Un ritratto di Grazia Deledda per gli amici del Circolo Sardegna di Firenze.
Senza volerlo a livello di coscienza oggi mi sono troavato a leggere Salvatore Niffoi e ad ascoltare Andrea Parodi. Cultura indubbiamente sarda, fortissimamente sarda. Non è nostalgia visto che raccontano di posti e suoni che non ho mai conosciuto a fondo. Non so cosa sia se richiamo, se retaggio o cos'altro. Però in questa giornata di Pasqua a Bologna mi sono sentito in Sardegna. Odore di mare e di macchia mediterranea. Salsiccia alla brace e agnello che non mangio mai. Quei colori abbaccinanti, quei suoni ruvidi, taglienti li sento incredibilmente vicini. Penso che se un giorno sarò conquistato dall'urgenza di esplorare luoghi e una cultura che mi ha sempre sfiorato senza possedermi del tutto sarà ua presa di coscienza nitida. Mi metterò in marcia, magari a piedi, e viaggerò cercando di capire, cercando di darmi delle risposte, cercando di mettere a fuoco una possibile identità latente. Sono nato in una città di mare, mi sono cibato di pesce e non ho mai amato la carne. Mi sono crucciato di essere nato in un'isola senza vocazione marinara, senza quella curiosità indomita verso l'esterno, verso il mondo circostante. Forse è tempo che pensi a viaggiare verso l'interno, ritrovare tra le rocce e le querce qualcosa di nascosto che pure possiedo e che gli altri notano.
Mi metterò in viaggio e prenderò appunti. Forse saranno più che appunti.
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