mercoledì, dicembre 23, 2009

Merry Xmas 2009!



Quest'anno la cartolina di Natale l'abbiamo fatta in due: Gabos sr e Gabos jr.
Marc ha disegnato Otto ha colorato.
Però gli auguri li faccio io e tutta la famiglia.
Vorrei scrivere anch'io una bella letterina con belle speranze, desideri, sogni e utopie meravigliosamente inattuali e inattuabili ma Mi sentirei forse retorico e magari lo sono già proprio scrivendo queste poche righe e allora mi fermo e mi limito a un solo Augurio:
Che troviate tutti la felicità che cercate!
Otto Gabos and Family

Esperanto su Mangaforever e la neve degli sfollati

Sul web magazine Mangaforever c'è una nuova recensione di Esperanto.
ecco il link:
http://www.mangaforever.net/index.php?ind=reviews&op=entry_view&iden=766

e poi la neve ha cambiato i connotati alla città. luoghi irriconoscibili. pezzi di un universo parallelo arrivato per caso in questo. ovunque tracce di sporco, di fango come in un dopoguerra.
cammino cercando di non scivolare. stai bene attento ai passi, ci pensi prima di muoverti di correre all'inseguimento di autobus fantasma che spesso neanche si fermano da quanto sono carichi. qualcuno ti caccia fuori stizzito inventandosi che gli hanno appena tolto il gesso da un braccio. sì ma cosa c'entra il gesso a un braccio con il posto sull'autobus.
ci ho pensato per un po' fino quando sono salito sul filobus successivo che poi a un certo punto si rompe.
la gente vomitata a forza sulla strada viscida arranca stranita che sembra il popolo degli sfollati.
manca solo la sirena dell'allarme e poi i bombardamenti possono iniziare.

mercoledì, dicembre 16, 2009

intervista su collezioneggio.com



sul bel sito collezioneggio.com c'è una mia intervista realizzata da Enza Mandelli su Esperanto. qui sotto il link:

http://www.collezioneggio.com/index.php?option=com_content&view=article&id=419:ottogabros&catid=65:interviste&Itemid=95

lunedì, dicembre 14, 2009

Gabos Vs Lovecraft



Questo è il disegno che ho fatto per una bella iniziativa promossa da Umberto Sisia di Studi Lovecraftiani. è liberamente ispirato a Il colore venuto dallo spazio di Lovecraft. questo disegno, insieme a quelli di altri autori italiani farà parte di un volume a cura dello stesso Sisia e di Pietro Guarriello. Autori che amano Lovecraft, autori che interpretano Lovecraft. Un'occasione troppo allettante per essere lasciata perdere.

L'illustrazione, a matita con abrasioni digitali, inaugura il nuovo corso grafico che mi accompagnerà per gran parte dell'imminente 2010.
Ai lettori l'ultima parola.

martedì, dicembre 08, 2009

Il Viaggiatore su Lo Spazio Bianco




su Lo Spazio Bianco del 7 dicembre c'è una recensione di Michele Quitadamo del Viaggiatore Distante 2.
ecco il link:
http://www.lospaziobianco.it/5581

sabato, dicembre 05, 2009

E' primavera di Claudio Calia è ora anche sul web!

Il mio amico Claudio ha lavorato intorno all'idea per mesi e adesso è riuscito a renderla operativa. Mettere sul web con la possibilità fare il download. Tutto questo per diffondere ail più possibile un'opera importante, una conversazione con Toni Negri. per l'occasione Calia ha chiesto a cinque personaggi molti diversi di scrivere una nota introduttiva. tra questi ci sono anch'io.

Qui sotto il comunicato di Claudio e il link opportuno:
In accordo con l'editore BeccoGiallo sul sito www.globalproject.info è disponibile per il download il volume integrale in formato .pdf di E' primavera - Intervista a Antonio Negri, di Claudio Calia.
L'edizione sul web è arricchita da una dettagliata rassegna stampa, i video di alcune presentazioni con ospiti BeccoGiallo, Antonio Negri, Luca Casarini e Claudio Calia, e cinque articoli scritti appositamente per questa edizione di Antonio Negri, Boris Battaglia, Andrea Plazzi, Otto Gabos e Emiliano Rabuiti.

Il libro è stato il primo volume BeccoGiallo a uscire con licenza Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 a maggio 2008, e a poco più di un anno di distanza dal suo esordio in libreria siamo lieti di assolvere alla funzione di questo tipo di licenze: renderlo interamente e liberamente fruibile ai suoi lettori.

Il libro è scaricabile a partire da qui:
http://www.globalproject.info/it/produzioni/E-primavera-Intervista-a-Antonio-Negri/3078

E' PRIMAVERA - INTERVISTA A ANTONIO NEGRI
di Claudio Calia
postfazione di Luca Casarini
Collezione Biografie
17x20, 160 pagine
brossura, b/n
Euro 15.00
Edizioni BeccoGiallo
ISBN: 9788885832442

http://nuvoleonline.splinder.com
http://www.beccogiallo.it
http://www.globalproject.info

giovedì, ottobre 29, 2009

Appuntamento con Otto Gabos a Lucca 2009



Ho messo in quarantena il raffreddore e domani mattina presto prendo il treno per Lucca. Ci starò fino a domenica mattina e sarò abbastanza reperibile allo stand della Black Velvet dove sarò al lavoro per Esperanto. Firme , disegni con dedica e chiacchiere con i lettori, poi una serie di inziative interessanti e carine che troverete direttamente sul sito della Black Velvet. Passerò a salutare amici, autori, editori e libraio. Un piacevole rituale che si ripete ogni anno da tanti anni. la mia prima Lucca fu nel 1984, al palasport. Avevo una cartella gigantesca che strisciava per terra in mezzo alle foglie arancioni. Faceva molto freddo e forse ne sentivo ancora di più perché ero emozionato di vedre anche se solo di striscio i miei autori preferiti. Emozionatissimo di mostrare i miei lavori a Fulvia Serra e Vincenzo Sparagna che ai tempi dirigevano Alter Alter e Frigidaire, che per me, new waver incallito erano il massimo.
domani partirò senza cartella gigante e con altre emozioni. molto diverse ma sempre emozioni. e finché ci sono vale la pena andare a Lucca Comics.

Otto Gabos firma Esperanto: venerdì 30, sabato 31 ottobre, domenica 1 novembre allo stand Black Velvet

sabato, ottobre 24, 2009

Acquista Esperanto online dal sito Black Velvet

Da oggi puoi acquistare Esperanto direttamente dal sito della Black Velvet. Avrai la tua copia prima degli altri e pure con uno sconto. mi sembra ottimo. poi già che ci sei puoi dare un'occhiata al resto del catalogo. troverai di sicuro altri libri che ti interesseranno e se non li hai già anche le altre mie produzioni per Black Velvet:
Apartments
Apartments. Gente Comune
Il Viaggiatore distante 1. L'inverno atlantico
Il Viaggiatore distante 2. Esilio Interiore
Frontiera

Clicca sul titolo di questo post ed esplora il catalogo Black Velvet!

venerdì, ottobre 23, 2009

Fumetti al DIMA



Per gli amici di Bologna e dintorni.

Vi volevo dire che questo weekend al centro commerciale DIMA c'è uno speciale fumetto. incontri, mostre e vendite libri. C'è anche un laboratorio creativo per bambini con Otto Gabos .
è gratuito e se venite mi farete un gran piacere.
sabato mattina alle 10.30.
Nel pomeriggio alle 18, Gianni Barbieri incontra Alessandro Poli e Andrea Venturi.
domenica 25 alle 10.30 ci sono i caricaturisti e poi alle 18 incontro con Kappa edizioni che parleranno dell'Enciclopedia dei mostri giapponesi.

presso la libreria del Dima troverete una selezione sceltissima degli ultimi volumi delle più prestigiose case editrici di fumetti con sede a Bologna.
Fumetti al Dima, un modo diverso di fruire il centro commerciale.

martedì, ottobre 20, 2009

Aspettando Esperanto 15. Mods Skarabos



I Lord Skarabos sono una mia rivisitazione dei Mods. non vanno in giro in lambretta né usano il parka verde. hanno tuba e mantello che li riconduce alla Carboneria, alle società segrete. Gli Skarabos sono stati tra i personaggi di Esperanto che mi hanno più intrigato dal punto di vista grafico. Forse avrebbero potuto avere il respiro giusto per un ruolo di spicco, da protagonisti. ma forse sarebbe stata un'altra storia come ho già scritto in un post precedente, quello intitolato: Le Seconde Linee.
penso spesso ai Mods, al loro periodo storico carico di tensione immediatamente precedente alla contestazione studentesca. gli ultimi baluardi di un'eleganza ricercata e rigorosa. belli da vedere e belli da ascoltare. quando c'erano i Mods originali ero troppo piccolo. sono arrivato con la seconda ondata, quella post punk dei Jam. Peter Weller mi folgorò. da allora ho praticamente tutto di Paul Weller, nelle sue varie avventure musicali. non escludo di affrontare il movimento Mods in una prossima storia che sia più ampia e articolata che solo dal punto di vista musicale. c'era il fermento delle periferie, insieme ai mods nasceva anche il suo rovescio: il movimento skinheads con diverse analogie musicali, gli stessi malumori ma risolti in maniera radicalmente opposta e non condivisibile. C'erano i rockers e c'erano tanti altri ragazzi che di tutto ciò non ne sapevano assolutamente niente. forse parlerei proprio di questi ultimi. ragazzi un po' come mio padre che negli anni Cinquanta suonava ma non ascoltava Elvos e il Rock'n'roll. suonava la fisarmonica che non era uno strumento molto rock'n'roll. i suoi miti erano maestri Gorni Kramer. A me sembrava strano e incredibile che un ragazzo degli anni cinquanta non fosse rock'n'roll, così come mi sembrava strano che tra la fine degli anni Settanta e la prima parte degli Ottanta ci fossero dei ragazzi che non ascoltassero punk, new wave, post punk. E invece erano in tanti che ascoltavano tutt'altro.
A distanza di anni a rileggere la storia, la mia, è stato un po' come svegliarsi da un lunghissimo sogno.

lunedì, ottobre 19, 2009

Aspettando Esperanto 14. Un equivoco linguistico



Mi è capitato, prima in occasione dell'edizione francese, e ora in attea dell'edizione italiana, di ricevere alcune lettere di studiosi e appassionati esperantisti. Lettere molto accorate e puntuali che vertevano sui miei errori sintattici e grammaticali presenti nel romanzo. apprezzo l'entusiasmo e faccio tesoro delle precisazioni, però tengo a precisare alcuni dettagli del mio libro che poi non son marginali.
Esperanto non è un testo di grammatica esperantista, né tantomeno si arroga (e mai ne avrebbe il fine) di essere scritto in esperanto. Esperanto è n'opera di fantasia, un romanzo, un'ucronia, anzi una distopia ambientata in un altro continuum spaziotemporale dove le guerre sono state soppiantate dal gioco d'azzardo e l'esperanto ha avuto la diffusione analoga, (anzi maggiore) di quanto l'inglese ne abbia nel nostro continuum (il Terra 1218 secondo la classificazione dell'indice ufficiale Marvelcomics). e allora potrebbe capitare che la lingua subisca delle evoluzioni (involuzioni o de-evoluzioni) imponderabili e incontrollabili. del resto l'esperanto è rimasta (purtroppo) una lingua con pochi parlanti e mai inserita in un contesto dinamico come la lingua parlata e deformata liberamente. nessuno può sapere quali derive avrebbe potuto prendere la lingua creata da Zamenhof calata in un contesto sociale come quello caspico in cui di fatto è ambientato il mio romanzo.
la mia esigenza di uso dell'Esperanto si è concentrata sulla sottolineatura per un desiderio di un mondo migliore, di un mondo più unito, che supera le guerra e qualsiasi barriera territoriale. il mio uso dell'esperanto era piuttosto un atto di amore. Non voleva essere una cialtroneria né tantomeno un'invasione di campo. Non voleva essere oltraggio, nè voleva mancare di rispetto a coloro i quali si prodigano nella diffusione linguistica. tutt'altro. la mia speranza (già in parte esaudita) è che la gente che non sa si chieda cosa sia l'esperanto, che possa capire che esiste una lingua universale che potrebbe risolvere non pochi problemi sia culturali che politici. E magari tra questi qualcuno ce ne sia una buona quantità che voglia apprendere e diffondere. Vorrei tanto questo.
poi se fra gli studiosi ci fossero degli interessati a tradurre in esperanto tutto il libro, non potrei che dire grazie ed esserne davvero entusiasta!

domenica, ottobre 18, 2009

aspettando Esperanto 13. E allora si corre!



è domenica e c'è la sesta pagina di Esperanto. ieri ho avuto un problema e non sono riuscito a metterla on line come promesso.
il libro è in stampa, speriamo venga bene con colori e registri al loro posto. c'è sempre un po' di paura alla vigilia della stampa. probabile lo vedrò a Lucca allo stand Black Velvet o magari se ci sono i tempi qualche giorno prima.
da domani riprendo con disegni inediti e qualche riflessione.
nel frattempo oggi ci sono i sotterranei, la Grande Cloaca, l'eldorado delle discariche , il regno degli oggetti perduti e da recuperare. non ci son mondi perduti in Esperanto, è il mondo che si sta perdendo. sta sprofondando nelle sue stesse viscere colme di scorie velenose. un impasto globale. forse è quello che ci aspetta. c'è sempre un blob da qualche parte.
E allora si corre.

venerdì, ottobre 16, 2009

Aspettando Esperanto 12. La Seconda Guerra Mondiale



Siamo alla pagina del gioco. Forse il fulcro del libro. All'interno ho spiegato poco o niente. giusto qualche frammento. lascio spazio alla fantasia e alle interpretazioni. anche perché io stesso non le conosco bene le regole. Non sono appassionato del gioco. A Esperantia sarei di sicuro un ribelle moralista nemico di una società basata sull'azzardo. Io sono per il lavoro come pratica e come autodeterminazione. una questione di dignità quella di avere la possibilità al lavoro.
sarebbe bello se qualcuno illuminato o dotato di particolare creatività ludica progettasse il gioco, che poi si chiama Seconda Guerra Mondiale. è un parente del Risiko, ma anche degli scacchi, del subbuteo, dei trenini elettrici e delle piste polystil. Cose rapinate all'infanzia. Dei giochi moderni non s niente. Ho giocato un paio di volte con la playstation con effetti penosi. Sto ai video giochi come sto al poker. potrei sentirmi anche disadattato, ma ho deciso di no. Ho un sacco di altri motivi per sentirmi disadattato. Quindi lasciamo che Isidore Bemporad faccia i suoi milioni di milo ( la moneta di Esperantia) e che il giovane Xabu diventi il campione.

giovedì, ottobre 15, 2009

Aspettando Esperanto 11. La catarsi del divertimento



il momento di un colloquio du lavoro. convincere l'altro che la tua idea è vincente. tu lo sai che è la verità e anche se sai che non è vero ci devi credere lo stesso. l'altro è il nemico, il tuo benefattore, il tuo insegnante all'esame. Bemporad è bravo e intelligente soprattutto superiore. usa con spregiudicatezza cinica, ironica e sublime la sua stessa disgrazia. fa diventare, gioco, veicolo di divertimento l'oggetto della sua sofferenza. sofferenze umiliazioni, torture, la morte nella moglie, sublimate e trasformate nel futile. l'azzeramento totale, autolesionismo o punizione. Oppure semplicemente catarsi. ridere di se stessi per guarire una ferita altrimenti inguaribile. Bemporad monda la propria etica costruendone un'altra. è un delitto creare divertimento? perché il divertimento dev'essere etico? chi l'ha detto? perché bisogna avere quasi un senso di colpa a confessare di essersi divertiti? a volte lo spessore delle cose sta nella sua impalpabilità intrinseca. mi ricordo quanti sensi di colpa provavo nell'apprezzare la disco musica. l'ascoltavo di nascosto a casa dalla radio. ballavo anche. male e goffo, ma ballavo anche. poi a scuola invece litigavo con il mio compagno di banco. lui in discoteca ci andava sul serio. non pensava ad altro che a ballare a alle ragazze. si pettinava e usava già acqua di colonia. e io a prendere le distanze serioso e palloso che sembravo un trombone a 16 anni. nella mia ipocrisia sconfinata ero arrivato a dire che Claudio Lolli faceva belle canzoni-e non era vero, e mi perdoni Lolli. Era bella la colonna sonora di Saturday Night Fever, era bello Gino Soccio e gli Chic. Inarrivabili, elegantissimi. stilosi.
nel 1980 in gita scolastica a Palermo gettai la maschera. scesi in pista e ballati come un pazzo Upside Down di Diana Ross con musiche degli Chic. Di Claudio Lolli non trovai neanche più la cassetta audio...
Chissà se Isidore Bemporad ha mai ballato.

mercoledì, ottobre 14, 2009

Aspettando Esperanto 10. Il respiro della città



Mio suocero dice perché mai dovrebbe vivere in un posto lurido, puzzolente e caotico come New York. molto meglio il giardino a Valhalla o la vista sul mare a Cariati. io invece di essere circondato da alberi e svegliarmi al canto del gallo o dell'upupa non è che ci tenga poi tanto. anzi. per anni sono stato svegliato dall'arrivo dei camion che scaricavano le merci al mercato di San Benedetto a Cagliari. iniziavano a far chiasso che non erano ancora le 6. per me era un momento bellissimo quello. era la fine della notte, la fine dei fantasmi, dei demoni e degli incubi. con i rumori che annunciavano l'arrivo della luce riuscivo finalmente a dormire tranquillo. sono abituato al caos e ai rumori ed Esperantia è chiaramente la mia città ideale, o almeno quella a cui sono più abituato. Esperantia è illogica come sono solo le città di mare, arroccate a ridosso del porto con vie strette e buie. Esperantia ha la stessa puzza della subway di New York e di Istanbul. tutto così intimo che ci sono stato anche senza sapere dove collocarla. Nel continuum del racconto invece ha una sua collocazione: Mar Caspio, dove da noi forse c'è Baku. ma lì non ci sono mai state Iran e Unione Sovietica.

martedì, ottobre 13, 2009

Aspettando Esperanto 9. Gloria al caos!



Seconda puntata. la città è stata presentata. ora è il momento della divinità con le sue estensioni di culto. Gesta e frasi guida, la redenzione santa attraverso il peccato e la realizzazione del sé attraverso la pratica. la pratica del gioco, l'affidarsi al grande manovratore. accettare di essere strumento. e poi la ricompensa. tutti possono desiderarla, tutti possono ottenerla, ma solo a pochi, pochissimi viene attribuita. tra il sacro e profano accenni, rimandi, tributi alle religioni rivelate in un percorso assolutamente laico. anche il santino di Sahalimar Koglia è laico ma al contempo sacro in quanto santo. affidarsi al grand'uomo e grande peccatore, affidarsi a chi ha già compiuto la strada e allora le vie accidentate del caos fanno meno paura, anzi ti seducono e ti cullano in uno stato che al'estasi sublime ha poco da invidiare.
per sempre Gloria al Caos!

Vino e fumetti a Bologna!



Mercoledì 14 0ttobre, chiacchiere, disegni e aperitivo!
Un altro modo per incontrare amici e lettori. Un altro modo per presentare i libri.

Luana Vergari

Massimo Semerano

Luca Genovese

Otto Gabos

lunedì, ottobre 12, 2009

Aspettando Esperanto 8. Una pagina al giorno



Da oggi per 6 giorni le prime pagine di Esperanto in anteprima.
come un racconto d'appendice a puntate, come a suivre.
entrare nell'atmosfera, conoscere i personaggi, trovarsi di fronte alla città che apre la storia e che è la vera anima di questa narrazione lunga e a suo modo epica.
Note tecniche: gabbia tradizionale, senza sbordature al vivo. china colorata in digitale dalla bravissima Laura Congiu. per certi versi una linea molto classica. Rispetto all'edizione francese è cambiato il formato, qui nel classico libro stile graphic novel,è cambiata la grafica sia interna che di copertina, frutto del fitto carteggio con Ottavio Gibertini che ha proposto, interpretato e realizzato una linea che mi sembra davvero in sintonia con tutto il progetto.
ormai ci siamo. il libro sta andando in stampa e lo vedrò direttamente allo stand Black Velvet a Lucca dove sarò presente per firmare, disegnare e chiacchiere nei giorni di venerdì 30 e sabato 31 ottobre.

domenica, ottobre 11, 2009

A notte fonda

a parlare fino a notte fonda. a parlare con Claudio in una casa in campagna dove fa già autunno da giorni. notte dopo la serata a Schio con persone in gamba, spaghetti allo scoglio, birra artigianale e la lettura dei miei testi. poi il tema del lavoro, della dignità umana e altro. Notte fonda con grappa alle prugne e tante parole. Siamo partiti da uno dei miei ultimi post, quello che avevo intitolato L'anomalia del ribelle. atto individuale e atto collettivo. adesione a un'ideale e ricerca solitaria. Abbiamo posizioni distanti su questo con Claudio, esperienze di vita altre, è il bello delle differenza, schietta e articolata. amicizia è anche questo. e ne sono felice.

giovedì, ottobre 08, 2009

Aspettando Esperanto 8. Le seconde linee



Nelle pagine di Esperanto Bugo è destinato a stare dietro le quinte. È un personaggio secondario, quello che in cinema viene chiamato caratterista. Cos'è che ha in meno Bugo rispetto agli altri interpreti che hanno più spazio? Forse niente, forse la faccia. Il fatto è che per Xabu era necessaria una spalla fedele e giudiziosa e di solito personaggi del genere non fanno molta strada. Un po' come certi compagni di scuola, destinati a diventare oggetti di confidenza e struggimento. Ma non certo per loro. Bugo è fatto così. Avrà anche un suo giro di amici, un amore da qualche parte e pure qualche soddisfazione personale addirittura professionale. Dalla sua ha la tenacia, il metodo, la costanza. Sarà uno di quelli che si potranno guardare sempre allo specchio senza vergognarsi di qualcosa se non di una volta in cui si era ubriacato. Ma era stato per caso. Cose che capitano.
Magari Bugo sarebbe mio amico, non un amico del cuore, ma uno di quelli che restano.
Insomma uno normale, che fa cose normali. Che non avrà mai la battuta fulminante e stronza, che non farà mai girare ala testa alle ragazze più carine e sveglie. Uno così. Una perfetta seconda linea.

E allora mi piacerebbe afferrare queste seconde linee e darmi da fare a togliere fuori quello che di forte avranno nascosto dentro da qualche parte. E allora scavi, scavi in fondo e cerchi di leggere e di capire. E allora scopri un sacco di cose di Bugo. Invidie, maldipancia, sogni, incubi ricorrenti. Scopri che quando è solo gli piace ruttare e scorreggiare, gli piace ballare davanti allo specchio, gli piace pensare che questa e quell'altra ragazza sono solo delle troie e che farebbe tutto per loro. Scopri che da anni frequenta il poligono di tiro e che una volta ha sparato a un cane ammazzandolo. Scopri anche che la sua amicizia per Xabu è vera e sincera.
Scopri che di un'onesta seconda linea può venire fuori un personaggio a tutto tondo con una storia importante da raccontare e interpretare.
Pensate a quale storia poderosa si potrebbe fare con un a solo interpretato da Kit Carson, che miniserie intrigante potrebbe essere quella con l'Uomo Sabbia diviso tra la strada del crimine e la redenzione.
Del resto anche Kay Scarpetta nasce come seconda linea e anche e soprattutto Popeye.
Castor Oil adesso va in giro con Poldo. Uno suona la fisarmonica e l'altro canta.

mercoledì, ottobre 07, 2009

Aspettando Esperanto 7. L'anomalia del ribelle




In Esperanto ci sono le bande. Bande di ragazzi che vanno alla scoperta dei tesori nascosti nella città di sotto. Ma non sono né tomb raiders, né tanto meno predatori di arche perdute. Cercano e poi recuperano pezzi di ricambio finiti giù nei sotterranei dell'Immensa Cloaca. Motori di lavatrice, compressori di frigoriferi, carburatori, pneumatici e quant'altro possa essere riciclato e venduto alla borsa nera. La banda con cui opera Xabu si chiama La Pattuglia Blatte. Sono in quattro. Sono amici e Garrabald è il leader. Il più esperto, quello più coraggioso e saggio che vive di sotto già da parecchio tempo. È molto arrabbiato per le iniquità del mondo e della sua condizione quasi miserabile. È quasi ovvio che Garrabald diventi un ribelle. Ribellarsi a qualcosa è una tappa obbligata della vita di ogni individuo. Se non ti ribelli a qualcuno o a qualcosa è come se fossi già nato vecchio. La ribellione è un atto individuale e assoluto. Devi essere contro, sentirsi solo contro tutti. Combattere una causa persa per orgoglio e moralità personale. Questo è il ribelle.
La cosa più frequente è che invece si parli quasi sempre di ribelli. Al plurale. Il ribelle si consorzia con altri apparentemente come lui. Al momento stesso dell'alleanza il ribelle è un po' meno ribelle, un po' più strutturato e mediato. Un'anomalia in termini in pratica.
Però i ribelli hanno fascino. Quando ho visto a 7 , 8 anni lo sceneggiato La Freccia Nera ho capito subito che essere ribelli, anche se consorziati, era molto meglio che essere soldati, seppur dotati di elmo e armatura mica male. E poi è stato un susseguirsi di adesioni a gruppi ribellisti vari. È successo a me e qualche altro milione di bambini. Una generazione di ribelli. Non possiamo farne a meno. Per questo le piazze sono sempre piene.
Tempo fa una mia amica mi disse con amarezza: perché altrimenti cos'altro ci resta?
Il ritorno al ribelle solitario dico io.
La fine di un'anomalia in termini.
Sempre meglio Batman, Devil e l'Uomo Ragno.
In giro di notte. Da soli.

Gabos e Baronciani a Schio



Sulle tracce del romanzo a fumetti.
SCHIO (VI) 9-11 Ottobre

Venerdì 9 ottobre ore 21.00 presso lo Spazio Autogestito Arcadia - Otto Gabos: Reading multimediale "Viaggio di un camminatore".

Sabato 10 ottobre ore 17.00 presso Palazzo Toaldi Capra - Alessandro Baronciani presenta "Una storia a fumetti" e "Quando tutto diventò blu", entrambi usciti per Black Velvet Editrice. A seguire Claudio Calia, Valentina Rosset e altri autori presentano il libro "Sherwood Comix - Immagini che producono azioni" (Nicola Pesce Edizioni, 2009).

Domenica 11 ottobre ore 17.00 Palazzo Toaldi Capra - Andrea Plazzi presenta: Contratto con Dio - La Trilogia (di Will Eisner, Fandango Libri).

Per tutta la tre giorni: Esposizione tavole tratte da Sherwood Comix - Immagini che producono azioni.

L'evento su Facebook:
http://www.facebook.com/home.php#/event.php?eid=135249853806&ref=mf

lunedì, ottobre 05, 2009

Aspettando Esperanto6. L'artefice



questo è l'artefice di tutto il mondo di Esperanto. clui che ha cambiato il sistema, che ha eliminato la guerra come concetto di conflitto. Shalimar Koglia era un baro, un biscazziere, giocatore d'azzardo. poi si è redento.
di tutti i santi, quelli che preferisco sono queli con un passato da peccatore incallito, una carogna, ciarlatano. sono i più complessi, i più potenti, quella a cui la gente, i fedeli si affezionano di più.
Shalimar Koglia è un po' così. un santo laico di un mondo laico.

per disegnarlo mi sono ispirato un po' ai cantanti della new wave. specialmente a Midge Ure, cantante degli Ultravox nel periodo più new romantic. Midge Ure mi piaceva tanto. avevo preso a vestirmi come lui. il problema erano i capelli e i baffetti. I miei capelli erano , a quei tempi, ricci e indomabili e i baffetti, quando me li sono lasciati crescere, non piacevano proprio a nessuno.
così a malincuore li ho tagliati.

domenica, ottobre 04, 2009

Aspettando Esperanto5. Una coppia inedita




I disegni che vedete qui sopra sono stati fatti ieri pomeriggio, tra una chiacchiera e l'altra con l'amico Piero Ruggeri durante l'inaugurazione della nuova sede a Bologna della Polisportiva Giardini Margherita, che ne corso degli anni è diventata sempre meno sportiva e sempre più orientata verso un'offerta di servizi culturali, tra cui l corso di fumetto di cui Piero è anima e artefice incontrastato.
Tekla di spalle è a matita, secondo lo schema che ho scelto di usare per questa serie di ritratti tratti da Esperanto. L'altro, quello con il ritratto di Xabu, invece è frutto del trattamento a ecoline di Piero. Una coppia inedita che appare qui per la prima volta.

La serata di ieri è continuata al Palazzo del re Enzo in centro dove si svolgeva la 24 ore del fumetto organizzata da Flash Fumetto. Tanti partecipanti, facce conosciute e persone, quasi tutti giovani, mai viste. Poi l'incontro con amici a parlare di progetti nuovi, lavori in corso.
per chi si è lasciato perdere l'evento, ricordo che continua anche oggi (domenica 4 ottobre) fino alle 14.
fateci un salto, sostenete che disegna!

venerdì, ottobre 02, 2009

Aspettando Esperanto 4. Gli stivaletti di Xabu e John Romita



Quando ho iniziato a leggere i supereroi Marvel a 8 anni, il mio disegnatore preferito era John Romita Sr. In realtà avrei votato di sicuro per Wally Wood ma la sua apparizione su Devil era stat troppo breve per amarlo del tutto. E poi anche perché avevo iniziato a comprare Devil dal n.7, quello con il costume nuovo che combatte contro Namor. John Romita mi piaceva perché aveva un cognome italiano, perché era netto nei contorni e perché faceva calzare a Devil dei meravigliosi stivaletti. Sembravano l'incarnazione della comodità. Forse per via delle suole che apparivano piatte e di un materiale gommoso ultra sottile, ultrarapido e ultraresistente. Con l'arrivo di Gene Colan Devil cambiò gli stivaletti, sostituendo a suola piatta di gomma con una più tradizionale di cuoio con un accenno di tacco. Insomma una scarpa meno fantastica e più adulta. È stato proprio nel cambio di calzature di Devil che ho notato un processo di crescita decisivo. Devil era l'oscurità e l'oscurità me la rendevano in maniera assai più netta quegli stivali di cuoio che i giochi di chiaroscuro in cui Colan è sempre stato maestro. Per un po' sperai in un ritorno di John Romita, poi mi abituai anche se continuavo a pensare che Gene Colan non fosse tanto adatto ai supereroi classici. Infatti il suo Dr. Strange era fenomenale e pure Dracula non era da meno. Ma ormai era già diventato ragazzo istruito in materia.
Però quegli stivaletti gommosi mi sono rimasti nel cuore.
Così quando dovevo disegnare Xabu, il protagonista giovane di Esperanto ho deciso di mettergli gli stessi stivaletti di Devil in versione Romita.
Fare le scene di salti e acrobazie sui tetti mi ha esaltato. Stavo facendo quello che sognavo di fare da bambino: il disegnatore di supereroi (possibilmente Marvel). Per i misteriosi e imprevedibili casi della vita fino a questo momento l'unico supereroe che ho disegnato è stato Flying Hope per Apartments che pur apparendo nella forma come un supereroe davvero classico in realtà è molto più vicino ai personaggi malsani di Rick Veitch.
Xabu invece è proprio quello intendo per giovane supereroe. Coraggioso, impetuoso, passionale, egoista e generoso allo stesso tempo.
Ho deciso di farlo senza costume perché era fuori luogo con il tono della storia. L'ho vestito comodo, da battaglia. Un po' vigilantes, un po' fighetto suo malgrado.
Lìho attrezzato per la guerra di gang, le discese notturne nei sotterranei. Ho messo insieme frammenti di altre storie, di altri personaggi. In Xabu e nei suoi amici della Pattuglia Blatte c'è molto di quell'immaginario assimilato in anni di letture forsennate.

Aspettando Esperanto3. La collocazione forte



Avevo pensato questo personaggio per affidargli un ruolo da cattivo, da villain in perfetto stile Silver Age. Mi intrigava quella mano ad artigli tentacolari estraibili e pure la conformazione torva che riprendeva e sviluppava le fattezze dell'Avvoltoio, uno dei nemici più noti dell'Uomo Ragno. Il risultato ottenuto mi piaceva parecchio e avevo deciso di usarlo a un certo punto della storia per dargli una collocazione forte. Scrivendo mi sono accorto che questo “certo punto” faceva fatica ad arrivare. Sono arrivato alla fine che del personaggio uncinato in Esperanto non c'è la minima traccia. Appare in una tavola scartata realizzata all'inizio del progetto come sample e che ho poi inserito nell'appendice finale. E poi compare qui.
Penso a cosa avrebbe potuto fare, cosa avrebbe potuto pensare. Magari sarebbe potuto diventare uno dei perni narrativi del romanzo e invece si riduce a un ruolo di nemmeno comparsa.
Un po' come quelle persone che conosci di vista, di cui non hai un'idea e che poi scopri all'improvviso in maniera del tutto fortuita e nasce pure una grande amicizia o almeno un rapporto di stima. Oppure il caso Wolverine che da sfigatissimo nemico, vestito come il Chievo Verona e peggiorato nel suo essere dal disegno legnoso del modesto Herb Trimpe, si trasforma in un colosso narrativo sotto la gestione di Chris Claremont.
A volte l'impresa sta nello scavare dentro le figure periferiche, quelle marginali, assolutamente antiglamour e portare alla luce ciò che hanno dentro. Perché anche i personaggi di finzione hanno una vita loro privata a prescindere dall'autore.
Ti lasci prendere, ti lasci andare. Ascolti e poi scrivi.
Pensa a chissà quali storie si potrebbero scrivere usando per protagonisti il nocchiero nero e gay della nave dei pirati di Asterix, di un viaggio in Patagonia di Charlie Brown, di un vero racconto noir con il Groucho di Dylan Dog.
Io vorrei raccontare di Poldo Sbaffini durante la grande depressione. Un giorno, in una strada di provincia della Pennsylvania incontra Castor Oil. Ha la barba lunga, il vestito a pezzi, ma il papillon, seppur macchiato, è perfettamente al suo posto...

mercoledì, settembre 30, 2009

Aspettando Esperanto 2. Tekla fa l'operaia



Tekla fa l'operaia in una fabbrica di scarpe, la Boto Gordeas. Boto non è il nome di battesimo del signor Gordeas ma vuol dire scarpe. Non so se Tekla ami particolarmente il suo lavoro, forse no, anche perché le scarpe dell'azienda non è che spicchino per fantasia. Sono scarpe comode, sicure, e solide. Fatte bene e affidabili, com'erano le scarpe di un volta. Uno si comprava un paio di scarpe e le usava finché non si sfondavano, poi si andava dal calzolaio e si facevano risuolare fino alla loro naturale consunzione. Anche Tekla è dello stesso avviso. Usa stivali comprati a prezzo di costo in fabbrcia. E questo è l'unico vantaggio che ha a lavorare in fabbrica. Il resto pare che vada male, anzi malissimo, tant'è che Tekla, da ragazza volitiva qual è, si dà da fare con il sindacato, con le riunioni di comitato e con i discorsi di un mondo migliore. Quei discorsi che mischiano tenerezza con l'assoluto. Tekla mi ricorda a suo modo Tina Modotti, la Tina nella biografia di Pino Cacucci, che mentre la leggi ora ti commuovi, ora ti incazzi. Con lei e non solo con il resto del mondo.
Tina è operaia. Tina è innamorata.
Prima di venire a vivere a Bologna, non è che avessi conosciuto tanti operai a Cagliari. Da bambino ero convinto che gli operai vivessero al nord dove c'era sempre freddo e si tifava Inter o Juventus, mica a Cagliari. Pensavo che a Cagliari non ci fossero operai perché non c'erano grosse fabbriche.
Però il signor Fernando faceva l'operaio in ferrovia. Mio padre lavorava alle Ferrovie Complementari della Sardegna. Era impiegato ma in cuor suo sognava di fare il macchinista per guidare prima le locomotive e poi i pesanti locomotori a nafta. Il signor Fernando invece lavorava in officina, dove aggiustava le locomotive e i locomotori, quindi era operaio a tutti gli effetti. Il signor Fernando, Luigia, la sua signora, e Antonio, suo figlio, ogni tanto venivano a farci visita a casa. Antonio aveva la mia stessa età e andava malissimo a scuola. Io invece ero il primo della classe. Il signor Fernando non faceva altro che mettere a confronto la mia bravura con l'asineria congenita del figlio e sottolineava tale divario con una serie di scappellotti sulla nuca molto ritmici, uno per ogni votaccio o marachella avesse combinato.
Io ci restavo malissimo, mi vergognavo per Antonio che mi guardava a testa china. Non piangeva e magari forse mi odiava o forse no.
Non è che eravamo amici con Antonio, ma ogni tanto ci si vedeva e giocavamo a pallone. Lui era bravo a pallone, faceva il centravanti e sapeva scartare. Io ero scarso, non ancora scarsissimo, ma già abbastanza scarso, predestinato a fare il difensore, dove erano destinati nelle partite del sabato, quelli che non valevano niente ma che servavano per fare numero. Io volevo fare l'ala destra, il mio mito, a parte Gigi Riva era Claudio Sala, il poeta del goal del Torino.
Così un giorno, che era la festa della mia prima comunione eravamo tutti a giocare a pallone nella terrazza di casa. C'era anche Antonio, stavamo perdendo ma poi lui riesce a trovare il goal del pareggio. Un tiro di punta fortissimo, che scavalca la recinzione e raggiunge la vetrata della veranda dei vicini. La sfonda. E la partita finisce. E Antonio le prende dal signor Fernando. Gli dà un fracco di sberle, pappine e urla dell'altro mondo. Antonio non piange. Anzi sembra quasi contento. Mi guarda anche. Anch'io lo guardo e capisco.
La festa della mia prima comunione era finita.
A distanza di anni mi ricordo solo di quel goal, invece Antonio, che ho incontrato per caso tramite amici comuni, dice di non ricordarsi niente.
Però mi guarda e sembra quasi contento.

lunedì, settembre 28, 2009

aspettando Esperanto 1. Reduce due volte




Sentirsi reduce due volte. Sempre e comunque. Scampato dalla furia del lager, fuggito da un mondo che per un po’ si era illuso di considerare la sua seconda vita. Reduce da tutto, i momenti di pausa tra una lezione e l’altra, seduto su una panchina in Washington Square sembrano a Isidore appuntamenti memorabili con l’essenza dell’esistenza. Quando è libera, sceglie la panchina più vicina alla statua di Garibaldi che gli ricorda un po’ il suo amico Arne. Arne dall’altra parte fa l’alchimista ed essere alchimisti a Esperantia non è meno assurdo che cercare motori di frigoriferi nelle catacombe o a leggere responsi sibillini estratti da sfere ruotanti.
Arne era lì in piedi nel suo laboratorio pronto ad accoglierlo dopo la traversata tra i due continuum. Arne on i scandalizza quando Isidore Bemporad gli appare quasi nudo ricoperto di stracci, sporco della sua stessa merda mischiato al suo stesso sangue. Gli si fa incontro con una tazza di infuso di ibisco caldo. Questa sarà la bevanda preferita da Bemporad per tutto il soggiorno transitorio a Esperantia. Ora invece a New York beve anche birra. Di quella scura però.
Alla New York University le sue lezioni sono sempre affollate. Insegna epistemologia ma in realtà lo spettro, il campo che abbraccia è molto più vasto. Interdisciplinare, interdimensionale.
Parla di paradossi, mondi possibili. Parla in pratica di Esperantia.
Sta scrivendo due libri sull’argomento. Uno di divulgazione scientifica che non ha ancora un titolo appropriato e poi un romanzo fantastico che forse firmerà sotto falso nome. Quello ha già il titolo. Perfino ovvio: Il reduce dei mondi.
E anche la storia da raccontare gli sembra ovvia. La sua vita dall’altra parte.
In breve un’autobiografia fantastica. La verità.
Isidore Bemporad sorride da solo, poi si alza, dà una pacca allo stivale di Garibaldi e poi torna a lezione..
Sa anche come iniziare il suo intervento di fronte al nuovo corso delle matricole.
È sicuro che loro capiranno subito.

domenica, settembre 27, 2009

Esperanto Italia


Leggo di rado i miei libri. mi viene una sorta di pudore che mi blocca, mi allontana. parlo dei miei libri, ne parlo con amore, è ovvio, li porto in giro, li diffondo e li dedico ma non li leggo più.
invece Esperanto l'ho riletto. è successo ieri. un malloppone di bozze fotocopiate da correggere. l'impaginato dell'edizione italiana che uscirà in autunno per Balck Velvet.
è stato un po' come leggere un libro di un altro autore. mi sentivo un po' come ai tempi della kappa edizioni quando facevo l'editing di diverse testate manga.
era anche un po' come dare al libro una seconda occasione. e allora ho rimesso mano ai testi. ho tagliato, spostato, eliminato sviste e frasi infelici.
ealla fine è stato come scoprirlo di nuovo. una rinascita.
dai prossimi giorni cercherò dif are un diario di bordo delle tappe di avvicinamento alla pubblicazione. metterò immagini, commenti, riflessioni, cose che non si vedranno sul libro.
con la speranza che stavolta i computer non mi lascino a spasso come nel bel messo del diario americano di questa estate appena finita.
intano inziao cion la reclame.
l'immagine l'ha manipolata Ottavio Gibertini che sta curando la grafica del libro.
l'immaigne me l'ha spedita ieri sera e la metto oggi qui perché ci sta davvero bene.
Apre le danze con eleganza.

chiudo con il motto di esperanto:
Gloria al caos che dispensa la vita!

martedì, settembre 15, 2009

Qualche foto americana






Mi sono messo a riguardare le foto scattate quest'estate in America. Sono tante. Ne condivido qualcuna qui. La scelta è assolutamente umorale, istintiva.
inizio con Washington e finisco con Brooklyn.

Penso al terzo volume del Viaggiatore Distante e nel frattempo sistemo Esperanto per l'edizione italiana prevista per Lucca Comics di fine ottobre.
Poi si inizia a lavorare sul serio sui nuovi libri in programma.

venerdì, agosto 21, 2009

playing list agosto 2009

Piccola play list audio di questo mese americano. l'ordine è casuale:

David Gahan: Paper Monsters.
Spiritualized: Supplementary dosage
Elvis Costello: When I was cruel
Billy Joel: Cold Spring Harbor
The Vines:Highly evolved
Tahiti 80: Fosbury
Nerd: seeing sounds
James: seven
Holiday in Italy (sinatra, dean martin, connie francis, lou monte, mario lanza ecc)
Adam and the ants: Prince Charming
Carla Bruni: Carla Bruni
Turin Brakes: the Optimist Lp
Stereo Mc's: Connected
Eagles of Death Metal: Peace and love death metal
Eagles of Death Metal: Death by sexy...
The Libertines: The Libertines
Linkin Park: Minutes to Midnight.

Il criterio di scelta è stato determinato da ore di esplorazione caparbia di ceste, scatole, contenitori di negozi dell'usato di Greenwhich Village, East Village e Williamsburg. In mezzo a tanto pattume trovi anche roba valida.

i più divertenti gli Eagles of Death Metal.
i più stilosi come sempre i NERD.
il top: stereo Mc's, gran musica dance intramontabile.
la sorpresa: i Linkin Park. mi ha convinto la produzione di rick Rubin. pensavo che non avrei mai ascolto gruppi come questo. invece mi è pure piaciuto.
il più nostalgico: Adam and the ant. Ma come facevo ad ascoltarlo quando è uscito nell'1981?
il più classico: Billy Joel. Non ha fatto solo Uptown Girl. e si sente.
e poi Carla Bruni. totalmente francese. pure quando fa il Vecchio e il Bambino di Guccini.

mercoledì, agosto 19, 2009

Ho visto Bernadette

ci siamo, partenza. sto chiudendo i bagagli. cerco di farci stare tutti i libri. rimarranno a terra quelli letti qui. l'altro giorno ultima passeggiata a manhattan sotto un caldo davvero torrido. mi sono premiato con un gelato a battery park seduto su una panchina che guardava direttamente sulla stauta della liberta'.
in questo periodo ho scritto nei dettagli la scaletta del nuvo Viaggiatore distante e iniziato a lavorare a un nuovo progetto che e' nato questo mese proprio qui. non era in programma ma e' arrivato prepotente e mi si e' imposto per una ventina di giorni. ho preso molti appunti sia scritti che disegnati, addirittura certe sequanze sono gia' fumetti, una o due vignette estrapolate.
come sempre ci sara' commedia, dramma e fantastico. ambientazione coney island e manhattan tra gli anni 10 e i 20 del secolo scorso. emigranti, circo, ragazzi e farabutti.
il tempo dira' se e' un progetto valido. per ora lascio decantare.

ieri sull'autobus e' salita di nuovo bernadette. quest'anno non l'avevo ancora vista. bernadette e' uno dei personaggi del viaggiatore, l'artista eccentrica che ritrae solo sceheletri di dinosauri. bernadette e' salita sull'autobus con un paio di occhiali enormi, tra jacqueline kennedy e un saldatore. si muoveva a scatti, si guardava le mani molto spesso, indossava un vestitino di un colore improbabile, forse viola, pervinca, non so. poi e' scesa e non l'ho piu' vista. l'ho fotografata. un pezzo di faccia molto disturbata.

vado.

sabato, agosto 15, 2009

Basil Wolverton a Chelsea

Altra camminata come si deve. a Chelsea in giro per gallerie di arte contemporanea. ce ne sono tantissime, molte erano chiuse per ferie, altre invece continuano con mostre e installazioni. ne ho visitato quasi venti. piu' o meno come una giornata al museo. solo che chelsea e' davvero un museo sui generis. vecchia zona del macello la zona tra la 10 e l'11 avenue tra la 26 st e la 2st e' una zona esteticamente brutta. ci sono garages, officine, gommisti e sfascia carrozze. il basso e l'alto si alternano con disinvoltura spesso affiancandosi. e' la cosa piu' bella. snobismo portato all'eccesso o la solita praticita' americana. serve un posto grande per fare la galleria a chesea e' pieno di magazzini, costano meno, usiamoli. forse e' cosi'. chi lo sa. certo che al negozio ultra chic di comme de garcons lo spazio esagerato non era vitale e neppure per balenciaga. eppure sono li' con tutti i loro vestiti bellissimi (davvero!) e impossibili per le mie finanze.
le gallerie hanno lo stile calssico da loft. pavimento in cemento levigato o in certi casi rough, pareti bianchissime che coprono mattoni, crepe, impianti elettrici a vista, colonne di ferro ecc.
artisti tanti. un ritorno al figurativo prepotente, in parecchi casi un ritorno al'iperrealismo sviluppato da foto.
a sorpresa ho visto e goduto di una personale di Basil Wolverton alla Gladstone gallery. Wolverton grande autore underground, celebre anche per la sua lunga collaborazione con MAD e' un po' lo Jacovitti americano. anche una foto all'ingresso della mostra richiama il parallelo. segno eclettico con la costante dell'umorismo grottesco. le storie di una pagina ciascuna sui difetti fisici sono esilaranti. da quello che ha le sopracciglia troppo folte che non gli fanno veder nulla, a quello che vorrebbe un mento prominente e ingoia un pellicano per somigliargli, a quello con il naso adunco che gli impedisce di mangiare e che risolve con un magnete che gli issa il naso verso l'alto.
insomma una bella sorpresa. ancora una vlta si ruota attorno ai fumetti.
pero' una cosa me la chiedo. cos'hanno da scirvere le signorine che lavorano nelle gallerie. tutte cosi' carine, cosi' silenziose che nemmeno rispondono al saluto, chine sl computer a scrivere, a scrivere.

giovedì, agosto 13, 2009

Altre Little Italy

Sempre alle con l'altro computer. allora uso questo senza accenti. In questi giorni ho scritto tutta la scaletta del terzo viaggiatore. mi sa che sara' molto piu' lungo dei due che l'hanno preceduto. spero che Omar, l'editore, non me ne voglia, ma non sapevo proprio dove fermarmi. dopo tanto tempo mi e' venuta la necessita' di scrivere a mano su quaderno. come una volta. stavo ormai disimparando a usare la penna. qualcosa di intimo che e' ritornato. ho inserito nella scaletta tutti i vari passaggi che sono scaturiti da queste recenti incursioni a Brooklyn. ci sara' quindi il signor Alfredo con il suo negozio iper-italiano con il suo bagno schiuma paglieri bene esposto in vetrina, ci sara' il signor pino della pizzeria sulla 18th ave di Brooklyn che ricorda un personaggio di Magnus, di quelli bassi con il nasone. ci sara' l'attraversata del ponte. tutto come ho gia' scritto trasportato in inverno quando la gente si copre e gli alberi sono spogli. chiedo in giro quali sono gli alberi che d'inverno perdono le foglie e prendo nota. con diligenza.
qualche giorno fa sono andato a Boston con Frank. la little italy di Boston sembra una via del Vomero a Napoli. Piena di ristoranti puliti e accattivanti. una bella gita culminata con la visione di una partita a bocce di alcuni pensionati italiani che mi hanno preso per australiano. ieri invece a Marcy ave in pieno quartiere ebraico ortodosso mi hanno preso per ebreo. a chiedermelo erano due ebrei doc con cappello barba e treccine. mi sentivo un po' zelig. nel giro di due giorni da australiano a ebreo. capita.
ho continuato anche a prendere appunti su cosa pensano gli americani di Obama. stanno venendo fuori cose interessanti e poco scontate. sto cercando di entrare nei ragionamenti dei repubblicani, in quelle affermazioni che dicono tesutlamente che Obama e' marxista (sentito alla radio) e se gli va bene socialista. insomma una situazione assai complessa.tutto materiale che prendera' forma in non si quale lavoro.
oggi piove e domani torno a manhattan a chesea a vedere le galerie d'arte. nel frattempo ho ascoltato un lavoro dell-anno scorso dei NERD. sembra la colonna sonora di questo periodo, di questa estate che va e viene. oggi e' andata. piove.

sabato, agosto 08, 2009

Bensonhurst

oggi scrivo poco, non perche' non mi e' successo niente ma perche' da ieri sul mio computer non va internet. nes to usando uno al a volo e racconto quello che posso. Little italy di Brooklyn a Bensonhurst. Ho parlato con qualche italiano residuo, quelli che resistono all-avanzata delle nuove colonizzazioni, specie cinesi. per le strade quando sentivo persone di una certa eta' che uscivano da bellissime pasticcerie parlavano in italiano ho provato una sensazione inedita che non so ancora definire, ma di sicuro una sensazione piacevole, quasi languida. non so ci devo pensare.
oggi e' stato bello. coney island, brghton beach nel mondo dei russi direttamenre sull'oceano. L'altro mondo era qui.

giovedì, agosto 06, 2009

Giù per Broadway

oggi andata e ritorno a piedi da Grand Central al Tenement Museum in Orchard Street via Little Italy. una bella camminata. Ancora caldo, ancora tanta gente per la strada. nel tragitto lunghe soste in librerie e negozi di scarpe. niente nei negozi di musica perché sii sono quasi estinti. oltre ai megastore anche i negozi dell'usato stanno sparendo. a S. mark Place all'East Village resite solo Sounds, Joe's Cd ha chiuso l'anno scorso e l'altro dove andavo lo stanno sostituendo con un Karaoke live. Ho visto muratori e carpentieri che si davano un gran da fare con tramezzi di carton gesso e vernice.
che tristezza davvero. cercare in emzzo ai Cd alla ricerca di qualcosa che non pensavi ma che esiste e che ti incuriosisce, ti affascina e magari ti conquista è una sensazione bellissima alla base del godimento musicale. L'estinzione forse porterà non so dove, forse all'appiattimento. sto zitto. però avere tra le mani il booklet con i testi e i credits lo trovo ancora indispensabile.
nel frattempo per consolarmi ho fatto una lunghissima pausa a The Strand, libreria enorme con prezzi imbattibili. ci sono rimasto un paio d'ore. Alla fine tra i libri presi (che non so dove mettere in valigia, visto chesono al limite dello spazio) c'è appunto Mazzucchelli. Lo stavo leggendo in treno ed è pieno d invenzioni sia grafiche che di racconto, un libro importante e mi piace la modestia con cui l'autore nel risvolto di copertina asserisce di avere deidcato la vita al fumetto e di avere fatto con questo volume la sua prima graphic novel.
con sommo rammarico non ho trovato il decimo volume di BPRD. in molti sanno che sono un fan di Guy Davies. Ho preso però il primo albetto di War of Frogs che vede Guy Davies con un incredibile ritrovato Herb Trimpe. I più anziani se lo ricorderanno, per gli altri dico che Herb Trimpe era il famigerato disegnatore di Hulk, un disegnatore di derivazione Kirbyana davvero molto scarso. Era l'obiettivo minimo da raggiungere per tutti noi aspiranti disegnatori di fumetti. E oggi me lo stavo leggendo in treno!

Ho una scena per il Viaggiatore. Romeo sempre più sconsolato passa le giornate a ciondolare nel vecchio Mall di White Plains, un luogo semidesertico popolato da anziani e rivitalizzato di recente dall'apertura di un market cinese frequentato comunque da anziani. quasi in contemporanea al market cinese appre anche una fumetteria gestita da una cinese minuta sui cinquant'anni e da un altro tipo di origine indefinita (potrebbe essere ispanico, indonesiano, hawayano) con muscoli da culturista e capelli con la coda.
Romeo passa molto tempo in fumetteria a parlare con i nerd che si radunano. fa coose che a Bologna non farebbe mai, come appunto ciondolare in fumetteria ed è pure tentato di partecipare a qualche torneo di non so quale gioco con tavolo imbandito di soldatini.
un giorno che passa Bernadette si sente irrimediabilmente fesso.
Chissà perché?

martedì, agosto 04, 2009

Brooklyn Police Blotter

Ho preso un giornale della free press di Brooklyn. Niente di particolare a parte che si parla di Brooklyn come un corpo totalmente a sé rispetto alla Big New York. sfogliandolo ho trovato però una pagina interessante. si intitola Police Blotter, ossia i verbali criminali della polizia. A fianco al titolo c'è un disegnetto di un malvivente rapato a zero, barba a puntini, mascherina da ladro e ghigno da carogna.
il bollettino è diviso per zone, per strade. una dopo l'altro vengono snocciolati i referti con un linguaggio piatto, nemmeno tanto tecnico, potrebbero ricordare i verbali dei carabinieri. letti uno dopo l'altro fanno venire sia i capelli dritti che qualche sorriso per la dinamica a volte bizzarra del crimine compiuto.
alla fermata di Lorimer street una ragazza era in difficoltà con le opzioni del suo I-phone. salita a bordo un tipo lle si avvicina e dopo averle spiegato come funzionava l'apparecchio le dice secco: T'ammazzo!
la poveretta terrorizzata consegna al furfante l'I-phone. e poco dopo scende alla fermata di Marcy Avenue.
e poi c'è questo davvero surreale.
un tale esce di casa per una commissione intorno alle 13.30. torna un'ora dopo e non riesce più ad aprire la porta. rimane molto stupito del fatto. controlla prima la chiave che non ha niente di rotto e poi controlla il buco della serratura. qui avviene l'incredibile perché il suo sguardo incrocia un altro sguardo dall'altra parte del buco, ossia da dentro casa. poi lo sguardo sparisce e il possessore dello sguardo, ossia il ladro se la dà a gambe uscendo dalla finestra senza portarsi via niente.
voleva rubare o solo fare il guardone al contrario?

ieri sono passato al Forbidden Planet di Union Square. Poco prima ho fatto qualche foto ai locali dve c'era il megastore della Virgin che adesso è desolatamente vuoto e sfitto e senza più il fumo che usciva dalla scultura a cerchio sopra l'insegna.
Al Forbidden Planet ho visto il nuovo lavoro di David Mazzucchelli. Asterios Polyp a prima vista sembra un altro libro importante. Il volume è complesso e corposo, con tante idee grafiche. Un segno molto diverso dalle pennellate ruvide, rurali di Big Man e il lavori a seguire. Riprende caso mai cere linee nette di Città di vetro ma sono solo tracce. Tutto è in evoluzione, frutto di ricerca. La storia non l'ho letta ma quel poco che ho visto mi ha già appassionato.
Nella sezione autoriale faceva bella mostra issato sul leggio anche Grotesque dell'amico Sergio Ponchione, di sicuro autore più americano che italiano. Dovrebbe vivere qui lui. Glielo dico sempre. Poi ho dato un'occhiata ai supereroi marvel. Con piacere ho visto che è uscito finalmente il sesto albo di Kickass, miniserie di Millar e Romita Jr che seguo quando esce dal primo numero. L'universo nerd/adolescenza rimane pur sempre un mio territorio privilegiato. Spera che esca anche in Italia, magari prima del film.

Adesso collaudo il nuovo blocco per schizzi che ho appena comprato.

Down in DUMBO

Giornata di sole che spacca le pietre e brucia la testa. Ho camminato tanto. Dopo parecchi anni ho ripercorso a piedi il Ponte di Brooklyn da Manhattan a Dumbo. orario scomodo, da kamikaze estivi: circa le 13.30. il ponte era affollato e questo è lo spettacolo. Vedere facce, vedere corpi quasi tutti in movimento e qualcuno fermo accasciato sulle panchine. frastuono del flusso ininterrotto di automobili e truck, elicotteri ronzanti, traghetti e chiatte e i treni della subway. chiasso molto chiasso che assorbe tutto, azzera tutto. scatti fotografici a ripetizione. foto di gruppo, foto di acqua e di strada, foto del camminamento di travi di legno e foto delle strutture metalliche, le ossa del ponte. scatti scatti e ancora scatti.
io ho fatto una cosa che avranno fatto in tanti. un lunghissimo piano sequenza della traversata. l'ho fatto con la telecamera, una Canon molto leggera. Dura circa 15 minuti. Non stacco mai, inquadro tutto, dalla gente che passa al panorama, fino al ponte. ogni tanto anche i miei stivaletti stile clochard. A rivederlo è un video ubriacante, da insolazione, ma le facce sono indimenticabili, uniche, spesso ignare, a volte consapevoli delle riprese, qualcuna perfino complice con un sorriso o un cenno di saluto con la mano.

Il Viaggiatore Distante 3 inizia ufficialmente con questa traversata. Come ho già scritto tutta la sequenza e così pure le altre che seguiranno saranno trasportate in inverno, quindi ci sarà meno gente, meno turisti e magari vento.
Vorrei comunque che l'ingresso a Brooklyn avvenga a piedi varcando il ponte. Come entrare in un un altro mondo, un mondo fantastico, dove fantastico non significa bello e fatato, ma tutt'altro. Una dimensione parallela. Di solito le città divise/unite dai ponti mi fanno questo effetto, di mondi paralleli. Come Istambul che diventa Asia ed è diversa dalla stessa città che sorge in Europa.
Brooklyn è un'altra città, un'altra New York, fiera della sua identità, fiera della sua storia e dei suoi personaggi. Woody Allen, Lou Reed e Jonathan Lethem su tutti.
Romeo Benetti, il viaggiatore va a Brooklyn per ricomporre i pezzi del mistero del caso Bagatta, l'architetto morto in circostanze misteriose negli anni sessanta proprio mentre stava progettando un'enorme Wonder Wheel per Coney Island. Il ritrovamento di alcuni studi per il progetto nel basement della casa di famiglia a White Plains e l'incontro con Bernadette, artista eccentrica ed ex amante di Bagatta lo inducono a improvvisarsi detective. Bernadette infatti sostiene che Sal Bagatta non è morto in auto per un incidente ma per una manomissione dei freni. Conosce i mandanti: I fratelli Gattanella, titolari dell'impresa edile che aveva commissionato il progetto. Ma che interesse avevano a eliminare Bagatta?
Per sfuggire alla noia, per trovare una traccia per un romanzo che non scrive mai, per diventare semplicemente parte di un qualcosa, di un luogo, di una città di un pezzo di storia, Romeo in una gelida mattina di dicembre attraversa il ponte di Brooklyn e si dirige giù a DUMBO (acronimo di Down the Manhattan Bridge Overpass), il quartiere sotto il ponte che ricorda molto Chelsea, Williamsburg e anche un po' il Village.
Uno degli aspetti che mi piacciono davvero è la disinvoltura partorita dalla necessità.
Quando gli spazi urbani si saturano come è successo a Soho, Tribeca, Chelsea, la frontiera si sposta. Avanza e e poi si colonizza. La prassi è la solita, la stessa della conquista del West. Luoghi brutti, selvaggi, spesso inospitali si trasformano. Diventano ricercati, cambiano destinazione d'uso. Cosa assolutamente normale in qualsiasi città. La differenza è che a New York la struttura urbana rimane la stessa, sono gli innesti commerciali o culturali che cambiano l'utenza. Così Dumbo sta diventando come Chelsea, dove lo stupore di fronte alle opere esposte in gallerie elegantissime si ingigantisce quando noti che le stesse sorgono a fianco di sfasciacarrozze, gommisti, ingrosso di carni. Glamour puro.
Dumbo non stupisce, ci si è abituati ormai. È lo scenario circostante che colpisce. I ponti di Brooklyn e di Manhattan sovrastano le strade come draghi colossali e poi il fiume, i lavori in corso perenni, gli operai che camminano a fianco agli artisti. È questa la magia. Qua il pittoresco non ha casa. Qua la visione è brutale eppure netta.
È il portale che introduce Romeo dall'altra parte.
Ora è pronto al viaggio.

In questo viaggio a Brooklyn avevo intenzione di fare delle soste in una serie di pizzerie che riscuotono successo nelle varie guide gastronomiche. Volevo che queste tappe fossero delle soste come i pellegrini nelle locande. La prima sosta era prevista proprio a Dumbo, in Old Fulton Street dove c'è Grimaldi. Arrivo baldanzoso non prestando fede alle raccomandazioni delle guide che avvertono i clienti di mettersi l'animo in pace e prepararsi a una fila lunghissima. Esagerati! Penso. E penso male. Malissimo. C'è una fila lunghissima, esagerata, tipo imbarco in aereo per le ferie. Tutti fuori ad aspettare. Sotto l'insegna c'è scritto: pizza cotta con forno a carbone. E poi: no slice.
O mangi la pizza intera o niente. Troppa gente, troppa pizza. Vado oltre e finisco a birra (Brooklyn Beer ovviamente) e patty caraibico. Meglio di niente.

domenica, agosto 02, 2009

Gli aceri di Valhalla

Ho preparato il tavolo. Ci sono i fogli ancora bianchi, qualche matita. Pennarelli, un paio di pennelli da acquerello e uno da ripasso a china. China cinese e americana. Libri pochi, anzi pochissimi. Inizio a progettare il terzo volume del Viaggiatore Distante. c'è una trama leggera, agile e piena di vuoti da colmare. So che succederanno certe cose, altre inizieranno a succedere da domani quando inizierò questo viaggio a tappe a Brooklyn dove sarà ambientata almeno una parte della storia. ho un itinerario che mi porterà di sicuro a Williamsburg e Bensonhurst, poi tornerò a Coney Island e mi spingerò fino a Brighton Beach in piena zona russa.
farò foto e riprese, questo è sicuro. meno sicuro è se farò invece disegni dal vivo. sono uno a cui piace più osservare, memorizzare e poi evocare piuttosto che ritrarre. c'è sempre il filtro del risvolto fantastico che comanda i giochi della creatività.
l'esperimento è di fare due libri insieme. il Viaggiatore 3 che ha già un titolo:
Il cielo definitivo e un altro qualcosa fatto di appunti disegni foto, embrioni di racconti che per ora sarò solo un "qualcosa". sarà solo il tempo e l'eventuale qualità a dirmi se potrà assumere una forma definitiva. Parto però dall'idea che stsvo sviluppando con Totally americanized, apparso sul primo numero della rivista Black della Coconino.
è bizzarro il fatto che il materiale che andrò a raccogliere nella finzione scenica si trasformerà in scenografia invernale. mi viene da pensare agli alberi, a quello che le foglie d'estate nascondono. Dai rami ai pezzi di sfondo. sarà più complicato più questo gioco delle apparenze da svelare che l'abbigliamento delle persone.
so come ci si veste da queste parti d'inverno e non saranno milioni di flip flap a confondermi le idee.

la sospensione estiva è sempre benefica. leggo le notizie dall'Italia dai siti messi in rete. sono aggiornato, ma tutto mi appare più ovattato. è davvero più facile prendere le distanze, reindirazzare pensieri e fastidi di pelle.
qua le giornate passano dall'autunno all'estate tropicale. la costante è che piove quasi tutti i giorni, come adesso. Una pioggia idiota che ti offusca la vista. una penombra permanente accentuata dagli altri alberi di acero del giardino.
ascolto, cercando di farmelo piacere, "Everything that happens, will happen today" di Eno e Byrne. al terzo ascolto il giudizio è passato da "una porcheria inutile e bolsa" a "giochino". magari piazzandomi in giardino tra gli aceri comincerò a capire meglio e di più visto che sono immerso nella provincia americana, molto lontana dalla metropoli.
e adesso inizio a lavorare.

venerdì, maggio 08, 2009

Balck Velvet in mostra a Medicina (Bo)


Narrare con le immagini -
La nuova frontiera italiana del “romanzo a fumetti”

Inaugurazione - Sabato 9 maggio 2009 alle ore 17.00
Presso la Chiesa del Carmine, Via Libertà a Medicina (BO)

Ci siamo quasi tutti. Almeno con i disegni. Io anche di persona. Sarà molto bello.

martedì, maggio 05, 2009

La troposfera di Angouleme




qualche giorno fa mi sono arrivate delle copie di "9".
è una rivista di fumetti greca che esce come supplemento settimanale di un quotidiano di Atene. All'interno c'era anche una mia storiella breve, realizzata in esclusiva al rientro dell'ultimo festival di Angouleme. Un diario, una serie di appunti e riflessioni. vista stmapata con i caratteri greci mi fa un effetto curioso, quasi straniante, comes el'avesse fatta un altro. Il non poter leggere i testi (non conosco il greco) mi fa assumere quell'atteggiamento di quando scopro un libro a qualche fiera di un posto lontano. Lo sfoglio e m'immagino la storia partendo dai disegni.
per la cronaca la storiella si intitola:
"La troposfera di Angouleme".
il termine troposfera l'ho estratto da "che fine ha fatto Mr.Way" un bel romanzo di Scarlett Thomas che leggevo propio durante la trasferta francese. avendomi coinvolto parecchio mi è sembrato ovvio inglobarlo nella mia storia.

Già che ci sono colgo l'occasione per ringraziare l'amico Aris Mandrakis che mi ha dato l'opportunità di pubblicare su "9".

E adesso ritorno in clandestinità.
Alla prossima sortita.

martedì, aprile 14, 2009

il blog di camilla

Finalmente on line il blog di Camilla Patruno.
camilla, oltre a essere la mia agente per i fumetti in Francia, scrive.
Potete leggere sul blog riflessioni, appunti, testimonianze, novità.
e poi ci sono scritti riguardo alla pattuglia di autori italiani che hanno pubblicato di recente i loro romanzi per KSTR (ci sono anch'io!).
Insomma un punto di riferimento importante per quello che succede in Francia e non solo.
ecco l'indirizzo:
www.camilla-patruno.com
semplice, no?

martedì, aprile 07, 2009

l'ultima pagina del Viaggiatore 2


L'ho appena finita. Adesso devo sistemare i dialoghi.
però siccome questa pagina 46, che è poi l'ultima del volume, mi piace parecchio la pubblico qui in anteprima.

sabato, marzo 14, 2009

il work in progress del Viaggiatore


sul sito di Black Velvet troverete un po' di work in progress de Il Viaggiatore Distante 2.

ecco il link:

http://www.blackvelveteditrice.com/spip.php?article196

mercoledì, marzo 11, 2009

conversazione gabos e genovese a "fumetti sul divano

ciao,
un altro invito a un altro mio incontro sempre presso la libreria Modo Infoshop di Bologna. Ormai sono un abitudinario dei luoghi ma non dei contenuti però.
Stavolta saremo in due. Converseremo di fumetto autobiografico, di stile, di passioni e ossessioni.
Conducono Omar Martini e Luna Vergari.

Black Velvet Editrice presenta
FUMETTI SUL DIVANO

MERCOLEDI' 11 MARZO ORE 21.30


Narrare se stessi, i fumetti parlano dei loro autori? - Otto Gabos e Luca Genovese a confronto.

Per info:
MODO infoshop
Interno 4 Bologna
Via Mascarella 24/b-26/a - 40126 Bologna
tel. 051/5871012
info@modoinfoshop.com
www.modoinfoshop.com
www.myspace.com/modoinfoshop

mercoledì, marzo 04, 2009

Il Viaggio di un Camminatore a Bologna

venerdì 6 marzo alle 21.30 presso la libreria Modo Infoshop, via Mascarella a Bologna torna il mio reading.
Il Viaggio di un camminatore. Per la prima volta a Bologna in occasione dele Bilbolbul Festival di fumetto.
Leggerò brani tratti dai miei libri. specialmente da Il Viaggiatore Distante, I Camminatori e Frontiera. Ci saranno anche brani inediti. il tutto supportato da immagini video.
Un modo diverso di incontrare i lettori. Offire di più. Al termine sessione di dediche.

venerdì, febbraio 13, 2009

Otto Gabos legge Banana Football Club

Domani ritorna Banana Football Club con un nuovo appuntamento live.
sarò alla Libreria Irnerio di Bologna e leggerò per grandi e piccini alcuni brani tratti dal mio libro. un incontro un po' diverso dal solito e spero anche divertente.
mi piace pensare a nuovi modi per dialogare con i lettori.
Mi sto preparando a dovere ne frattempo vi aspetto. numerosi.

Libreria Irnerio, via Irnerio 21, Bologna
ore 17.30

martedì, gennaio 27, 2009

Giorno della Memoria


Ad Auschwitz e negli altri luoghi dell'olocausto non c'ero.
Ma mi ricordo lo stesso.

mercoledì, gennaio 21, 2009

Esperanto sullo Spazio Bianco

Ho appena letto su Lo spazio Bianco una recensione approfondita e profonda di "Esperanto" a cura di Simone Rastelli che rigrazio per gli spunti di discussione che offre. sarebbe bello se qualcono la leggesse e ne potesse parlare.
qua di sotto il link:
http://www.lospaziobianco.it/5170

a proposito di "Esperanto" la settimana prossima sarò al festival di Angouleme a firmare il libro versione francese, mentre la versione italiana potrebbe uscire per Black Velvet in autunno. Magari a Lucca.

In questi giorni sono alle prese con il Viaggiatore Distante volume II. Sto entrando gioprno dopo giorno nella giusta tensione narrativa. Sempre più coinvolto. Lo sto disegnando in Italia con molti rimpianti di non essere in America, sia per il mood che per le location. Ho molte foto in archivio, ma c'è sempre quella dell'ultimo momento che non hai.
è passato tanto tempo dal primo volume ma riprendere quell'inverno infinito è un rientro a casa. Tutto è al suo posto. Rispetto al n.1 ci sarà un contributo grafico sperimentato sia con Esperanto che con Banana Football Club, ossia il segno cangiante. sequenze a pennello, altre a pennino e acquerello, qualche matita e l'ingresso del rapidograph, rigido e ostico ma anche incredibilemente espressivo.
ci sarà anche una sequanza di narrazione" ibrida" come in Babana dove la scrittura combatte alla pari con il disegno.
Insomma cerco di portare avanti quelle esigenza narrative che sono uscite allo scoperto nel 2008. Anno davvero intenso dal punto di vista creativo. Un anno spartiacque, decisivo. E la cosa bella è che per una volta me ne sono accorto mentre lo vivevo.

martedì, gennaio 13, 2009

Banana FC alla libreria Lilliput


continua il Tour di incontri per Banana F.C.
venerdì 16 insieme a Roberto Perrone (l'autore del romanzo originale) siamo alla libreria Lilliput di Bologna.
chiacchiere e discussione sul rapporto tra romanzo e graphic novel. Una storia di calcio che sta appassionando anche chi di calcio non se ne occupa.
seguiranno dediche e disegni
per info contattare lo 051 18899529.

venerdì, gennaio 02, 2009

Otto gabos legge Otto Gabos a Cagliari


Viaggio di un camminatore
Otto Gabos legge Otto Gabos


Andare oltre l'incontro con il pubblico. Cercare di offrire qualcosa di più o comunque di diverso. Svelarsi attraverso la lettura di momenti scelti tra libri di movimento, di viaggio. Il tema del viaggio, dello spostamento, della camminata come meccanismo per pensare è una caratteristica ricorrente nei libri di Otto Gabos. Ora per la prima volta a Cagliari al Caffè Savoia l'autore si racconta attraverso un filo conduttore fatto di luoghi visitati e vissuti, di strade, di incontri e di ricordi. Si va dalla Bologna gotica e nebbiosa de I Camminatori alla New York ghiacciata de Il Viaggiatore Distante, passando per frammenti di racconti di frontiera. Frontiere geografiche, frontiere dell'anima, della mente. Ricordi di una città lasciata da vent'anni che ritornano improvvisi travestiti da personaggi, da storie che scivolano nel fantastico.
Un incontro con un autore di fumetti, di graphic novel che racconta il dietro le quinte della realizzazione di un libro.
Parole che seguono le immagini che lo circondano.

sabato 3 gennaio 2009, ore 20.30
al Caffè Savoia, Piazzetta Savoia, cagliari