venerdì, agosto 21, 2009

playing list agosto 2009

Piccola play list audio di questo mese americano. l'ordine è casuale:

David Gahan: Paper Monsters.
Spiritualized: Supplementary dosage
Elvis Costello: When I was cruel
Billy Joel: Cold Spring Harbor
The Vines:Highly evolved
Tahiti 80: Fosbury
Nerd: seeing sounds
James: seven
Holiday in Italy (sinatra, dean martin, connie francis, lou monte, mario lanza ecc)
Adam and the ants: Prince Charming
Carla Bruni: Carla Bruni
Turin Brakes: the Optimist Lp
Stereo Mc's: Connected
Eagles of Death Metal: Peace and love death metal
Eagles of Death Metal: Death by sexy...
The Libertines: The Libertines
Linkin Park: Minutes to Midnight.

Il criterio di scelta è stato determinato da ore di esplorazione caparbia di ceste, scatole, contenitori di negozi dell'usato di Greenwhich Village, East Village e Williamsburg. In mezzo a tanto pattume trovi anche roba valida.

i più divertenti gli Eagles of Death Metal.
i più stilosi come sempre i NERD.
il top: stereo Mc's, gran musica dance intramontabile.
la sorpresa: i Linkin Park. mi ha convinto la produzione di rick Rubin. pensavo che non avrei mai ascolto gruppi come questo. invece mi è pure piaciuto.
il più nostalgico: Adam and the ant. Ma come facevo ad ascoltarlo quando è uscito nell'1981?
il più classico: Billy Joel. Non ha fatto solo Uptown Girl. e si sente.
e poi Carla Bruni. totalmente francese. pure quando fa il Vecchio e il Bambino di Guccini.

mercoledì, agosto 19, 2009

Ho visto Bernadette

ci siamo, partenza. sto chiudendo i bagagli. cerco di farci stare tutti i libri. rimarranno a terra quelli letti qui. l'altro giorno ultima passeggiata a manhattan sotto un caldo davvero torrido. mi sono premiato con un gelato a battery park seduto su una panchina che guardava direttamente sulla stauta della liberta'.
in questo periodo ho scritto nei dettagli la scaletta del nuvo Viaggiatore distante e iniziato a lavorare a un nuovo progetto che e' nato questo mese proprio qui. non era in programma ma e' arrivato prepotente e mi si e' imposto per una ventina di giorni. ho preso molti appunti sia scritti che disegnati, addirittura certe sequanze sono gia' fumetti, una o due vignette estrapolate.
come sempre ci sara' commedia, dramma e fantastico. ambientazione coney island e manhattan tra gli anni 10 e i 20 del secolo scorso. emigranti, circo, ragazzi e farabutti.
il tempo dira' se e' un progetto valido. per ora lascio decantare.

ieri sull'autobus e' salita di nuovo bernadette. quest'anno non l'avevo ancora vista. bernadette e' uno dei personaggi del viaggiatore, l'artista eccentrica che ritrae solo sceheletri di dinosauri. bernadette e' salita sull'autobus con un paio di occhiali enormi, tra jacqueline kennedy e un saldatore. si muoveva a scatti, si guardava le mani molto spesso, indossava un vestitino di un colore improbabile, forse viola, pervinca, non so. poi e' scesa e non l'ho piu' vista. l'ho fotografata. un pezzo di faccia molto disturbata.

vado.

sabato, agosto 15, 2009

Basil Wolverton a Chelsea

Altra camminata come si deve. a Chelsea in giro per gallerie di arte contemporanea. ce ne sono tantissime, molte erano chiuse per ferie, altre invece continuano con mostre e installazioni. ne ho visitato quasi venti. piu' o meno come una giornata al museo. solo che chelsea e' davvero un museo sui generis. vecchia zona del macello la zona tra la 10 e l'11 avenue tra la 26 st e la 2st e' una zona esteticamente brutta. ci sono garages, officine, gommisti e sfascia carrozze. il basso e l'alto si alternano con disinvoltura spesso affiancandosi. e' la cosa piu' bella. snobismo portato all'eccesso o la solita praticita' americana. serve un posto grande per fare la galleria a chesea e' pieno di magazzini, costano meno, usiamoli. forse e' cosi'. chi lo sa. certo che al negozio ultra chic di comme de garcons lo spazio esagerato non era vitale e neppure per balenciaga. eppure sono li' con tutti i loro vestiti bellissimi (davvero!) e impossibili per le mie finanze.
le gallerie hanno lo stile calssico da loft. pavimento in cemento levigato o in certi casi rough, pareti bianchissime che coprono mattoni, crepe, impianti elettrici a vista, colonne di ferro ecc.
artisti tanti. un ritorno al figurativo prepotente, in parecchi casi un ritorno al'iperrealismo sviluppato da foto.
a sorpresa ho visto e goduto di una personale di Basil Wolverton alla Gladstone gallery. Wolverton grande autore underground, celebre anche per la sua lunga collaborazione con MAD e' un po' lo Jacovitti americano. anche una foto all'ingresso della mostra richiama il parallelo. segno eclettico con la costante dell'umorismo grottesco. le storie di una pagina ciascuna sui difetti fisici sono esilaranti. da quello che ha le sopracciglia troppo folte che non gli fanno veder nulla, a quello che vorrebbe un mento prominente e ingoia un pellicano per somigliargli, a quello con il naso adunco che gli impedisce di mangiare e che risolve con un magnete che gli issa il naso verso l'alto.
insomma una bella sorpresa. ancora una vlta si ruota attorno ai fumetti.
pero' una cosa me la chiedo. cos'hanno da scirvere le signorine che lavorano nelle gallerie. tutte cosi' carine, cosi' silenziose che nemmeno rispondono al saluto, chine sl computer a scrivere, a scrivere.

giovedì, agosto 13, 2009

Altre Little Italy

Sempre alle con l'altro computer. allora uso questo senza accenti. In questi giorni ho scritto tutta la scaletta del terzo viaggiatore. mi sa che sara' molto piu' lungo dei due che l'hanno preceduto. spero che Omar, l'editore, non me ne voglia, ma non sapevo proprio dove fermarmi. dopo tanto tempo mi e' venuta la necessita' di scrivere a mano su quaderno. come una volta. stavo ormai disimparando a usare la penna. qualcosa di intimo che e' ritornato. ho inserito nella scaletta tutti i vari passaggi che sono scaturiti da queste recenti incursioni a Brooklyn. ci sara' quindi il signor Alfredo con il suo negozio iper-italiano con il suo bagno schiuma paglieri bene esposto in vetrina, ci sara' il signor pino della pizzeria sulla 18th ave di Brooklyn che ricorda un personaggio di Magnus, di quelli bassi con il nasone. ci sara' l'attraversata del ponte. tutto come ho gia' scritto trasportato in inverno quando la gente si copre e gli alberi sono spogli. chiedo in giro quali sono gli alberi che d'inverno perdono le foglie e prendo nota. con diligenza.
qualche giorno fa sono andato a Boston con Frank. la little italy di Boston sembra una via del Vomero a Napoli. Piena di ristoranti puliti e accattivanti. una bella gita culminata con la visione di una partita a bocce di alcuni pensionati italiani che mi hanno preso per australiano. ieri invece a Marcy ave in pieno quartiere ebraico ortodosso mi hanno preso per ebreo. a chiedermelo erano due ebrei doc con cappello barba e treccine. mi sentivo un po' zelig. nel giro di due giorni da australiano a ebreo. capita.
ho continuato anche a prendere appunti su cosa pensano gli americani di Obama. stanno venendo fuori cose interessanti e poco scontate. sto cercando di entrare nei ragionamenti dei repubblicani, in quelle affermazioni che dicono tesutlamente che Obama e' marxista (sentito alla radio) e se gli va bene socialista. insomma una situazione assai complessa.tutto materiale che prendera' forma in non si quale lavoro.
oggi piove e domani torno a manhattan a chesea a vedere le galerie d'arte. nel frattempo ho ascoltato un lavoro dell-anno scorso dei NERD. sembra la colonna sonora di questo periodo, di questa estate che va e viene. oggi e' andata. piove.

sabato, agosto 08, 2009

Bensonhurst

oggi scrivo poco, non perche' non mi e' successo niente ma perche' da ieri sul mio computer non va internet. nes to usando uno al a volo e racconto quello che posso. Little italy di Brooklyn a Bensonhurst. Ho parlato con qualche italiano residuo, quelli che resistono all-avanzata delle nuove colonizzazioni, specie cinesi. per le strade quando sentivo persone di una certa eta' che uscivano da bellissime pasticcerie parlavano in italiano ho provato una sensazione inedita che non so ancora definire, ma di sicuro una sensazione piacevole, quasi languida. non so ci devo pensare.
oggi e' stato bello. coney island, brghton beach nel mondo dei russi direttamenre sull'oceano. L'altro mondo era qui.

giovedì, agosto 06, 2009

Giù per Broadway

oggi andata e ritorno a piedi da Grand Central al Tenement Museum in Orchard Street via Little Italy. una bella camminata. Ancora caldo, ancora tanta gente per la strada. nel tragitto lunghe soste in librerie e negozi di scarpe. niente nei negozi di musica perché sii sono quasi estinti. oltre ai megastore anche i negozi dell'usato stanno sparendo. a S. mark Place all'East Village resite solo Sounds, Joe's Cd ha chiuso l'anno scorso e l'altro dove andavo lo stanno sostituendo con un Karaoke live. Ho visto muratori e carpentieri che si davano un gran da fare con tramezzi di carton gesso e vernice.
che tristezza davvero. cercare in emzzo ai Cd alla ricerca di qualcosa che non pensavi ma che esiste e che ti incuriosisce, ti affascina e magari ti conquista è una sensazione bellissima alla base del godimento musicale. L'estinzione forse porterà non so dove, forse all'appiattimento. sto zitto. però avere tra le mani il booklet con i testi e i credits lo trovo ancora indispensabile.
nel frattempo per consolarmi ho fatto una lunghissima pausa a The Strand, libreria enorme con prezzi imbattibili. ci sono rimasto un paio d'ore. Alla fine tra i libri presi (che non so dove mettere in valigia, visto chesono al limite dello spazio) c'è appunto Mazzucchelli. Lo stavo leggendo in treno ed è pieno d invenzioni sia grafiche che di racconto, un libro importante e mi piace la modestia con cui l'autore nel risvolto di copertina asserisce di avere deidcato la vita al fumetto e di avere fatto con questo volume la sua prima graphic novel.
con sommo rammarico non ho trovato il decimo volume di BPRD. in molti sanno che sono un fan di Guy Davies. Ho preso però il primo albetto di War of Frogs che vede Guy Davies con un incredibile ritrovato Herb Trimpe. I più anziani se lo ricorderanno, per gli altri dico che Herb Trimpe era il famigerato disegnatore di Hulk, un disegnatore di derivazione Kirbyana davvero molto scarso. Era l'obiettivo minimo da raggiungere per tutti noi aspiranti disegnatori di fumetti. E oggi me lo stavo leggendo in treno!

Ho una scena per il Viaggiatore. Romeo sempre più sconsolato passa le giornate a ciondolare nel vecchio Mall di White Plains, un luogo semidesertico popolato da anziani e rivitalizzato di recente dall'apertura di un market cinese frequentato comunque da anziani. quasi in contemporanea al market cinese appre anche una fumetteria gestita da una cinese minuta sui cinquant'anni e da un altro tipo di origine indefinita (potrebbe essere ispanico, indonesiano, hawayano) con muscoli da culturista e capelli con la coda.
Romeo passa molto tempo in fumetteria a parlare con i nerd che si radunano. fa coose che a Bologna non farebbe mai, come appunto ciondolare in fumetteria ed è pure tentato di partecipare a qualche torneo di non so quale gioco con tavolo imbandito di soldatini.
un giorno che passa Bernadette si sente irrimediabilmente fesso.
Chissà perché?

martedì, agosto 04, 2009

Brooklyn Police Blotter

Ho preso un giornale della free press di Brooklyn. Niente di particolare a parte che si parla di Brooklyn come un corpo totalmente a sé rispetto alla Big New York. sfogliandolo ho trovato però una pagina interessante. si intitola Police Blotter, ossia i verbali criminali della polizia. A fianco al titolo c'è un disegnetto di un malvivente rapato a zero, barba a puntini, mascherina da ladro e ghigno da carogna.
il bollettino è diviso per zone, per strade. una dopo l'altro vengono snocciolati i referti con un linguaggio piatto, nemmeno tanto tecnico, potrebbero ricordare i verbali dei carabinieri. letti uno dopo l'altro fanno venire sia i capelli dritti che qualche sorriso per la dinamica a volte bizzarra del crimine compiuto.
alla fermata di Lorimer street una ragazza era in difficoltà con le opzioni del suo I-phone. salita a bordo un tipo lle si avvicina e dopo averle spiegato come funzionava l'apparecchio le dice secco: T'ammazzo!
la poveretta terrorizzata consegna al furfante l'I-phone. e poco dopo scende alla fermata di Marcy Avenue.
e poi c'è questo davvero surreale.
un tale esce di casa per una commissione intorno alle 13.30. torna un'ora dopo e non riesce più ad aprire la porta. rimane molto stupito del fatto. controlla prima la chiave che non ha niente di rotto e poi controlla il buco della serratura. qui avviene l'incredibile perché il suo sguardo incrocia un altro sguardo dall'altra parte del buco, ossia da dentro casa. poi lo sguardo sparisce e il possessore dello sguardo, ossia il ladro se la dà a gambe uscendo dalla finestra senza portarsi via niente.
voleva rubare o solo fare il guardone al contrario?

ieri sono passato al Forbidden Planet di Union Square. Poco prima ho fatto qualche foto ai locali dve c'era il megastore della Virgin che adesso è desolatamente vuoto e sfitto e senza più il fumo che usciva dalla scultura a cerchio sopra l'insegna.
Al Forbidden Planet ho visto il nuovo lavoro di David Mazzucchelli. Asterios Polyp a prima vista sembra un altro libro importante. Il volume è complesso e corposo, con tante idee grafiche. Un segno molto diverso dalle pennellate ruvide, rurali di Big Man e il lavori a seguire. Riprende caso mai cere linee nette di Città di vetro ma sono solo tracce. Tutto è in evoluzione, frutto di ricerca. La storia non l'ho letta ma quel poco che ho visto mi ha già appassionato.
Nella sezione autoriale faceva bella mostra issato sul leggio anche Grotesque dell'amico Sergio Ponchione, di sicuro autore più americano che italiano. Dovrebbe vivere qui lui. Glielo dico sempre. Poi ho dato un'occhiata ai supereroi marvel. Con piacere ho visto che è uscito finalmente il sesto albo di Kickass, miniserie di Millar e Romita Jr che seguo quando esce dal primo numero. L'universo nerd/adolescenza rimane pur sempre un mio territorio privilegiato. Spera che esca anche in Italia, magari prima del film.

Adesso collaudo il nuovo blocco per schizzi che ho appena comprato.

Down in DUMBO

Giornata di sole che spacca le pietre e brucia la testa. Ho camminato tanto. Dopo parecchi anni ho ripercorso a piedi il Ponte di Brooklyn da Manhattan a Dumbo. orario scomodo, da kamikaze estivi: circa le 13.30. il ponte era affollato e questo è lo spettacolo. Vedere facce, vedere corpi quasi tutti in movimento e qualcuno fermo accasciato sulle panchine. frastuono del flusso ininterrotto di automobili e truck, elicotteri ronzanti, traghetti e chiatte e i treni della subway. chiasso molto chiasso che assorbe tutto, azzera tutto. scatti fotografici a ripetizione. foto di gruppo, foto di acqua e di strada, foto del camminamento di travi di legno e foto delle strutture metalliche, le ossa del ponte. scatti scatti e ancora scatti.
io ho fatto una cosa che avranno fatto in tanti. un lunghissimo piano sequenza della traversata. l'ho fatto con la telecamera, una Canon molto leggera. Dura circa 15 minuti. Non stacco mai, inquadro tutto, dalla gente che passa al panorama, fino al ponte. ogni tanto anche i miei stivaletti stile clochard. A rivederlo è un video ubriacante, da insolazione, ma le facce sono indimenticabili, uniche, spesso ignare, a volte consapevoli delle riprese, qualcuna perfino complice con un sorriso o un cenno di saluto con la mano.

Il Viaggiatore Distante 3 inizia ufficialmente con questa traversata. Come ho già scritto tutta la sequenza e così pure le altre che seguiranno saranno trasportate in inverno, quindi ci sarà meno gente, meno turisti e magari vento.
Vorrei comunque che l'ingresso a Brooklyn avvenga a piedi varcando il ponte. Come entrare in un un altro mondo, un mondo fantastico, dove fantastico non significa bello e fatato, ma tutt'altro. Una dimensione parallela. Di solito le città divise/unite dai ponti mi fanno questo effetto, di mondi paralleli. Come Istambul che diventa Asia ed è diversa dalla stessa città che sorge in Europa.
Brooklyn è un'altra città, un'altra New York, fiera della sua identità, fiera della sua storia e dei suoi personaggi. Woody Allen, Lou Reed e Jonathan Lethem su tutti.
Romeo Benetti, il viaggiatore va a Brooklyn per ricomporre i pezzi del mistero del caso Bagatta, l'architetto morto in circostanze misteriose negli anni sessanta proprio mentre stava progettando un'enorme Wonder Wheel per Coney Island. Il ritrovamento di alcuni studi per il progetto nel basement della casa di famiglia a White Plains e l'incontro con Bernadette, artista eccentrica ed ex amante di Bagatta lo inducono a improvvisarsi detective. Bernadette infatti sostiene che Sal Bagatta non è morto in auto per un incidente ma per una manomissione dei freni. Conosce i mandanti: I fratelli Gattanella, titolari dell'impresa edile che aveva commissionato il progetto. Ma che interesse avevano a eliminare Bagatta?
Per sfuggire alla noia, per trovare una traccia per un romanzo che non scrive mai, per diventare semplicemente parte di un qualcosa, di un luogo, di una città di un pezzo di storia, Romeo in una gelida mattina di dicembre attraversa il ponte di Brooklyn e si dirige giù a DUMBO (acronimo di Down the Manhattan Bridge Overpass), il quartiere sotto il ponte che ricorda molto Chelsea, Williamsburg e anche un po' il Village.
Uno degli aspetti che mi piacciono davvero è la disinvoltura partorita dalla necessità.
Quando gli spazi urbani si saturano come è successo a Soho, Tribeca, Chelsea, la frontiera si sposta. Avanza e e poi si colonizza. La prassi è la solita, la stessa della conquista del West. Luoghi brutti, selvaggi, spesso inospitali si trasformano. Diventano ricercati, cambiano destinazione d'uso. Cosa assolutamente normale in qualsiasi città. La differenza è che a New York la struttura urbana rimane la stessa, sono gli innesti commerciali o culturali che cambiano l'utenza. Così Dumbo sta diventando come Chelsea, dove lo stupore di fronte alle opere esposte in gallerie elegantissime si ingigantisce quando noti che le stesse sorgono a fianco di sfasciacarrozze, gommisti, ingrosso di carni. Glamour puro.
Dumbo non stupisce, ci si è abituati ormai. È lo scenario circostante che colpisce. I ponti di Brooklyn e di Manhattan sovrastano le strade come draghi colossali e poi il fiume, i lavori in corso perenni, gli operai che camminano a fianco agli artisti. È questa la magia. Qua il pittoresco non ha casa. Qua la visione è brutale eppure netta.
È il portale che introduce Romeo dall'altra parte.
Ora è pronto al viaggio.

In questo viaggio a Brooklyn avevo intenzione di fare delle soste in una serie di pizzerie che riscuotono successo nelle varie guide gastronomiche. Volevo che queste tappe fossero delle soste come i pellegrini nelle locande. La prima sosta era prevista proprio a Dumbo, in Old Fulton Street dove c'è Grimaldi. Arrivo baldanzoso non prestando fede alle raccomandazioni delle guide che avvertono i clienti di mettersi l'animo in pace e prepararsi a una fila lunghissima. Esagerati! Penso. E penso male. Malissimo. C'è una fila lunghissima, esagerata, tipo imbarco in aereo per le ferie. Tutti fuori ad aspettare. Sotto l'insegna c'è scritto: pizza cotta con forno a carbone. E poi: no slice.
O mangi la pizza intera o niente. Troppa gente, troppa pizza. Vado oltre e finisco a birra (Brooklyn Beer ovviamente) e patty caraibico. Meglio di niente.

domenica, agosto 02, 2009

Gli aceri di Valhalla

Ho preparato il tavolo. Ci sono i fogli ancora bianchi, qualche matita. Pennarelli, un paio di pennelli da acquerello e uno da ripasso a china. China cinese e americana. Libri pochi, anzi pochissimi. Inizio a progettare il terzo volume del Viaggiatore Distante. c'è una trama leggera, agile e piena di vuoti da colmare. So che succederanno certe cose, altre inizieranno a succedere da domani quando inizierò questo viaggio a tappe a Brooklyn dove sarà ambientata almeno una parte della storia. ho un itinerario che mi porterà di sicuro a Williamsburg e Bensonhurst, poi tornerò a Coney Island e mi spingerò fino a Brighton Beach in piena zona russa.
farò foto e riprese, questo è sicuro. meno sicuro è se farò invece disegni dal vivo. sono uno a cui piace più osservare, memorizzare e poi evocare piuttosto che ritrarre. c'è sempre il filtro del risvolto fantastico che comanda i giochi della creatività.
l'esperimento è di fare due libri insieme. il Viaggiatore 3 che ha già un titolo:
Il cielo definitivo e un altro qualcosa fatto di appunti disegni foto, embrioni di racconti che per ora sarò solo un "qualcosa". sarà solo il tempo e l'eventuale qualità a dirmi se potrà assumere una forma definitiva. Parto però dall'idea che stsvo sviluppando con Totally americanized, apparso sul primo numero della rivista Black della Coconino.
è bizzarro il fatto che il materiale che andrò a raccogliere nella finzione scenica si trasformerà in scenografia invernale. mi viene da pensare agli alberi, a quello che le foglie d'estate nascondono. Dai rami ai pezzi di sfondo. sarà più complicato più questo gioco delle apparenze da svelare che l'abbigliamento delle persone.
so come ci si veste da queste parti d'inverno e non saranno milioni di flip flap a confondermi le idee.

la sospensione estiva è sempre benefica. leggo le notizie dall'Italia dai siti messi in rete. sono aggiornato, ma tutto mi appare più ovattato. è davvero più facile prendere le distanze, reindirazzare pensieri e fastidi di pelle.
qua le giornate passano dall'autunno all'estate tropicale. la costante è che piove quasi tutti i giorni, come adesso. Una pioggia idiota che ti offusca la vista. una penombra permanente accentuata dagli altri alberi di acero del giardino.
ascolto, cercando di farmelo piacere, "Everything that happens, will happen today" di Eno e Byrne. al terzo ascolto il giudizio è passato da "una porcheria inutile e bolsa" a "giochino". magari piazzandomi in giardino tra gli aceri comincerò a capire meglio e di più visto che sono immerso nella provincia americana, molto lontana dalla metropoli.
e adesso inizio a lavorare.