domenica, maggio 25, 2014

La meta di Shalimar Koglia

Mentre continuo a cercare di capire, di relazionarmi e auspicabilmente di domare questo blocco di carta modesta continuando a disegnare, mi sforzo a rendere in qualche modo compiuti i miei bozzetti o sketch. Di solito lavoro su frammenti, corpi indefiniti o monchi di qualcosa, diversi momenti che si intersecano. Insomma l'officina del provvisorio. Ho visto certi sketchbook di bravi disegnatori, ordinati, compatti dove ogni pagina era un disegno finito. Li ho ammirati e non solo per la perizia ma soprattutto per metodo e costanza. Averne fatti già due nel giro di qualche giorno lo posso considerare se non un record un viatico. Che poi disegnare in un blocco con metodo abbia un senso è un altro discorso su cui rifletterò in seguito. Comunque sia eccolo qui, Shalimar Koglia. Chi ha letto Esperanto forse se lo ricorderà. Truffatore, avventuriero, biscazziere, giocatore d'azzardo, filosofo e mistico lieve è alla base e artefice di un mondo distopico regolato dal gioco e dalle scommesse. Ai numerosi lettori che mi hanno chiesto di un possibile secondo volume della serie rispondo che al momento non dipende solo da, però se mai dovesse esserci un secondo volume non si tratterebbe di un seguito ma di un inizio, proprio con Shalimar Koglia, abbastanza giovane che ha appena varcato gli altipiani aspri dell'Albania sfuggendo alla cattura dei giannizzeri. Non sa ancora come ma è certo di raggiungere la lontanissima Armenia, scalarne le montagne e poi scendere lento ma inarrestabile verso il grande mare interno dove l'acqua brucia in roghi perenni. La sua metà è il Caspio, voragine di petrolio.

mercoledì, maggio 21, 2014

Ritratto di un giovin signore


Più o meno è andata così. Stavo ascoltando Morning Phase di Beck. Stavo inchiostrando una tavola e poi ho visto un blocco da disegno di carta leggera e adatta a quasi niente e ho voluto testarlo con matita, pennarello e acquerello. Sulla scrivania c'era anche un volume di Corto Maltese. C'erano anche altri volumi sulla scrivania, però quello di Pratt era proprio sul primo strato. Mi sono messo a disegnare così a caso mentre continuavo ad ascoltare l'ultimo Beck, che per inciso è un album molto bello anche se qualcuno quando è uscito che pioveva sempre aveva detto che era roba da tagliarsi le vene, e così per caso continuava a insinuarsi in testa il termine Giovin Signore. E allora si è fatto avanti questo ragazzotto in peacoat e sciarpa con ciuffo britannico al vento. E già che c'ero ho pensato anche al gran tour e pure agli elmetti dei prussiani. Nel mentre è finito Beck e me lo sono riascoltato anche quando cercavo di domare con il phon le pieghe indelebili dell'acqua sul foglio modesto che si era imbarcato fino a quasi naufragare. In qualche modo l'ho salvato e quelle pieghe irrimediabili sono diventate pure delle texture interessanti. Ora che ho testato questo nuovo blocco da schizzi e l'ho pure condiviso qui su Fb e pure su Radioherzberg dove non è passi molta gente torno a inchiostrare placato nell'animo.

Il Giovin Signore, pennarello, acquerello su carta leggera e molto modesta, fx, maggio 2014.


lunedì, maggio 19, 2014


IL BASILICO DELLA PATAGONIA

Stamattina non c'era latte a casa. Scendo dal bengalese all'angolo e già che ci sono ho la missione anche per comprare delle uova. Una confezione da 10 e una da 6. Entro nel negozio e chiedo dove sono le uova, vedo che ci sono solo confezioni da 6 e allora chiamo a casa perché poi non voglio tornare una seconda volta qui al negozio perché ho comprato troppe o poche uova. Mentre faccio il numero di casa c'è questo tizio che va avanti e indietro nel negozio con un vaso con dentro una pianta di menta. Cosa euro 1.49. Parla della menta ma dice che è basilico. Parla a voce molto alta e si rivolge al gestore bengalese che è un tipo che non parla molto, lavora molto e si fa i fatti suoi. Il tizio, che a guardarlo bene sembra uno di quelli della Bologna bene vestito casual ma firmato, decanta il profumo del basilico. Chiama menta basilico e dice che il basilico l'hanno importato in Italia gli antichi romani dalla Turchia. Sbatte sotto al nase del bengalese il vaso fragrante e poi già che c'è anche sotto al mio che nel mentre sto parlando al telefono con mia moglie per chiederle a proposito delle uova. Buon profumo, la menta ha un buon profumo. Dico io. Uè, biondo ma che cazzo, dici? ci fai o ci sei,? cosa ti sei pippato stamattina? hai detto menta, guarda che questo è basilico, dico basilico! sai da dove viene il basilico? l'hai appena detto viene dall'Anatolia. Dalla Turchia ho detto che viene? Ma allora mi prendi in giro, è menta o basilico? hai voglia di far polemica? Ma no, non sono esperto di piante, sarà una nuova varietà di basilico. è basilico ti dico, l'hanno importato i romani perché erano dei geni loro, stavano in un posto piccolo e del cazzo come l'Italia che però poi avevano tutto. Grandi i romani. E poi adesso i rimani che stanno stanno a Roma tengono il Colosseo chiuso. Ma tu che hai detto che vieni dal Bangladesh sai cos'è il Colosseo? Come hai detto? Allora lo sai o non cos'è il Colosseo? ecco lo vedo non sanno un cazzo questi. tu che sei intelligente hai visto quel film? quello nuovo molto bello? Quale film? Cos'è non vai mai su cineblog? No. Male, vacci subito e comunque il Colosseo dovrebbero aprirlo. Sì. Intanto il signore bengalese non mi fa lo scontrino. Ha paura e cerca alleati. Io mi metto vicino a lui dall'altra parte e parliamo del Colosseo. Il tizio con la menta trasmutata in basilico ora sposta il tiro a New York. Sai qual è il monumento che hanno che avrà cent'anni e ha sempre fila e fanno un pacco di soldi? Ma ci sei stato in America, eh biondo? Sì. Molto bene lo dicevo io che tu sei intelligente. e tu Bangladesh sai come chiamavano Roma? No, eh?, non sapete proprio un cazzo voi. Roma era capo de mondi, capì? Non capisco. ehi, biondo ma ci devi fare con tutte quelle uova? la frittata. Ah buona la frittata, però le uova fanno male. Ma quindi questa pianta per te è menta o basilico? Per me, biondo è basilico e tu non mi prendi in giro, no? Sai da dove viene il basilico? sì dalla Turchia. Ma dalla Turchia dove? Forse dalla costa. Dalla Patagonia, viene dalla Patagonia! ma che dici? la Patagonia è in Sudamerica. Ho pagato, infilato il resto in tasca e mi sto allontanando il più veloce possibile. Con quello che continua a parlare del basilico con gli occhi di fuori, molto ma molto su di giri. Si allontana anche lui. Ma non era pazzo, era solo molto schizzato, effervescente direi. La discussione poteva anche degenerare, poteva scatenare una rissa. Potevano volare pugni. Come in quei drugstore dove poi si sparano ed entra il poliziotto e si becca una pallottola nello stomaco pure lui. E non è che uno guarda troppi film, è che le tragedie accadono per motivi del cavolo come una pianta di menta o basilico, come il latte che manca a casa e che dovrebbe essere comprato di sabato. Quando torno a casa mentre cerco di raccontare a mia moglie del basilico lei mi dice che non dovevo prendere quel latte con scritto più giorni e io per poco non la mando a quel paese e mi metto fuori in balcone a guardare di sotto i vecchietti che escono con il cane o sfogliano il Carlino e poi a colazione parliamo di quanto sia caduca la vita e l'esistenza tutta e che non ci vuole mica molto a trasformarla in farsa che diventa tragedia per una cazzata come il latte che è finito e il basilico che tra l'altro nella frittata ci sta molto bene. Dopo scendo di nuovo dal bengalese e gli chiedo se dietro alla cassa ha qualcosa per difendersi. Che so una mazza da cricket, lo spray al peperoncino. Gli dirò anche di vendere cactus e non menta. Nessuno confonde i cactus con la menta o il basilico. Forse.
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