giovedì, marzo 17, 2011

E allora sventolo la bandierina



Una bandierina tricolore piccola piccola, da bancarella, da mondiali di calcio. L'abbiamo messa sul balcone, la sventolo in casa e penso al sussidiario di quinta elementare, Piccole Faville, con le illustrazioni del grande Rino Albertarelli e penso al mio maestro che mima in classe il Tiremm' innanz, che ci fa fare la recita del Risorgimento e alla mia fila, quella dei Castori era toccato di fare Ciro Menotti e le Cinque Giornate di Milano, penso a Garibaldi in Sudamerica interpretato da Maurizio Merli e tratto da un romanzo di Dumas, penso a Silvio Pellico interpretato da Raul Grassilli, penso a un album di figurine bellissime che avevo completato, mi sembra che l'ultima figurina fosse quella di Guglielmo Pepe e poi penso a tutti gli anni in cui non ho pensato più a queste cose, all'allergia rispetto alla parola patria che in Italia si dice paese. Penso alla retorica degli anni, dei decenni e della resistenza che non finisce mai, penso a mio nonno sommozzatore in una grotta a bere le urine per nascondersi ai tedeschi, a zio Lino che andava a piedi in Africa al bisnonno morto l'ultimo giorno della grande guerra dilaniato da una granata. penso alla Povera Patria di Battiato a Viva l'Italia di De Gregori e penso al Presiedente Napolitano che poco fa al telegiornale mi sembrava davvero commosso.
E allora ho preso la bandierina piccola piccola e l'ho sventolata vestito come nella recita scolastica di quarant'anni fa. Un'interpretazione coltivata nei mesi. Così per un attimo ho pensato che tutto era bello che tutto aveva un senso, per un attimo mi sono sentito partecipe di qualcosa di grande, per un attimo non ho pensato allo schifo vergognoso in cui siamo precipitati giorno dopo giorno quasi senza accorgercene e per un attimo vorrei che quest'attimo durasse a lungo.
e allora sventolo la bandierina.

1 commento:

Unknown ha detto...

tesoro, sei risorgimento!