. le atmosfere sono quelle liriche e potenti. voce calda nonostante l'origine molto nordica. L'ho ascoltato e riascoltato durante la lavorazione notturna di Banana Football Club, alternandolo all'altra rivelazione estiva, ossia la radio della Columbia University.
era già uscito in un'altra versione nel 2002, ma poi è stato Sylvian a rilancialro con la sua etichetta remixandolo e pemettendo di aggiungere dei brani.
la versione precedente non l'ho mai sentita, ma questa ora lo consiglio di cuore a tutti.
il libro invece l'ho preso per il titolo.
Storia d'inverno.
un titolo che racchiude già tutto. le stagioni fredde mi affascinano molto di più di quelle clade. mi riportano alla fiaba, al fantastico a qualcosa di perso e mai vissuto fino in fondo.
non avevo mai sentito parlare di Mark Helprin. Nè prima, nè dopo.
il libro uscito per Frassinelli nell'ottobre del 1984 non so se abbima mai avuto una ristampa o se ne siano stati pubblicati di successivi dello stesso autore.
buio e neve.
Stria d'inverno è una Neww York dei primi del Novecento. Un altro mondo.
Una fiaba moderna e crudele che mi ha affascinato e che sarei lieto di illustrare di trasformare in storia a fumetti.
cose così, trovate per caso o forse che aspettavano.
non posso che dire grazie al grande meccanismo.

Riferimenti:
Mark Helprin, Storia d'inverno, Frassinelli, 1984.

Thomas Feiner & Anywhen, The Opiates (revised), Samadhisound, 2008.

mercoledì, novembre 26, 2008

finalmente Otto Gabos in: Banana Football Club




Finalmente qualche giorno fa è uscito in libreria il mio nuovo libro. Banana Fooball club, Rizzoli Oltre, Euro 18.00.
Come sempre ho fatto un il giro delle librerie qui a Bologna e devo dire che è ben esposto. Speriamo che alla buona esposizione seguano vendite e critiche. Preferibilmente buone. Spero.
Banana Football Club è il mio primo lavoro lungo, dai tempi di Loving The Alien, che si occupa della prima adolescenza. Questa volta si tratta di calcio. Calcio nei campetti di periferia di Milano. A me che il calcio piace da matti non è sembrato vero poter raccontare una storia sull’argomento. La mia versione di Banana Football Club nasce dal romanzo originale di Roberto Perrone pubblicato con successo dalla Fabbri.
Il lavoro proposto da Beatrice Masini per la Rizzoli mi ha intrigato da subito. Una bella sfida anche perché nell’editoria di narrativa non mi ero mai cimentato con un’opera derivata da un romanzo, cioè nato non da me, con personaggi non miei. Non volevo fare una semplice trasposizione “taglia e cuci” che da pagina scritta diventasse pagina disegnata e allora mi sono messo all’opera leggendo e rileggendo il testo, disseminandolo di post it con idee, riflessioni, modifiche che fossero utili al rimo narrativo del fumetto. È stata la parte del lavoro forse più affascinante, anché perché nuova, a tratti ostica, di sicuro istruttiva. C’è voluto un po’ per questo processo di assimilazione. Poi quando mi sono sentito padrone dei personaggi e dei ruoli ho inziato a scrivere e a disegnare. Nel frattempo ai colori ci pensavano Laura Congiu e mia moglie Maria.
I mesi di lavorazione hanno coinciso con un ennesimo black out sul blog. Vedo che altri colleghi che durante la lavorazione di un libro aggiornano di frequente, mettendo anteprime, scene a matita. Un bel diario di bordo, ricco di spunti e prezioso per chi segue il fumetto. Io invece faccio fatica, vorrei ma non ci riesco. Vengo travolto dal ritmo. Pazienza, è andata così.
Banana ha segnato una nuova fase di lavoro per me. Lo storyboard per esempio. L’avevo abolito da un pezzo, in questo caso l’ho ripristinato in una nuova forma. Non più come bozzetti microscopici alla distanza criptici anche per me, ma direttamente sulla pagina dell’originale. Lo storyboard diventava la prima traccia a matita. La stessa matita che poi riprendevo e inchiostravo. Ho sveltito i tempi e mantenuto la freschezza che di solito si perde dalla fase del bozzetto a quella del definitivo.
Penso che manterrò lo stesso metodo anche per i prossimi lavori. Il Viaggiatore Distante 2 per esempio che è in corso d’opera.
Banana Football Club è un romanzo di formazione su calcio, amicizia e adolescenti declinato come romanzo grafico. L’ho pensato per tutti senza distinzione di fasce d’età.
Farlo è stato divertente, spero lo sia anche leggerlo.
Fatemi sapere qui o anche su Facebook.

martedì, novembre 25, 2008

il teatro del narciso





alla fine sono andato in scena a leggere i miei testi. grazie al radiomicrofono andavo avanti e indietro perché tanto non riuscivo a stare fermo (di solito quando parlo non riesco mai a stare fermo. ed è stato bello che mentre parlavo ci prendevo gusto tant'è che ho deciso di replicare il tutto, camminata compresa, quando e dove mi sarà consentito di farlo.
arricchirò la performance con nuove immagini e con nuovi testi. penserò anche un titolo defintivo che però potrebbe anche essere "Viaggio di un camminatore".
èer ora allego qualche foto di commento scattata dall'amica Francesca durante l'esibizione.
perdonatemi questo momento di narcisismo.
sorry!

mercoledì, novembre 12, 2008

le spalle di mio nonno. Reperto n.1

Sto finendo valigia e scansioni. Domani mattina parto per Nuoro. Ripasso quello che avrò da dire nell'incontro/lettura di domenica. Scrivo, correggo e riscrivo e leggo a voce alta cercando un senso e uno stile. Cercando di dare una vita sonora alle parole ancora mute.
però una cosa ve la voglio far leggere.
Di seguito il brano di apertura con cui aprirò le danze. Non so se sarà la versione definitiva, ma è già abbastanza delineato nella struttura.
è dedicato al mio nonno materno- ed è anche la rpima volta che scrivo di lui.

Reperto n.1
La spalle di mio nonno
Di mio nonno mi ricordo le spalle larghe, il cranio pelato e il collo possente solcato da rughe profonde. Di quelle che vengono ai contadini a forza di arare i campi sotto al sole. Ma mio nonno non era contadino anche se di piante si era sempre occupato. Curava e cresceva i giardini. Sapeva tutto di innesti e talee. Io niente e nemmeno me ne è mai importato. Piuttosto mi piacevano assai di più tutte quelle altre storie di guerra quando faceva il palombaro negli abissi tirrenici o il sommozzatore a largo di Malta. Naufrago disperato con altri marinai disperati a contare i giorni immersi fino alla cintola in una grotta di scoglio a scrutare all'orizzonte le navi sperando non fossero tedesche. Senza cibo e senz'acqua che non fosse di mare e allora bevevano urina calda per scaldarsi e sperare.
Dicevo di mio nonno. Delle sue spalle larghe di palombaro sardo. Ha insegnato a nuotare tutti i suoi figli. Allora, in tempi virili, si usava dare una spinta e buttare i bambini giù dal Molo Martello del porto di Cagliari.
Ciò che non accoppa rafforza.
E quelli imparano a nuotare. Pure Maria Teresa, mia madre, che poi ha insegnato a nuotare anche a me. Ma non giù al porto, ma al Poetto, al D'Aquila perché figlio del boom io sono.A parte la storia delle grotte e dell'urina non è che mio nonno raccontasse molto di altro.Parlava poco lui. Si muoveva ancora meno.
Non mi raccontò mai di quando i fascisti l’avevano purgato con l’olio di ricino.E io non ho avuto mai il coraggio di chiederglielo.
Quasi muto, silenzioso. Parlava con le piante.
A volte nella via crucis domenicale andavamo a trovarli quei nonni di mamma. In quella casa di Via Vittorio Veneto inondata di sole e circondata da grotte.
Negli anni Cinquanta ci vivevano i senza tetto, molto tempo prima i Cartaginesi. Tutt'intorno ci sono ancora le loro tombe, una necropoli vastissima, devastata, depredata di quasi tutto e che ho visitato solo da adulto con la paura folle di essere azzannato dai cani.
Posti così sono sempre popolati dai cani.
La luce del sole di domenica si abbatteva violenta sul bianco accecante della camicia di mio nonno, seduto di spalle sul bordo del letto monumentale. Chino, curvo intento a svolgere due operazioni in successione. Lenta successione. Lentissima.
Prima si faceva la barba. Sistemava tutto l'armamentario su un un tavolino stretto e alto che poteva anche essere uno sgabello di legno, poi, lo specchio, il pennello. La ciotola con la schiuma, poi iniziava a radersi con un rasoio di sicurezza, di quelli che se anche gli cambi la lametta ti affettano la faccia lo stesso. Andava avanti così per ore. A volte tutta la mattina o quasi.
Poi passava alle scarpe.
I vecchi allora usavano solo scarpe allacciate. Mio nonno era vecchio.
Se dell'arte di radersi allora poco m'importava diverso era l'interesse per la lucidatura delle scarpe.
Un rito complicato.
Ieratico.Magico.
Lo osservavo in silenzio armeggiare spazzole e lucidi untuosi e fragranti.
Mio nonno spalmava con cura meticolosa quell'amalgama misterioso su tutta la superficie della tomaia.
Il lucido da scarpe di che cosa è fatto?Ci si può disegnare?

Lucidava due o tre paia di scarpe per volta.

Prima stendeva l'unguento sulle superfici di pelle, poi le lasciava riposare affinché il cuoio si nutrisse a dovere e solo dopo qualche decina di minuti, meglio un'ora, iniziava a spazzolarle con vigore.

Mio nonno era stato giardiniere ma sempre a lucidar scarpe l'ho visto.

Un giorno mi disse che il segreto per far brillare le scarpe era di strofinarle con una panno asciutto dopo averci dato con buona lena di spazzola.

È il panno che unisce, mescola il grasso e fa risplendere il cuoio.

Dopo l'atto di forza ci vuole l'atto di amore, di grazie e dolcezza.

Il panno asciutto.

E così anch'io ho sempre fatto.

Perché le scarpe devono essere pulite.

Mica solo il viso e le unghie.

Guardatevi ora le vostre scarpe.

Sono pulite?

E le mie sono pulite?

martedì, novembre 11, 2008

Otto Gabos va al festival Nues


L'altro ieri mi è partito il computer principale. Sono stati momenti di panico culminanti con una notte agitata. Oggi ho messo un nuovo modem sul laptop e sto cercando di affrontare l'emergenza e ti tornare alla norma. Come scrivere questo post per esempio.
giovedì sarò a Nuoro per Nues, prima edizione del festival di cartoon e illustrazione mediterranea. Ci saranno autori greci, Francesco Carofiglio e una bellissima mostra di Ferenc Pinter.
Bepi Vigna è il motore di questa operazione. La brava Stefania Costa non si è risparmiata per quanto riguarda l'aspetto organizzativo. E poi tutte le persone dello staff di Nuoro come sempre generose ed entusiaste.
Io farò dei seminari di fumetto con bambini e adulti, poi ci sarà una selezione di tavole tratte da Vent'anni presentato l'anno scorso per il festival Jazz di Calagonone e poi domenica 16 mi esibirò in un qualcosa che può essere assimilato a un reading. una selezione di testi che ho scritto nel corso degli anni e che metto insieme per l'occasione. se internet e i computer ci assistono il mio amico Alberto Porru monterà immagini e suoni che faranno da commento alle mie parole.
quindi Otto Gabos legge Otto Gabos. O perlomeno cerca di leggere, visto che ho cambiato occhiali, quelli con le lenti progressive e che mi danno ancora l'effetto del mare mosso.
Qua sotto c'è il link del festival, sopra invece la locandina.
il link:
http://www.nues.it

venerdì, novembre 07, 2008

Gabos Store: acquista online dalla Black Velvet


Lucca come al solito è stata l'occasione per incontrarsi e chiacchierare. spesso le chiacchiere portano a idee e progetti.
Per esempio se c'è qualcuno che non trova in libreria certi mie libri da oggi può direttamente acquistarli online dal sito della Black Velvet.
qui sotto trovate i link diretti che vi portano ai miei due libri.

Apartments: http://www.blackvelveteditrice.com/spip.php?article105

Apartments: gente comune: http://www.blackvelveteditrice.com/spip.php?article25

Viaggiatore Distante 1: http://www.blackvelveteditrice.com/spip.php?article15


Oltre ai libri potrete trovare in vendita anche il mio poster (cfr. post: Nuovi Arrivi)
questo è il link:
eccolo:
http://www.blackvelveteditrice.com/spip.php?article144


Sempre nel sito della Black Velvet potrete trovare una serie di pagine interessanti con i work in progress dei prossimi volumi in cantiere tra cui il Viaggiatore 2.
Non male.

venerdì, ottobre 31, 2008

Ci vediamo a Lucca


Fra qualche ora prendo il treno per Lucca. Mi dicono che diluvia come succede spesso in occasione del festival. Ci andrò bardato a dovere.
Come ho già detto ancora una volta non ci sarà Il Viaggiatore Distante 2. Però per farmi un po' perdonare ho disposto una piccola anteprima di tavole e della copertina che potete vedere.
Chi ha piacere di incontrarmi mi troverà allo stand della Black Velvet dove farò dei turni di dedicaces (sarà esposto un calendario con tanto di orari). Firmerò anche il poster che ho realizzato proprio in occasione di questa Lucca 2008.
Vi aspetto!

mercoledì, ottobre 29, 2008

Finalmente Esperanto!


Ieri mi sono arrivate delle copie di Esperanto.
Si presenta come un bel volume cartonato un po' più piccolo del calssico album alla francese ma con un numero di pagine molto più elevato. Infatti oltre alla storia a colori di 120 pagine c'è un'appendice con il "dietro le quinte" con un'altra dozzina di pagine. Secondo tradizione è tutto a colori. e già che ci sono faccio i complimenti ufficiali e pubblici a Laura Congiu che ha interpretato con gusto e abilità l'atmosfera narrativa.

è sempre curioso vedere il libro che hai fatto. Vederlo dall'esterno sotto forma di volume di carta.
in quel momento perdi ufficialmente la paternità. Quello che è fatto è fatto. Il libro deve correre con le sue gambe. L'autore lo può aiutare promuovendolo, parlandone, firmando le copie, facendo delle mostre, ma saranno i lettori a impadronirsene. Ad amarlo, odiarlo, rimanere indifferenti. Saranno loro a interpretarlo e vedere cose che l'autore non ha visto o non si è accorto di avere detto o disegnato. Saranno loro e riscrivere il libro.
Sarà bello così.
E sarebbe bello vederlo pubblicato anche in italiano.
Per ora non so ancora niente ma ho molte speranze.

martedì, ottobre 28, 2008

Il Diluvio Universale


Chi c'era dice che mercoledì 22 ottobre alle 9.30 il cielo era scuro come di sera. Di un grigio piombo gravido di pioggia pesante. Chi c'era dice che il diluvio è durato poco, poco più di due ore ma che l'acqua caduta era pari a quella che di solito piove in un anno. Ettolitri d'acqua.
Strade allagate. fiumi urbani in piena. Acqua gialla, acqua marrone.
Rita era intasata lungo la strada che porta all'ospedale. questa strada costeggia sul versante destro il parco che una volta apprteneva al manicomio cittadino. Il parco è cinto da un lunghissimo muro. Una porzione di questo muro, forse marcio, forse privato delle fondamenta dall'impeto dell'acqua piovana, crolla rovinando sulle autovetture in transito. Otto o nove vengono colpite e danneggiate seriamente.
Questo episodio non l'ho letto sui giornali. Il fatto è che l'intera giornata di mercoledì 22 è stata travagliata da episodi come questo. La somma di questi episodi crea la tragedia complessiva.
Ho visto immagini di case sprofondate, di macchine annegate, di volti in lacrime.
tutte cose che sembrano di altri tempi , di luoghi lontani dove tutto crolla sempre.
Invece è successo a Cagliari, è successo a Capoterra e altre località costiere vicine.
Sembra incredibiel. Ma poi sento voci al telefono, mi raccontano altre storie. Di qualche parente coinvolto nel diluvio.
E poi sono arrivati i morti.
Un cadavere di un disperso e rinvenuto mentre galleggiava nelle acque del Golfo degli Angeli.
Al dolore segue la rabbia del solito gioco delle responsabilità.
Leggo che certe case non dovevano essere costruite così, che le scuole non si edificano a ridosso dei corsi d'acqua e altre tristezze. Copioni già letti. Copioni sempre attuali. Purtroppo.
Questo diluvio sembra il terminale di un mese di follia.
L'economia che implode, la scuola che esplode, Obama che sfugge al complotto e tutti che scendono in piazza. Sembra davvero il grande raduno. Dopo il diluvio universale arriva anche il giudizio universale.
E intanto un amico mi invita a guardare Zeitgeist su Youtube.
Ipnotico, allucinatorio, fosco.
Me ne sto per due ore impalato sulla sedia a fissare il monitor. Mi sento imbarazzato.
Mi sembra di sentire l'acqua sotto i piedi e fuori la gente si prepara a sfilare in un nuovo corteo.
Si sente il corno della grande adunata.
Forse sono segnali di paura.

venerdì, ottobre 24, 2008

L'autunno greve

Maria quando è andata in prima elementare a White Plains sapeva poche parole d'inglese. Maria è perfettamente bilingue. Dice che la scuola è stata determinante. il contatto quotidiano con altri bambini, la pratica sta alla base dell'apprendimento.
è raro che usi questo blog per comizi o cose simili, però questa volta non posso farne a meno.
creare classi specifiche per immigrati mi sembra una carognata, un ennesimo segnale verso l'imbarbarimento. l'aria è carica di segnali. Tutti molto brutti, molto grevi.
Questa Italia che si sta materializzando è sempre meno l'Italia che vorrei, sempre meno l'Italia che sognavo da bambino a Cagliari dove immaginavo una città piena di gente proveniente da tutto il mondo perché era più bello osservare e vivere la varietà (non conoscevo ancora il termine multietnico).

Marc quest'anno va in prima elementare. La scuola gli piace, si applica. Fatica e si diverte.
Devo dire grazie a lui e grazie alle insegnanti che fanno con cura e competenza il loro lavoro.
non è come dice qualcuno che mentre una insegna in una classe l'altra se ne sta fuori senza fare niente.
Non è così. Nossignore.
Mia madre ha fatto l'insegnante elementare per anni. Ha insegnato nelle miniere del Sulcis, nelle multiclassi con i maggiorenni, nelle stalle insieme alle galline. Ha fatto chilomentri sotto la pioggia, attraversato strade sterrate in lambretta, preso la littorina ogni giorno alle 5 del mattino. Si è fatta il culo per un lavoro che amava e che è stato avaro di soddisfazioni economiche e professionali ma ricco di gratitudine umana. Insomma mia madre è stata ciò che la società definisce come perdente. Una delle tante. Per me invece è stata un modello di vita.
Grazie Maria Teresa.

mercoledì, ottobre 22, 2008

London 1982


"Cammino pensando ai Clash e a Mark E. Smith, alla Londra dei settanta/ottanta letta e macinata in foto, dischi e articoli e intorno ne trovo poca, come sempre quando vivi le cose con qualche decennio di ritardo. A consolarmi ci pensa il Times, con una vecchia intervista a Joe Strummer che mi leggo a tarda notte a letto. Ma il fascino delle villette, il verde dei parchi e i piccoli negozi riescono a farmi calciare il non vissuto e a concentrarmi sul presente."

Questo estratto di un recente post del blog dell'amico Sergio Ponchione mi ha fatto venire in mente quando sono stato a Londra per la prima volta. Erano esattamente gli anni descritti da Sergio. Il 1982 per la precisione. A Londra ci si andava soprattuto per la musica. Londra era la capitale indiscussa della musica. In quell'anno uscirono uno dietro l'altro dischi che avrebbero fatto la storia. New Gold Dream di Simple Minds, The Lexicon of Love degli ABC , Songs to Remember degli Scritti Politti e poi anche i primi EP dei Rip Rig and Panic e l'ultimo concerto dei Japan.
Ero arrivato a Londra proprio qualche giorno dopo quest'ultimo concerto. Allora non lo sapevo ancora che era l'ultimo e comunque ci rimasi male lo stesso quando vidi un manifesto un po' strappato attaccato a una parete lurida di qualche fermata dell'Underground. Di lì a poco uscì Bamboo Music che di fatto iniziava la carriera solista di David Sylvian.
Nel 1982 non avevo ancora deciso se fare i fumetti o fare musica. Forse in quel periodo propendevo di più per la musica. Di sicuro mi piaceva più passare ore nei mnegozi di dischi di Londra che nelle librerie con molti fumetti come mi era successo a Parigi l'anno prima (ec onfesso che anche adesso è più o meno così).
Arrivai a Londra in treno con mio fratello. Un viaggio mostruoso. Vagoni affollatissimi, buttati per terra, calpastati, intasati. Poi a Calsi tutti giù dal treno e tutti a bordo del Ferry fino a Portsmouth.
Raggiungemmo degli amici che avevano preso una casa in affitto a Finsbury Park a Nord Est e raggiungibile con la Victoria o Piccadilly Line.
Il posto non era poi tanto bello e non ci mettemmo molto a capire che fosse un quartiere ad alto tasso giamaicano. Si sentiva reggae dappertutto.
In quella casa in Playford Road dormivamo anche in 10. ogni tanto arrivava qualcuno e si sistemava lì. I soldi erano pochi e l'entusiasmo era tanto. enorme.
Volevo comprarmi le creeper e più dischi possibili.
quando tornammo a casa in valigia non c'erano le creeper ma un bel paio di pantaloni di pelle nera. Come quelli di Jim Morrison che ai tempi mi faceva schifo come il resto dei Doors.

Penso spesso quel periodo. Senza nostaglia, ma con grande tenerezza. Quell'estate era stata lo spartiacque tra l'adolescenza scolastica e un'altra stagione non meglio identificata che ha lasciato una traccia profondissima.
Però mi sono accorto che anche se ci penso spesso non ho mai scritto o disegnato niente di veramente diretto. L'ho preso sempre alla larga. Apartments ha molte tracce della mia estate '82, ma non è mai veramente quella.
Quasi avessi paura di rompere qualcosa, di contaminare una composizione sublime.
In quell'estate vidi davvero un mucchio di concerti. Certi importanti altri molto meno. Però mi ricordo ancora molto bene quello dei Rip Rig and Panic durante in Carnevale di Portobello. Una calca disumana, spinte incredibili e una giovanissima Neneh Cherry che aveva già tutta la sua grinta degli anni a venire.
I Clash invece non li ho visti mai e nemmeno Joe Strummer nella sua carriera da solista.
Però ogni volta che sento London Calling sono di nuovo a Londra e non posso fare a meno di commuovermi.

martedì, ottobre 21, 2008

Halifax



Usufruisco di questo stato di grazia improvviso per scrivere ancora.
Un giorno di fine agosto ad Halifax, Nuova Scozia.
fa davvero un effetto straniante andare in uno di quei posti lontani che hanno un nome che inizia con Nuova o Nuovo.
La Nuova Scozia incarna alla perfezione questo straniamento.
Una penisola che si spinge con forza verso l'oceano atlantico quasi in un tentativo disperato di raggiungere la madre patria.
I colori il colpo d'occhio intorno e soprattuto la zona del porto mi ricorda in senso inverso Inverness un altro porto della Scozia settentrionale che invece sembrava protrarsi al di là dell'Europa verso l'America.
è questo istinto di andare oltre, di cambiare festa anche quando ti stati divertendo da matti che mi attrae sui moli, alla fine della banchina.
ho sempre desiderato passare un po' di tempo ina casa che è alla fine di qualcosa. Di una città, di un pese, di un continente.
Halifax è un po' alla fine di un continente. Andando più in là non è che ci siano poi così tante città.
Mentre Maria e Marc facevano un giro in uno di quei battelli con la faccia da pupazzo, una specie di trenino Thomas acquatico io sono andato a spasso per il porto. Poche facce da porto, nessun pirata, rari i marinai, molti i turisti. Anch'io in quel momento ero un turista. Però alla fine del molo non c'era nessuno. di fronte l'isolotto con il faro. Una storia maledetta di morti impiccati lasciati a marcire ben visibili alla navi in transito. Morti impiccati come monito per i pirati e malfattori. L'isola con il faro ha anche un nome perfetto per una bella storia: Devil Island.
Adesso è chiusa e non ci vive più nemmeno il guardiano del faro.
Peccato.

Nuovi arrivi


Sono sempre qui anche se non appaio quasi mai.
In quest'ennesima latitanza ho finito "Banana Football Club" che uscirà per la collana Oltre di Rizzoli nella seconda metà di novembre.
è stato un lavoro lungo che mi ha tenuto impegnato per parecchi mesi.
una storia di ragazzi, una storia di calcio, un romanzo di formazione tratto dal testo omonimo di Roberto Perrone.

Finalmente domani esce in Francia Esperanto. Se andate nel sito di KSTR sarà possibile vedere un'anteprima di qualche pagina. è la sequenza iniziale.

Ancora una volta non riesco a finire il Viaggiatore per Lucca. però porterò una parte del work in progress da lasciare in libera visione ai più curiosi. Una specie di risarcimento verso i lettori e verso Il Viaggiatore che è lì che scalpita da troppo tempo. Sorry.
Sarò comunque a Lucca.
sarò allo stand della Black Velvet a firmare un poster realizzato per l'occasione. Nel poster c'è il Viaggiatore. Un mix tra pop e retrò. spero che piaccia.
L'immagine che vedete è un trailer del poster.

giovedì, luglio 24, 2008

una piscina a White Plains


oggi vorrei scrivere moltissimo.
invece ho un mal di schiena terribile. il colpo della strega. di quelli che ti fanno rimanere rigidi o piegati a 90°.
sono in America da una settimana.
a buon punto con le tavole di Banana Football Club.
in fase di studio per il Viaggiatore 2.
ieri ho scoperto una cosa che mi ha spiazzato.
la signora che aveva rifiutato le lucrose offerte economiche per vendere la sua casa nell'ex parcheggio dell'AT&T per lasciare costruire un'enorme piscina in un nuovo enorme complesso condominiale ha venduto.
ha venduto mesi fa e l'altro giorno quando sono passato la sua casa non c'era più. al suo posto ci sono ruspe e un bel fosso dove stanno costruendo la piscina.
la fine di un mito eroico.
ora dovrò cambiare in corsa la storia.
ma forse è più bello così.

stay tuned.

venerdì, luglio 04, 2008

musica di questo secolo e anche dell'altro


Ogni tanto succede qualcosa di bello. per esempio ieri mattina presto quando al giornale radio ho sentito della liberazione di Ingrid Betancourt. una di quelle notizie senza speranza. non faccio commenti. la gioia è utta sua. a noi non ci resta che il riflesso, la partecipazione. Una grande ammirazione. Che bello.
Ieri mi sono alzato prestissimo. forse prima delle 6. al massimo alle 6. avevo dimenticato la radio accesa e una canzone dei Cousteau si è messa in mezzo a un sogno non meglio identificato. I Cousteau mi hanno tenuto compagnia qualche estate fa, quando avevo deciso di tornare a vivere a Bologna dopo una brevissima parentesi romana.
Di quell'estate arrivata presto mi ricordo l'ultimo viaggio in autostop. con il mio amico Muflo com'è sempre stato. Siamo andati a casa sua a Berlino. Abbiamo festeggiato lì il mio compleanno. l'ultimo da trentenne. fare autostop alla soglia dei quarant'anni. per me una goliardata, per lui missione, scienza, routine. Quando ci hanno caricato dei professionisti con mercedes e giacca appesa in gruccia su sedile posteriore ci hanno anche chiesto come si era rotta la nostra macchina. Davano per scontato che un pelato ( il Muflo) e un canuto ( io) andassero per forza in autostrada con la macchina.
Arrivare di giorno in una città è la cosa più bella. La luce la illumina e la svela. Non hai paura e ti senti pronto a immergerti nel flusso.

Adesso mi metto a disegnare. Fa già caldo e non mi piace. ripasso a china e poi stendo l'acquerello. poi scansiono e invio con qualche nota di commento. e poi avanti di nuovo.
Ho molta musica da ascoltare. l'amico Michele mi ha gentilmente fornito dell'ottimo materiale d'annata: Yellow Magic Orchestra, Yuchihiro Takahashi tra gli altri. Che volete questo è un periodo all'insegna della nostaglia acuta. Nell'altro post i Cure, oggi i giapponesi dei primi anni Ottanta e qualche mese fa ho adidirittura comprato il nuovo cd di Siouxsie senza i Banshees.

Fortuna che qualche settimana faproprio sotto casa al Parco di Villa Mazzacorati ero tra i pochi privilegiati ad avere assistito al bel concerto di Costa Music. lui, Joseph Costa viene da Chicago e passa l'estate in Sicilia dai suoi parenti italiani. un bel concerto discreto, a tratti intimista. ogni tanto un rimando a david Sylvian, ma giusto un po'. Per la cronaca il cd che s'intitola Lighter Subjects è del 2007. Roba di questo secolo.

domenica, giugno 22, 2008

Ci volevano i Cure


A un certo punto mi sono accorto che non avevo molto da dire. O meglio magari qualcosa c'era ma non era necessaria. quando non senti una cosa necessaria è inutile parlarne. diventa metacomunicazione. E allora sono stato zitto. per mesi. però c'ero. ci sono anche adesso.
domenica mattina a Bologna. Sono a casa. faccio una pausa. è dalle 9 che disegno.
oggi sto disegnando come ho sempre fatto. con i miei occhiali da miope.
ultimamente mi davano fastidio. ero costretto a togliermeli per vedere la tavola nei dettagli. Forse sto diventando presbite. forse passo troppo tempo a computer. chissà.
Questa domenica mattina mi è tornata voglia di scrivere.
A causa dei Cure. Ieri ho comprato all'usato un loro greatest hits. I single dei loro anni migliori.
provo sempre molto affetto per i Cure. insieme a qualche altro gruppo e musicista fanno parte di me. ho tutto di loro, molto in vinile. gli originali di qesto greatest hits li possiedo in vinile.
mi è venuto un attacco di malinconia, nostalgia e buonumore. passerei ore al telefono con persone che non vedo da molto, in certi casi da moltissimo tempo.
il fatto è che riprendo a scrivere e mi ricollego a quando avevo lasciato.
una bella giornata di autunno in una scuola elementare di Abbasanta. Era ottobre.
mi aveva invitato il mio amico Massimo Spiga che fa il dirigente scolastico.
quando invece era uscito Pornography studiavamo insieme all'università di Cagliari. Lingue. Non mi ricordo che esame stavamo preparando. mi ricordo invece benissimo delle monetine che allineavo sulla scrivania della stanza della musica a casa mia. Contavo le monete per raggiungere la cifra necessaria ad andarmi a comprare il disco. mi sembra che ai tempi i dischi costassero intorno alle 14.000 lire.
ci siamo mossi in motorino. guidava Massimo, perché io non ho mai saputo guidare (quasi) niente. Poi a casa subito sul piatto ad ascoltarlo a volume altissimo.
Per quel pomeriggio avevamo studiato abbastanza.