sabato, marzo 07, 2015


Gli occhi grandi si inseguono sempre.

Sull'autobus affollato che va verso il grattacielo di periferia due ragazzine del Nord Africa ridacchiano. Sono giovani, andranno alle superiori. Una ha il fazzoletto che le nasconde i capelli, l'altra no. Occhi intensi scuri e accento bolognese. Parlano fitto fitto delle cose che parlano le ragazze quando scoprono il mondo. C'è tutto quell'entusiasmo per la vita che anche quando sale sopra le righe è un piacer ascoltare. Ridono e le risale fanno sempre bene all'anima, specie quando è incarognita come ci si incarognisce sugli autobus. Parlano di ragazzi, ne parlano male ma si capisce che ne pensano bene. 
Mentre l'autobus si avvicina alla nuova fermata noto due ragazzi che si danno un gran da fare correndo per raggiungerlo. Vengono notati anche dalle ragazzine che dicono cose tipo "non ci posso credere.... hai visto ci hanno seguito, vogliono salire sull'autobus, cosa facciamo? dai scendiamo? ma ce la facciamo ascendere c 'è troppa gente, dai scusi permesso, fateci scendere!" Non è che sono poi tanto convinte di scendere queste ragazzine, anzi dopo un timidissimo tentativo restano al loro posto appese alle maniglie come quasi tutti a bordo. I presunti inseguitori salgono sull'autobus all'ultimo momento. Ansimano, affannano piegati in due dallo sforzo. Poi si tirano su. Hanno loro occhi grandi e dai tratti potrebbero venire dal Bangladesh. Si guardano intorno spaesati, poi si illuminano e si danno di gomito. Si aggiustano i capelli che sono nerissimi e drittissimi cosparsi di gel. Cominciano a darsi un tono a parlottare dandosi un tono. Le ragazzine smettono di ridacchiare e bisbigliano. Si danno un tono anche loro e gli sguardi continuano a incontrarsi. C'è la gioia della gioventù, quella gioia universale senza confini etnici, geografici, culturali. Sono ragazzi che fanno i ragazzi com'è giusto che i ragazzi facciano. 
In qualche modo mi sento partecipo anch'io e proprio non vorrei scendere da quell'autobus diretto al grattacielo di periferia. Vorrei seguire l'evolversi di quegli sguardi, vedere nascere un'amicizia o soltanto un ricordo buffo di una sera d'inverno padano. Avrei voluto filmare tutto e poi caricare il video su you tube come un esempio di quanto sia bella la vita con una dedica particolare a tutti quegli imbecilli invasati che imperversano nel mondo e sul web che vorrebbero invece un altro mondo decisamente più triste, senza sorrisi e soprattutto senza gioia.

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