lunedì, novembre 04, 2013

Facce da libro 357

Ritratto di Lev Nussimbaum


Lev Nussimbaum
ma anche Kurban Said, Essad Bey e chissà quanti altri ancora. Forse mai uomo e personaggio letterario sono stati così avvolti da un legame contorto, ambiguo, in definitiva aggrovigliato. Addirittura per anni fu l'uomo a non esistere. Alì e Nina il suo romanzo più famoso, bestseller mondiale a cavallo tra le due guerre mondiali per lungo tempo fu attribuito a Elfriede von Ehrenfels una baronessa austriaca e in seguito anche uno scrittore nazionalista azero. La vita di Nussimbaum fu sempre al confine tra mondi, culture, luoghi diversi. Ebreo nato a Baku città sul Caspio che in pieno boom petrolifero divenne l'ultimo avamposto occidentale in oriente per stile, apertura mentale e architettura, si convertì poi all'Islam affascinato dal sogno panarabico. Lev fu nostalgico inguaribile, viaggiatore poliglotta, conobbe ricchezza e povertà assoluta, bellezza e fragilità, aderì o forse solo simpatizzò con i totalitarismi europei. Morì giovane nemmeno quarantenne durante la guerra che avrebbe devastato il mondo. Una lapide spoglia di rito musulmano lo ricorda in un angolo del cimitero di Positano.
Kurban Said nella sua tragicità stratificata mi affascina. Sto lavorando su di lui e la sua opera.
Questo ritratto di Facce da libro non poteva discostarsi dall'uomo prima ancora del personaggio.


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