sabato, gennaio 12, 2013

Facce da libro 361

Antonia Monanni 

da Niente da capire di Luigi Bernardi


Quando il magistrato Antonia Monanni è entrata in scena per la prima volta in Niente da capire nella mia mente si è materializzata con un volto già delineato, precisissimo e soprattutto reale. Era il volto di una mia carissima amica. Quella che da ragazzi mi aveva prestato i numeri introvabili de Il Cannibale, quella che si vestiva da punk quando gli altri e le altre erano ancora irrimediabilmente fricchettoni, quella che fra Chandler e Hammett preferiva Spillane. A vent'anni viveva da sola perché era studentessa fuorisede e casa sua nel tempo era diventata la meta di infinite riunioni notturne, spesso esaltanti. Non siamo mai stati né fidanzati, né amanti e forse questo è il segreto di un'amicizia che va ancora avanti anche adesso che lei è diventata psichiatra e presto pure criminologa e io quello che sono. Però quando Antonia Monanni ha iniziato a recitare, suo malgrado, il ruolo di protagonista, non poteva che indossare la faccia e i modi della mia amica. Niente da capire annichilisce la struttura del giallo e del noir. si sa già tutto fin dall'inizio, movente e colpevole o colpevoli. Non ci sono misteri, indagini serrate, depistaggi e serial criminal epici e perversi. C'è solo lo squallore del quotidiano, nudo e poco elegante da vedere. Nessuna grazia, nessuna enfasi. Sarebbe un difficilissimo banco di prova in una possibile versione a fumetti.  L'omaggio a un testo di Luigi Bernardi non è casuale. Ieri era il suo compleanno e questo disegno è una riparazione soltanto leggermente fuoritempo. Comunque tanti auguri!

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