sabato, marzo 19, 2011

Oggi è la festa del papà




Ho fatto per tutta la notte un sogno orribile, dove c'era una persona che conosco che in canottiera e cappellino da baseball in testa massacrava la sua famiglia a colpi di spranga d'acciaio pino e compatto. Non riuscivo a cambiare sogno, era davvero aggressivo. Poi mi ha svegliato mio figlio con un bacetto ed è stato un bellissimo risveglio visto che non ne potevo più di pazzi scellerati.
-popà, non è che hai voglia di leggere il libro che hai sul comodino?
-no... mi sono appena svegliato...
-allora non è che hai voglia di guardare il comodino?
-?
-Cioè di guardare cosa c'è SUL comodino?
-Ah..
Allungo braccio e on la mano afferro qualcosa messo in bilico su una pila di libri.
Un Foglio del quadernone e una cartolina hand made a popup. camicia e cravatta scomponibili.
è il suo regale per la Festa del Papà.
ha scritto una poesia e un tema su di me. Mi direte, lo fanno ogni anno tutti i bambini per orni papà. Echissenefrega rispondo io! il bello è proprio questo, essere comunque unici in una cosa di massa, ovvia, come sono le feste, le ricorrenze istituzionalizzate.
Mentre faccio la scansione della poesia do un'occhiata alle rassegne stampe. Leggo di Gheddafi che prima dice che accetta il cessate il fuoco e poi bombarda, leggo delle solite beghe meschine in parlamento, leggo che un altro giorno di orrore è trascorso in Giappone e leggo pure l'estratto del solito saggio che riguarda il tramonto, la fine, il tracollo della figura di padre. Un padre rammollito che non è più in grado di trasmettere ai figli valori ed educazioni, di un padre che delega tutto alla mamma e si tiene per sè solo abbracci, baci, carezze. Insomma la componente affettiva. Forse sarà così, oppure chi scrive i saggi deve vendere e fare discutere e quindi è sempre contro. mi ricordo che un tempo il padre si rimproverava di essere sempre a lavoro, die essere poco presente a casa, di dialogare poco con i figli, di essere una figura ingombrante ecc. ecc. Insomma il padre, specie quelli tardivi come ma, non vanno bene adesso, ma non sarebbero andati bene ieri. io penso che uno impara a fare il padre giorno dopo giorno, sbagliando, cercando di fare quello può e come può. io penso sempre a mio padre, penso a quello che non faceva, a quello che faceva, alle parole dette e non dette. provo un'enorme tenerezza per la sua goffaggine per il suo senso dell'umorismo nonostante la vita con lui non sia stata molto tenera, penso al grande amore che mi trasmetteva abbracciandomi con le sue belle mani gigantesche. ed è quello che ho imparato da lui, ed è quello che trasmetto a mio figlio. Il grande abbraccione, il riempirlo di baci, uscire con lui e fare lunghe passeggiate e abbracciarlo di nuovo.
Faccio il padre così con buona pace di tutti i nostalgici dei pater familias.
Marc ti voglio bene!

1 commento:

Anonimo ha detto...

MI sono dimenticata per la prima volta di fare gli auguri a mio padre.
Zoe non fa piu' i regalini per mamma e papà a scuola. Goditi tutto sempre.
Quella poesia ti rappresenta davvero ed è bellissima! un abbraccio
shanti